Appunti - di Stefano Feltri

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La sinistra dell’abbondanza

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Negli Stati Uniti un libro di Ezra Klein e Derek Thomson prova a offrire un nuovo orizzonte ai progressisti. Soltanto neoliberismo riciclato o una svolta necessaria?

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Stefano Feltri
giu 09, 2025
∙ A pagamento
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La sinistra dell’abbondanza
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Di sicuro un punto dell’analisi di Ezra Klein e Derek Thompson si applica anche ai progressisti italiani: uno schieramento politico che promette debito pubblico e sensi di colpa potrà intercettare i voti soltanto di chi non si cura delle condizioni dei conti pubblici o può permettersi di auspicare una società più giusta per tacitare gli scrupoli di coscienza

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In attesa dei risultati del referendum, vi propongo questo pezzo che avevo scritto qualche tempo fa ma che mi sembra adatto al momento. Stefano

Una volta la sinistra si occupava di lotta di classe, poi si è occupata di gestire in modo un po’ più equo della destra il progresso nell’età della globalizzazione, infine si è data la missione di garantire diritti e identità alle tante minoranze in cerca di riconoscimento. E adesso non sa bene che fare, di fronte alla sfida dei populisti prima e delle destre eversive oggi non ha un messaggio forte da contrapporre.

Negli Stati Uniti due giornalisti importanti, Ezra Klein del New York Times e Derek Thompson dell’Atlantic, hanno provato a suggerire una risposta in un saggio che sta facendo molto discutere e che ci offre spunti utili anche per l’Italia.

Il libro, di cui si parla in ogni podcast o giornale che ascolto o leggo, si chiama Abundance: How We Build a Better Future (Avid Reader Press).

In estrema sintesi, l’analisi e la tesi del libro sono le seguenti: per molti anni, diciamo dagli anni Settanta, i progressisti si sono occupati di due cose, come redistribuire ricchezza e come evitare che il governo o le aziende facessero cose sgradite ai loro elettori.

La seconda missione ha finito per rendere impopolare la prima: i progressisti difendono la necessità di tassare per finanziare welfare, sussidi, sanità, infrastrutture, ma poi sostengono movimenti ambientalisti, popolazioni locali, proprietari di terreni e immobili che si oppongono all’azione del governo o delle aziende che dovrebbero attuarne le indicazioni di politica industriale.

A un certo punto, gli elettori che pagano le tasse ma non vedono i risultati degli interventi che quelle tasse dovrebbero finanziare, si buttano a destra.

Secondo Klein e Thompson, la sinistra dovrebbe riscoprire il lato dell’offerta, invece che essere ossessionata da quello della domanda. E’ inutile dare sussidi, voucher per asili, aiuti per gli affitti, se poi non ci sono abbastanza cose da comprare, case da affittare, o se le rette negli asili diventano più costose.

La tesi dei due giornalisti è che i progressisti dovrebbero promettere di fare di più, produrre di più, perché “la scarsità è una scelta”, non un vincolo imposto dalle risorse disponibili o dalle risorse su cui possiamo contare.

La pandemia - spiegano i due - è stata un gigantesco esperimento che ha reso evidente questo problema: i governi, quello americano come quello italiano, hanno riversato miliardi e miliardi di dollari o euro nell’economia, hanno mandato assegni direttamente a casa dei cittadini, hanno pagato gli stipendi alle imprese, tutto pur di non paralizzare l’economia ai tempi dei lockdown.

Ma se non c’era modo di spendere quei soldi, o se l’offerta era scarsa, tutto quel fiume di denaro produceva una cosa soltanto: inflazione.

Sostenere la domanda quando l’offerta non è in grado di adeguarsi, ha l’ovvia conseguenza di spingere al rialzo i prezzi perché le persone competono per aggiudicarsi quel poco che c’è. Vale per le mascherine in tempo di Covid o per gli appartamenti nei centri delle città dove ci sono limiti al consumo di suolo.

Contro la California

Il libro di Ezra Klein e Derek Thompson va inquadrato nel dibattito americano e nel tentativo di dare al partito Democratico un'identità nuova per affrontare le elezioni presidenziali del 2028 quando, in base alla Costituzione vigente, ammesso che non cambi, Donald Trump sarà fuori dai giochi.

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