Come fermare Elon Musk
Mentre Giorgia Meloni e Donald Trump cercano l'appoggio dell'imprenditore che viola le leggi sgradite, la Commissione europea e la Corte suprema federale in Brasile provano ad arginare Musk
In gioco non c’è tanto la libertà di pensiero, quanto la libertà in senso lato. Dobbiamo capire a quali leggi vogliamo sottostare, se a quelle dello Stato o a quelle del mercato
Laura Turini
I procedimenti giudiziari in cui sono coinvolti, rispettivamente, Elon Musk in Brasile e il fondattore di Telegram Pavel Durov in Francia, dove è stato addirittura arrestato, hanno aperto un acceso dibattito sulla libertà di espressione e sulla tutela dei valori democratici di cui, entrambi, si fanno paladini.
Se Pavel Durov ha qualche freccia al suo arco per potere pretendere di assumere un tale ruolo, è ben più difficile vedere in Elon Musk un sostenitore della libertà di pensiero, considerata la sua vicinanza con i governi di Paesi poco democratici ed essendo uno dei principali finanziatori della campagna elettorale di Donald Trump, circostanza che gli ha conferito l’epiteto di paladino della destra.
Qualsiasi siano le sue idee, la cosa che sconcerta, e non da adesso, è che utilizzi la sua ricchezza ed il suo enorme potere tecnologico non solo per violare le leggi, che già sarebbe grave, ma per imbastire campagne contro ogni forma di regolamentazione a lui sgradita, che non intende rispettare e che etichetta come una forma di censura. Così, quando le istituzioni europee, nel mese di luglio, gli hanno fatto presente di violare il Digital Service Act, la sua risposta è stata che il DSA crea disinformazione.
Oggetto della contestazione era la famosa spunta blu di X, con la quale un utente viene dichiarato verificato, ma che in realtà segue procedure che non offrono alcuna garanzia.
La Commissione europea, nel suo richiamo, ha affermato che “poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status "verificato", ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all'autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. Vi sono prove di attori malevoli motivati che abusano dell'account verificato per ingannare gli utenti”.
X, inoltre, non rispetterebbe la trasparenza in materia di pubblicità e non consentirebbe ai ricercatori di accedere ai dati pubblici, come previsto dal DSA. A questa contestazione Elon Musk ha risposto, rigorosamente su X, che l’Europa gli avrebbe proposto un accordo sottobanco, lasciando intendere che questo sarebbe stato lo scopo finale, e che lui ha rifiutato di firmarlo, per cui continuerà a fare quello che ha sempre fatto. (vedi screen shot)
Un atteggiamento analogo Elon Musk lo sta tenendo, con effetti ben diversi, in Brasile, dove il braccio di ferro in corso tra le istituzioni e il miliardario americano sta raggiungendo livelli mai visti, essendo probabilmente la prima volta che un governo democratico, quale è quello di Luiz Inácio Lula da Silva, blocca un social network per inottemperanza ad un ordine della Corte Suprema e non per motivi ideologici.
La vicenda ha avuto inizio alcuni mesi fa, quando il giudice Alexandre de Moraes aveva ordinato a X di bloccare una serie di profili, gestiti principalmente da sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, inneggianti alla violenza e promotori di messaggi antidemocratici. Elon Musk si è apertamente rifiutato di farlo e ha accusato il giudice di voler impedire la libera espressione del pensiero dei cittadini.
Come tutta risposta, lo stesso giudice de Moraes ha chiesto formalmente a X di nominare un suo rappresentante legale in Brasile, come previsto dalla legge, assegnandogli ventiquattro ore di tempo dopo di che avrebbe bloccato l’accesso al social network nello Stato.
Elon Musk si è rifiutato di ottemperare alla richiesta e la Corte Suprema Federale ha inibito l’uso di X in tutto il Brasile.
Il provvedimento è stato attuato tramite l’Anatel, l’Agenzia nazionale delle telecomunicazioni, che ha ordinato ai principali operatori, tra cui Vivo, Claro e Tim, di impedire l’accesso a X e nei primi giorni di settembre molti utenti hanno trovato una pagina di errore al posto del loro social.
Come se non bastasse, il provvedimento emesso dalla Corte prevede una sanzione di circa 8000 dollari al giorno per chi accede a X tramite VPN private, a dimostrazione di quanto intendano fare sul serio.
Il Brasile è il quarto mercato al mondo, per importanza, per X che vanta nel paese oltre venti milioni di utenti che, adesso, stanno iniziando a utilizzare piattaforme diverse con grave danno per la società americana.
Inutile dire che il provvedimento ha fatto infuriare Elon Musk che ha accusato il giudice, definito uno “pseudo-giudice non eletto”, di minare le basi della democrazia e di volere impedire la libertà di pensiero che, all’opposto, Alexandre de Moraes dichiara di difendere dai social che sono “una terra senza legge”.
Sotto attacco, oltre a X, sembra esserci anche Starlink, il satellite di Elon Musk che rischia di perdere la licenza ad operare sul territorio se insisterà a non nominare un rappresentante legale.
Il satellite ha un’importanza strategica per il Brasile e rappresenta una risorsa importante per potere raggiungere parte della popolazione, soprattutto rurale, distante dai principali centri abitati, ma si tratta di una questione di principio. Non si può accettare che una persona, soltanto perché è ricca e potente, si possa permettere di violare le leggi di uno Stato.
Su questo terreno il controllo contro queste forme di superpotere è ritenuto indispensabile da molti, soprattutto se a esercitarlo e una persona potente come Elon Musk contro cui molti mettono in guardia, non da ultimo il Financial Times, che lo ha definito un mix di potere e di imprevedibilità che lo rende “un missile geopolitico senza guida, i cui capricci possono indirizzare i destini del mondo”.
In gioco non c’è tanto la libertà di pensiero, quanto la libertà in senso lato. Dobbiamo capire a quali leggi vogliamo sottostare, se a quelle dello Stato o a quelle del mercato. Il potere politico deve decidere se vuole allearsi con questi soggetti e farseli amici, accettando i loro premi come presto pare farà la nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni, o se intende svolgere la funzione peculiare che gli è propria e anteporre l’interesse dei cittadini ad ogni possibile tentativo di ingerenza esterna, soprattutto se chi si avvicina travestito da nonnina è il lupo più feroce e pericoloso in circolazione. Il Brasile, per ora, la propria scelta sembra averla fatta.
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Come rispondere alla politica della rabbia: il dibattito su Appunti
I sostenitori della democrazia liberale sembrano destinati a diventare una frustrata minoranza, per effetto della rapida scomparsa dei partiti più moderati, per l’ascesa delle destre radicali e per l’affermarsi di figure e forze anti-sistema, non più soltanto populiste ma anti-democratiche.
Da Donald Trump negli Stati Uniti, ad Alternative für Deutschland in Germania, a Nigel Farage in Gran Bretagna, a Marine Le Pen e Jordan Bardella in Francia.
Questo rinnovato successo delle foze più antidemocratiche ha colto molti di sorpresa e suscita sconcerto.
Cosa si può fare? Ne discutiamo su Appunti per tutta l’estate.
Un Elon Musk potrebbe decidere di investire sul nucleare? Grazie
care-i anche-amici di Appunti, oggi mi e' arrivato un like ad mio post che sotto vi rimetto da un tale Elon Reeves Musk X ? E? proprio lui ? O uno che ha preso il suo nome ( in questo caso forse e' meglio vigialre sui nomi assunti). Sotto il mio post di gg fa
Grazie Francesco Del Zotti
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QualiReti-sanitarie (di F Del Zotti)
Francesco’s Substack
set 9
l' articolo di Turrini ha il merito di farci capire a quali abnormita' sono giunte le piattafrome di potere, in particolare quelle legate alla destra (X, Paypal di Thiel, gia compagno di Musk nella stessa Paypal). Ma questa abnormita' non sarebbe avvenuta se non ci fossero stati gravi errori nella sinistra. Fu Clinton a permettere ad Internet(sino ad allora condotta in maniera policentrica da qualche centro militare, universitario e dal bricolage di server di appasssionati) di incamerare grossi finanziamenti privati. E sia Obama sia i nostri politici di sinistra italiani hanno usato e decantato i social come via al sociale se non al socialismo.
Anni fa cercavo di spiegare a responsabili della sinistra di allcune regioni i pericoli di concentrare tutti i nostri delicati dati sensibili medici in server regionali e statali, dominati da ingegneri, manager, politici regionali. Venivo ascoltato con sufficienza. E ora purtroppo vediamo cadere ad una ad una le sanita' regionali nelle mani degli Hacker: e ora rischiamo di assistere ala donazione dei nostri dati alle grandi sorelle americane di internet fuori daal GDPR ( in inghilterra e' gia' successo; in Italia varie regioni si stanno attrezzando nel fornire la IA ai medici previo accordo con Google, Facebook, ecc).
Certi fenomeni mostruosi possono crescere se vengono alimentati da piu parti. E la parte di sinistra Non e' indenne. Serve un mea culpa e il dovereoso "che fare?" per rimediare almeno in parte a questi errori. Non sono i pazienti, i medici o i cittadini a doversi adattare a questa Rete , Ferrari senza freni. E' vero il contrario: solo una Rete che rispecchi antichi ed eterni valori puo far sopravvivere la societa' e se' stessa. L' alternativa e' il rischio della morte di entrambe (Rete e Societa')
Francesco Del Zotti