La settimana di Revolution e di Appunti
Vi siete persi qualche episodio? Ecco tutte le puntate della settimana della trasmissione per Radio3, La Scomunica e i Musk Talks intorno al nuovo libro
Il commercio internazionale e la stupidità: un dialogo immaginario tra Carlo Maria Cipolla e Donald Trump
I due economisti Marcello Messori e Marco Buti hanno pubblicato per l’Institute for European Policymaking un paper molto brillante che sta avendo un certo successo: immagina un dialogo tra il grande storico dell’economia Carlo Maria Cipolla e Donald Trump sulla logica (scarsa) dei dazi. Vi metto qui un estratto in italiano, potete scaricare l’integrale in inglese a questo link
Donald J. Trump (DJT): Benvenuto Professor Cipolla nello Studio Ovale, il centro del potere mondiale. Non vedo l’ora di iniziare la nostra conversazione.
Carlo M. Cipolla (CMC): La ringrazio molto, Signor Presidente, per aver accettato di parlare con me. Da storico, sono rimasto colpito dal modo in cui sta attuando il suo programma e ridefinendo i rapporti tra i poteri istituzionali degli Stati Uniti. Ho notato che nei primi 100 giorni della sua presidenza ha emanato 143 ordini esecutivi, a fronte di sole 4 leggi approvate dal Congresso – una vera novità storica! Franklin D. Roosevelt è molto distante, con 99 ordini esecutivi nel 1933, ma all’epoca il Congresso approvò 77 leggi, di cui 15 fondamentali alla base del New Deal. Questo a fronte delle sole 4 leggi dell’attuale Congresso.
DJT: Sono molto felice, Professore, che lei riconosca lo spirito veramente trasformativo della mia presidenza. E sono contento che lei citi FDR: come lui, ho ricevuto un mandato senza precedenti dal popolo americano per salvare gli Stati Uniti, e intendo attuarlo pienamente. Di recente ho imparato una citazione di Napoleone: “Chi salva la propria patria, non viola alcuna legge”. La magistratura, i media mainstream, le università, e perfino il Congresso dovrebbero sempre tenerlo a mente. Ma capisco che voleva concentrarsi sulla mia strategia commerciale. Corretto?
CMC: Ci sarebbe molto da dire su quanto ha appena affermato, Signor Presidente. Non credo che, dopo diverse guerre locali e – in particolare – due guerre mondiali, sia legittimo cancellare le fondamenta della democrazia liberale, che affonda le sue radici in oltre trecento anni di dibattito filosofico e in più di duecento anni di progresso istituzionale basato sulla separazione dei poteri. È vero che le nostre società democratiche erano, e sono ancora, largamente imperfette. Tuttavia, a mio avviso, non dovremmo nemmeno considerare di sostituire questa organizzazione sociale imperfetta con alcuna forma di oligarchia. Comunque, ha ragione: avevamo concordato di parlare di commercio.
Mi permetta solo di sottolineare che c’è una forte corrispondenza tra il suo disprezzo per la democrazia e la sua visione delle relazioni economiche nei mercati internazionali. Quindi, per risparmiarle tempo prezioso, andrò subito al cuore del nostro discorso: la sua politica commerciale.
Vorrei capire la logica di questa politica, cioè cosa intende ottenere attraverso dazi statunitensi aggressivi e altre iniziative punitive.
DJT: Bene, sono contento che lei sia pronto a capire come “Renderò di nuovo grande l’America”. Il mio punto di partenza è la lotta contro nemici e falsi alleati che, entrambi, hanno sistematicamente derubato gli Stati Uniti. Questo atteggiamento non può più essere tollerato.
È tutto scritto qui: è un elenco molto lungo dei comportamenti scorretti che amici e nemici hanno messo in atto contro gli Stati Uniti. A questo proposito, mi hanno detto che lei ha scritto un famoso saggio sulla stupidità umana. Non l’ho letto personalmente, ma mi interesserebbe vedere se la sua definizione di stupidità si applica – come dovrebbe – ai presidenti statunitensi del passato che hanno permesso tale saccheggio e devastazione della nostra economia.
CMC: Signor Presidente, mi permetta di riferirmi al diagramma allegato (vedi Figura 1) che sintetizza il nucleo di ciò che ho chiamato le leggi universali della stupidità umana. Ai fini della nostra conversazione, lo applico al caso degli Stati Uniti e del Resto del Mondo (RoW).
Sull’asse verticale troviamo una misura dei benefici (positivi o negativi) ottenuti dagli Stati Uniti nelle loro interazioni con gli altri paesi; sull’asse orizzontale, una misura dei corrispondenti benefici (positivi o negativi) ottenuti dal Resto del Mondo grazie alle interazioni con gli Stati Uniti.
Il significato di ciascuno dei quattro quadranti, come indicato dalle rispettive etichette (‘Intelligente’, ‘Senza Speranza’, ‘Stupido’ e ‘Bandito’), è abbastanza intuitivo. Tuttavia, se posso entrare un po’ nei dettagli…
DJT: Questo è eccellente: si fermi qui! Il suo diagramma spiega perfettamente ciò che ho sempre pensato. Durante le amministrazioni di Obama e Biden, gli Stati Uniti sono stati sfruttati dagli altri paesi o dalla cosiddetta Unione Europea.
Questo significa che siamo finiti, su diverse questioni (difesa, migrazione, commercio internazionale e così via), nel quadrante ‘Senza Speranza’, dove gli Stati Uniti perdono e gli altri guadagnano alla grande!
Prenda il commercio internazionale. Nel presentare il mio piano sui dazi all’inizio di aprile, ho ribadito una convinzione che sostengo sin dagli anni Ottanta: insieme all’amore e alla famiglia, “dazio” è la parola più bella, perché consente di proteggere le imprese e i lavoratori americani e di portare soldi al bilancio degli Stati Uniti.
L’obiettivo principale dell’introduzione di un dazio universale del 10% sulle importazioni statunitensi e dell’applicazione di dazi reciproci su sessanta partner commerciali è chiarissimo: voglio eliminare i disavanzi commerciali bilaterali degli Stati Uniti, che sono il risultato del saccheggio e della devastazione della nostra economia dovuti all’ingenuità dei presidenti passati.
Ho soprannominato il 2 aprile 2025 il “Giorno della Liberazione” perché il riequilibrio dei nostri scambi bilaterali darà origine a un processo virtuoso negli Stati Uniti: il rimpatrio delle nostre aziende attualmente localizzate all’estero, nuovi impianti produttivi negli Stati Uniti da parte di imprese straniere, maggiore occupazione nel settore manifatturiero e tassi di crescita più elevati.
Qui su Vanity Fair, trovate l’intervista che mi ha fatto Monica Coviello a proposito del bilancio dell’attività governativa di Elon Musk: uno spunto per parlare del nuovo libro Il nemico - Elon Musk all’assalto del tecnocapitalismo che esce il 10 giugno per Utet
Il test dei dazi per l’Europa
I dilemmi della vittoria
Il primo bilancio di Elon Musk
La fine dei dazi?
La scuola può fermare i femminicidi?
L’anteprima del nuovo libro
dal 10 giugno: prenotatelo ora
Il nemico
Quando Giorgia Meloni parla del “mio amico” Elon Musk, quando ne coltiva il favore e incentiva il business, cosa sta facendo? Sta forgiando un’alleanza preziosa per l’Italia? O sta asservendo il Paes…
Questa la programmazione, in aggiornamento, segnatevi le date in agenda!
MUSK TALKS - in diretta su Substack
Mercoledì 21 maggio ore 17 - Musk e il nuovo potere digitale - Con Laura Turini e Stefano Feltri
Guarda la diretta:
Martedì 27 maggio, ore 17 - Musk e l’ideologia del tecno-capitalismo - Con Gloria Origgi e Stefano Feltri
Mercoledì 4 giugno, ore 17 - La crisi della democrazia nel tempo di Musk - Con Mattia Diletti e Stefano Feltri
Martedì 17 giugno, ore 17 - Musk e l’ascesa della tecnodestra - con Vincenzo Sofo (autore di Tecnodestra per Paesi edizioni)
Martedì 24 giugno, ore 17 - Musk, i satelliti e la geopolitica dello spazio - con Frediano Finucci (autore di Operazione Satellite per Paesi edizioni)
Dal vivo:
Giovedì 19 giugno, ore 18: A Roma, alla Libreria Testaccio, piazza Santa Maria Liberatrice 23, con Carlo Tecce
Per info su presentazioni, interviste, speech: appunti@substack.com (non sono in grado di organizzare altre cose fuori Roma, quindi non offendetevi se declino inviti a festival o presentazioni che richiedono trasferte)
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