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Avatar di Mario D'Adamo

Il rifiuto della Chiesa cattolica, e in particolare del segretario di Stato cardinale Parolin, di condividere con i giudici degli Stati che indagano sui casi di pedofilia è una evidente dimostrazione dell'ipocrisia papale ed ecclesiastica nell'azione volta a rimuovere, condannare, punire i colpevoli degli abusi. Da una parte condanna pubblica, dall'altra reticenza privata. Nei proclami pubblici si promette una bonifica dei costumi degli ecclesiastici ma l'azione si blocca se interviene un'autorità civile, alla quale non vengono consegnate le informazioni di cui si è in possesso. Il comportamento della Chiesa cattolica e dei suoi rappresentanti più importanti, a cominciare dal papa, si segnala per la sua aberrazione ed è motivo ulteriore per confermare l'avversione verso un'istituzione retta con criteri autoritari e verso un potere esercitato dittatorialmente. Detto ciò, la magistratura può ugualmente svolgere la sua azione per accertare, perseguire, condannare gli autori di abusi sessuali, a prescindere dalle informazioni che le può trasmettere la Chiesa, che, se pervengono, sono solo idonee ad avviare un procedimento ma non costituiscono prova del reato da perseguire. In altre parole la reticenza della Chiesa è un problema per la Chiesa stessa, che così corre il rischio di accuse di omertà, allontanando contemporaneamente da sé coloro i quali vedono tradito il messaggio evangelico, l'ultimo pensiero di molti ecclesiastici. Ma tale reticenza non può ostacolare l'azione della magistratura, che può svolgerla prescindendo dalla collaborazione ecclesiastica e che è ritardata solo nei casi di cui non è a conoscenza per altre vie. Tanto è vero che gli esempi citati di mancata trasmissione di fascicoli di indagini interne sembrano riguardare casi di cui le magistrature sono già a conoscenza e che possono lavorare, senza i materiali delle commissioni pontificie o vescovili. I quali materiali non costituiscono prova e la loro copertura e secretazione sono solo un danno per la Chiesa. L'autorità civile esercita la sua funzione a prescindere da attività di segnalazione e di collaborazione di quella ecclesiastica, che, se non ha i relativi obblighi giuridici, sembra non sentire nemmeno quelli propri del suo ministero.

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Avatar di Sabrina del Simposio

Grazie. Il vostro lavoro ĆØ tanto accurato e attento quanto utilissimo e prezioso.

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