IL DIBATTITO DI APPUNTI - I populisti ci fanno credere che il conflitto politico sia localizzato nell’immoralità delle élite, dunque perverso, ma anche eliminabile. Non è così
Il conflitto è fondamentale in ogni relazione, anche il figlio adolescente non può crescere in maniera positiva senza trovare un ostacolo nella figura dei genitori a cui ribellarsi, proprio per creare una visione del mondo autonoma, che nasca sì dagli esempi e dall’educazione, ma che sia anche il prodotto di una rielaborazione personale, nata dall’opposizione a un mondo vecchio.
Anche in politica e nella società il conflitto genera pensieri nuovi, fa andare avanti, impegna a pensare per sostenere i propri punti di vista.
C’è qualcosa che non mi convince in questa analisi. A me sembra che è proprio l’assenza di una élite il problema dei nostri tempi ovvero di una classe dirigente che proprio in virtù della propria preparazione e della consapevolezza del proprio ruolo sappia immaginare una politica di più alto e ampio respiro.
Aggiungo una domanda: la rabbia e conseguente violenza giovanile così ben descritta da Guido Giuliano di quale conflitto con le élite è figlia?
Mi chiedo da tempo se il populismo, deflagrato con Berlusconi, sia dovuto alla mancanza di idee, programmi e lungimiranza politici. Trovo che rabbia e conflitto siano fomentati da tutti gli schieramenti politici (quale più, quale meno). A fronte di un'assenza di progetti, si focalizzano su slogan. Insomma, il politico italiano rincorre i like invece di proporre soluzioni concrete ai problemi del Paese
Una analisi che ho apprezzato e che cade a fagiolo nel momento in cui, di nuovo, si parla di Renzi all'interno della coalizione progressista. Un ingrediente molto amaro che agita molte lingue. Forse ineludibile. Io non lo iscriverei comunque nel campo dei populisti bensì in quello degli opportunisti. Grazie.
Il conflitto è fondamentale in ogni relazione, anche il figlio adolescente non può crescere in maniera positiva senza trovare un ostacolo nella figura dei genitori a cui ribellarsi, proprio per creare una visione del mondo autonoma, che nasca sì dagli esempi e dall’educazione, ma che sia anche il prodotto di una rielaborazione personale, nata dall’opposizione a un mondo vecchio.
Anche in politica e nella società il conflitto genera pensieri nuovi, fa andare avanti, impegna a pensare per sostenere i propri punti di vista.
C’è qualcosa che non mi convince in questa analisi. A me sembra che è proprio l’assenza di una élite il problema dei nostri tempi ovvero di una classe dirigente che proprio in virtù della propria preparazione e della consapevolezza del proprio ruolo sappia immaginare una politica di più alto e ampio respiro.
Aggiungo una domanda: la rabbia e conseguente violenza giovanile così ben descritta da Guido Giuliano di quale conflitto con le élite è figlia?
Mi chiedo da tempo se il populismo, deflagrato con Berlusconi, sia dovuto alla mancanza di idee, programmi e lungimiranza politici. Trovo che rabbia e conflitto siano fomentati da tutti gli schieramenti politici (quale più, quale meno). A fronte di un'assenza di progetti, si focalizzano su slogan. Insomma, il politico italiano rincorre i like invece di proporre soluzioni concrete ai problemi del Paese
Una analisi che ho apprezzato e che cade a fagiolo nel momento in cui, di nuovo, si parla di Renzi all'interno della coalizione progressista. Un ingrediente molto amaro che agita molte lingue. Forse ineludibile. Io non lo iscriverei comunque nel campo dei populisti bensì in quello degli opportunisti. Grazie.