Come funziona la propaganda russa in Italia
Anche dopo l'ultimo attentato abbiamo visto la macchina della disinformazione di Putin all'opera nel nostro paese. Ne parleremo a Milano il 4 aprile, con IEP@BU, Le Grand Continent ed Egea
Sabato 23 marzo su Twitter/X, centinaia di bot appena creati hanno condivisotweet in italiano che accusavano l’Ucraina dell’attentato jihadista a Mosca e un link verso Il Corrispondente, la testata dietro cui c’è il giovane torinese residente a Mosca Amedeo Avondet
Matteo Pugliese
Buongiorno a tutte e tutti,
scusate il ritardo ma stamattina ero impegnato in un interessante evento digitale dell’Institute for European Policymaking della Bocconi che continua nel pomeriggio (per gli interessati, qui le info).
Vi mando oggi un pezzo del mio amico Matteo Pugliese, analista strategico e militare, dottorando all’Università di Barcellona, che fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina monitora in modo meticoloso le tracce della propaganda di Vladimir Putin in Italia.
Gli effetti si vedono, nel senso che tanti opinionisti - magari in buona fede, accecati soltanto da ostilità anti-americane che risalgono a qualche tradizione di sinistra radicale - ripetono a pappagallo argomenti, concetti e aneddoti che la propaganda di Mosca prova a far passare nel nostro dibattito pubblico. E ci riesce.
Diventa perfino stucchevole provare, ogni volta, a smentire le falsità o le tesi indimostrabili che questi opinionisti ripetono in maniera quasi ossessiva: pensiamo ad Alessandro Orsini, ma soltanto nell’intento di indicare la parte per il tutto.
E senza scomodare vaghe definizioni come quelle di “guerra ibrida”, di sicuro abbiamo scoperto che la nostra discussione pubblica in Italia è molto aggredibile dall’esterno, anche con strumenti dall’impatto in teoria minimo come l’ormai noto sito filorusso Il Corrispondente.
Qualche anno fa sono stato a Mosca, ho seguito un “corso di giornalismo” nella redazione di Sputnik, la testata madre della propaganda russa internazionale (assieme a RT, quella per cui lavorava Julian Assange, anche se ai suoi fan non piace ricordarlo).
La cosa che più mi aveva colpito era la capacità dei russi di far leva sui nostri principi di libertà e trasparenza per rivoltarli contro di noi, la zona grigia e scivolosa che costruivano per diffondere le loro narrative, per instillare il dubbio. Voi occidentali volete essere imparziali? Benissimo, allora su qualunque storia dovete dare conto anche del punto di vista russo. Per quanto privo di basi reali sia.
Io non invoco censure e non mi piacciono le liste di proscrizione, ma credo che dopo due anni di guerra sia evidente chi ha scelto - per ingenuità, cinismo, o ignoranza - di sostenere sempre la linea del Cremlino: la guerra è colpa della Nato, gli ucraini sono nazisti, Putin vuole la Pace e Zelensky la guerra, la Russia sta benissimo e non è scalfita dalle sanzioni… ognuna di queste cose è tanto falsa quanto ripetuta costantemente su giornali e televisioni italiane.
Peraltro, spesso le stesse persone che attribuiscono in modo netto le responsabilità della guerra alla Nato e a Zelensky quando parlano di Gaza omettono ogni ruolo di Hamas nell’innesco della risposta (comunque tragica e illegale) di Israele.
Di tutto questo parleremo il 4 aprile nel secondo dei dibattiti di geopolitica che l’Institute for European Policymaking organizza con Le Grand Continent e la libreria Egea a Milano (trovate i dettagli sotto, si potrà seguire anche in streaming)
E ora vi lascio all’analisi di Matteo Pugliese, che sarà uno degli speaker all’evento del 4 aprile
Buon pomeriggio,
Stefano
La strategia della disinformazione
di Matteo Pugliese
Il 13 marzo le ambasciate di Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Ucraina hanno organizzato un evento a Roma sul contrasto alla disinformazione, con interventi di esperti del Servizio europeo per l'azione esterna (Eeas) e dei Paesi Baltici.
Sono intervenuti anche i senatori Filippo Sensi, Stefania Craxi e l’onorevole Federico Mollicone, tutti concordi sulla necessità di alzare la guardia di fronte alla minaccia ibrida russa.
Il mio intervento si è concentrato sull’Italia, che da due anni subisce pesanti misure attive del Cremlino sia nei media tradizionali che nel dominio digitale.
Il termine misure attive è stato coniato dall’intelligence sovietica e impiegato già nel corso della Guerra Fredda per descrivere quel complesso di operazioni di influenza, infiltrazione, spionaggio, propaganda, inquinamento dell’informazione, ma anche operazioni clandestine sovversive sino agli omicidi politici, mirate a destabilizzare l’avversario.
Un esempio storico di misure attive è quello del piano Mars, diretto dal Servizio A del KGB e dal Dipartimento X della Stasi per influenzare il movimento pacifista occidentale e indebolire la Nato.
Infatti, i sovietici crearono il World Peace Council per spingere l’Occidente a un disarmo unilaterale sotto la pressione dell’opinione pubblica. In un evento del WPC a Sofia nel 1980 si formò il gruppo “Generals for Peace”, composto da generali in congedo di paesi Nato tra cui l’italiano Nino Pasti, poi eletto senatore come indipendente del Pci nel 1979.
Nel 2004 l’ex colonnello della Stasi Günter Bohnsack confessò che il gruppo era stato inventato e finanziato da Mosca, all’insaputa dei generali.
Un recente episodio dimostra che le misure attive russe sono vecchie di sessant’anni. Nel 1959 ignoti disegnarono svastiche sulla sinagoga Roonstrasse di Colonia e il clamore mediatico di questo atto scatenò un’ondata emulativa di antisemitismo in tutta Europa, Italia compresa, con episodi a Roma, Milano, Torino, Venezia, Livorno e Treviso.
Gli autori dell’azione di Colonia furono identificati come Arnold Strunk e Paul Schönen, che nel 1959 erano andati due volte in Germania Est a incontrare dei russi in una base militare.
Come è stato ricostruito dagli storici e confermato da sette disertori sovietici, l’operazione di Colonia era stata pianificata dal KGB per screditare la Germania Ovest e destabilizzare il blocco occidentale.
A ottobre 2023 una coppia moldava ha disegnato decine di stelle di David su muri di negozi e abitazioni di ebrei a Parigi.
Sono stati pagati dall’imprenditore moldavo-russo Anatolii Prizenko, con l’obiettivo di polarizzare la società francese con l'antisemitismo per istigare atti simili e destabilizzare la Francia durante la guerra di Gaza.
I servizi francesi DGSI ritengono che dietro Prizenko ci sia il V Servizio dell’FSB russo. L’agenzia francese contro la disinformazione Viginum ha rilevato che la rete di propaganda russa online ha spinto molto la notizia delle stelle di David tramite i suoi canali per amplificarla.
Eventi e iniziative che prima potevano apparire casuali acquistano perciò un nuovo significato se viste in questo quadro.
Come, ad esempio, il cosiddetto scherzo telefonico dei “comici” russi Vovan e Lexus a Giorgia Meloni, che il 18 settembre 2023 hanno tentato di estorcere alla premier dichiarazioni compromettenti sull’Ucraina fingendosi un politico africano.
Anche l’associazione Picreadi gestita dalla docente russa Natalia Burlinova è una misura attiva dell’intelligence per avvicinare accademici occidentali, è infatti ricercata dall’FBI per aver lavorato con l’FSB russo al reclutamento di cittadini americani nel 2018.
Nel 2019 Burlinova aveva anche parlato a un evento dell’Ispi, dopo che una ricercatrice dell’istituto di Milano aveva partecipato all’incontro “Meeting Russia” a Mosca, proseguendo la collaborazione sino al 2021.
Mosca ha messo in campo un ampio ventaglio di operazioni contro l’Italia, che vanno dalle attività di spionaggio e influenza (almeno otto quelle note dal 2016 ad oggi) sino alle campagne di propaganda sui social.
Come ho descritto nella mia ricerca accademica pubblicata nel 2023, nei soli primi quattro mesi di invasione i programmi TV italiani hanno ospitato ben 21 propagandisti russi legati al regime, come Vladimir Solovyov, per un totale di 67 volte.
Questa esposizione mediatica senza pari in Europa ha avuto un notevole impatto sull’opinione pubblica, che infatti è tra le più confuse e filorusse in Occidente.
I numeri sull’Italia
In particolare, i due canali che hanno dato più spazio agli ospiti russi sono stati Rete 4 (con 15 propagandisti per un totale di 36 volte) e La7 (con 11 ospiti per 29 volte). Inoltre, ho contato 10 ulteriori ospiti russi che tuttavia non sono ufficialmente legati al regime, ma che hanno veicolato la stessa disinformazione, come la blogger italo-russa Tatiana Santi che gestisce un canale Telegram di propaganda con 19mila italiani iscritti.
Oltre alla campagna di proiezioni di film propagandistici ed eventi di associazioni filorusse organizzate nel 2023 tra Modena, Lucca e altre città, le misure attive di Mosca si sono estese al dominio digitale.
Il 19 febbraio 2024 la testata online Il Corrispondente ha pubblicato la notizia dell’omicidio in Spagna del pilota russo disertore Maksim Kuzminov, con il titolo: “Esclusiva: I traditori non vivono a lungo”.
Il sito si diceva in grado di confermare la vera identità dell’uomo “grazie ad una rivelazione giuntaci direttamente da un funzionario della Guardia Civil spagnola che sta indagando sul caso e che per ovvie ragioni vuole rimanere anonimo”.
Ad un controllo la partita IVA riportata sul sito è risultata falsa, così come l’indirizzo della redazione a Roma.
Dietro al Corrispondente c’è il giovane torinese residente a Mosca Amedeo Avondet, già noto per i suoi legami con l’ambasciata russa. È quindi verosimile che la conferma dell’identità del pilota sia arrivata ad Avondet dagli stessi esponenti dell’intelligence russa che hanno ordinato l’omicidio in Spagna.
Inoltre, nel 2023 Avondet aveva scritto sulla piattaforma RRN.World, identificata dai francesi di Viginum nell’operazione di disinformazione russa del 2023. Si tratta quindi di un tentativo di estendere all’Italia la strategia adottata già in altri paesi europei.
Dopo l’attentato
La conferma è arrivata sabato 23 marzo su Twitter/X, con centinaia di bot appena creati che condividevano tweet in italiano che accusavano l’Ucraina dell’attentato jihadista a Mosca e un link verso Il Corrispondente.
In 24 ore, ogni tweet è stato condiviso automaticamente 7mila volte e visualizzato oltre 30mila.
Si tratta di un “Coordinated Inauthentic Behaviour”, una tecnica per generare artificialmente un traffico di interazioni e mandare in tendenza un contenuto. Gli apparati della disinformazione russa l’hanno già impiegata nelle presidenziali americane e in Europa, ma per la prima volta una tempesta di questo tipo è stata diretta al pubblico italiano.
L’ennesimo segnale che rende necessario un ente per monitorare queste operazioni di influenza e destabilizzazione, come hanno già fatto Francia, Svezia e altri paesi. Il senatore Enrico Borghi ha proposto l’istituzione di un’agenzia specializzata.
Ma la propaganda non si limita ai social. Il 21 febbraio Irene Cecchini, studentessa italiana all’università Mgimo di Mosca controllata dal ministero degli Esteri, si è resa protagonista di un dialogo televisivo con Putin teso a elogiare il regime. Il video è stato prontamente rilanciato dai canali dell’ambasciata russa in Italia e dell’ecosistema di propaganda.
Già nel 2023 un network di studenti italiani in Russia legati ad Amedeo Avondet, come Camilla Trogu, si è prestato a campagne di propaganda sui social per normalizzare l’immagine del regime e giustificare l’invasione dell’Ucraina.
Infatti, in un post sul suo account pubblico Instagram, Camilla Trogu ha pubblicato una foto con Avondet nella sede dell’agenzia statale TASS, per una “conferenza sul nazismo ucraino nel XXI secolo”, in cui si è parlato di “come prevenire una nuova Ucraina…per salvare i valori tradizionali europei”.
Vale la pena ricordare che, come ha messo in evidenza un rapporto del prestigioso think-tank britannico RUSI, l’intelligence militare russa ha a disposizione un budget per il reclutamento di studenti stranieri nelle università russe attraverso borse di studio, viaggi e altri benefit.
Il Cremlino ha inaugurato anche una campagna di propaganda con personaggi italiani famosi, rivolta sia al pubblico interno che a quello italiano per normalizzare e sdoganare il regime.
Al Festival mondiale della gioventù ospitato a Sochi sono intervenuti la cantante Ornella Muti, sua figlia Naike, il pianista Lorenzo Bagnati e lo street artist Ciro Cerullo in arte Jorit, che insieme raggiungono solo su Instagram un pubblico di oltre 1 milione di followers.
I quattro hanno condiviso foto e video per esaltare la Russia, ma Jorit si è spinto oltre in un dialogo con Putin, anche questa volta a favore di telecamere per “dimostrare che è umano e contrastare la propaganda occidentale”.
Secondo quanto riportato, Jorit ha ricevuto novantamila euro da un’azienda controllata dal governo russo per dipingere murales, come quello fatto nella Mariupol occupata.
Il 16 marzo anche Pupo si è esibito al teatro del Cremlino in uno spettacolo di propaganda. È ormai evidente che questi episodi non sono casuali e spontanei ma fanno parte di una strategia precisa, coordinata dai servizi russi.
L’ultima relazione annuale dell’intelligence italiana al Parlamento ha evidenziato che: “la Russia alimenta campagne multivettoriali in danno dell’Italia” e che “nel 2023 gli apparati di informazione legati al Cremlino hanno continuato a operare all’interno del dominio dell’informazione per minare la coesione europea e la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni sia nazionali che dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica”.
Anche il Capo di Stato Maggiore della Difesa ammiraglio Cavo Dragone ha affermato che “stiamo assistendo all'intensificarsi di una strategia di disinformazione russa che vede impegnato in prima fila lo stesso Putin con l'obiettivo di disorientare le nostri opinioni pubbliche attraverso la diffusione di una narrativa fallace”.
È perciò necessario che anche l’Italia prenda piena consapevolezza delle misure attive russe e si doti di strumenti per analizzarle e contrastarle, come hanno già fatto la Francia con Viginum e la Svezia con l’Agenzia di Difesa Psicologica.
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Ascolta La Confessione, il podcast di inchiesta che rivela per la prima volta da dentro come funziona il sistema di copertura e insabbiamento degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica italiana. Un podcast realizzato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn, realizzato grazie al sostegno della comunità di Appunti. Con la collaborazione di Carmelo Rosa e la consulenza per musiche ed effetti di Stefano Tumiati.
Gli Eventi di Appunti
La Confessione a Torino, 3 aprile
Mercoledì 3 aprile alle 21, con Federica Tourn Antonio Messina e Francesco Zanardi, presentiamo il podcast La confessione a Torino.
Presso Libreria Trebisonda, Via Sant'Anselmo 22, a Torino.
Dibattiti di geopolitica, a Milano, 4 aprile (e in streaming)
Per chi c’è, ci vediamo a Milano giovedì 4 aprile al secondo evento di un ciclo di incontri che organizziamo con l’Institute for European Policymaking della Bocconi con Il Grand Continent ed Egea, per parlare delle questioni più urgenti di geopolitica da una prospettiva europea.
Un’occasione per incontrare anche la comunità di Appunti! Dopo l’evento si continua a chiacchierare all’aperitivo… Il primo evento è andato benissimo, quindi vi consiglio di registrarvi qui per non perdere l’occasione di discutere con noi delle cose più rilevanti: LINK
L’evento del 4 aprile sarà in inglese e dedicato al tema della disinformazione:
Speakers
STEFANO DA EMPOLI i-Com
BILL EMMOTT, già direttore The Economist
GLORIA ORIGGI Institut Nicod, Ecole Normale Supérieure
MATTEO PUGLIESE University of Barcelona
GAIA RUBERA Bocconi University
Moderatore
STEFANO FELTRI
Molto interessante. Circa la chiusa, se e’ lecito sorridere su questi temi, verrebbe da dire come si fa a mettere in piedi una organizzazione contro la contro informazione altrui essendo già presi nella propria.
Aggiungo che le considerazioni valgono quale avviso di metodo. Ma quali sono poi gli strumenti che l'opinione pubblica non specializzata ha per formarsi una corretta idea di merito? La pluralità di fonti ritenute comunemente affidabili (sempre ad esempio, LA7 anziché Rete4) non sembra essere sufficiente se non sono disponibili informazioni attendibili alternative