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ott 5Messo Mi piace da Daniele Paganelli

Bellissimo articolo, complimenti all'autore, che cercherò di leggere altrove. Lavorando nel campo dell'ICT da moltissimi anni, anche per formazione (che mai si può dire conclusa), mi riconosco al 100% nelle tesi dell'articolo, e vi assicuro che spesso anche nelle minute scelte su come scrivere una routine (vabbè oggi si direbbe metodo) si può fare la differenza tra un "bel codice" ed una toppa malmessa (il diavolo si nasconde nei dettagli). Trovo comunque inquietante, seppure assolutamente plausibile, il motivo dell'arresto di Durov, mentre devo dire che mai ho creduto alla genuinità delle piattaforme social di Zuckerberg, già osservando i suoi finanziatori dei primi tempi.

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ott 2Messo Mi piace da Daniele Paganelli

Grazie dott. Paganelli, un articolo che riconcilia con la tecnologia e fa ben capire la società che ci circonda. Come dice Stefano Feltri, questo è uno spazio in cui approfondire certi discorsi mainstream poco convincenti e quest'articolo ne è una dimostrazione lampante!!!

Nel lavoro di programmatore sono più le volte in cui ci si deve confrontare con questioni di etica e di responsabilità delle volte in cui devi risolvere un problema tecnico e per questo lo studio della storia, della filosofia, della cultura e dell'attualità è assolutamente predominante rispetto all'analisi tecnica.

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Su un unico punto dissento dall'ottimo intervento di Paganelli.

La sua frase e' questa:

"Si potrebbe obiettare che anche Signal è open source: ma la sua base di utenti è talmente piccola, 40 milioni, da non fare paura e anzi far sembrare Signal quasi una honeypot - una trappola per attirare chi ha qualcosa da nascondere in modo da poterlo sorvegliare con altri mezzi. Lo ha insinuato di recente il giornalista trumpiano Tucker Carlson, ma già nel 2021 c’era chi metteva in guardia sull’ex-CIA che lo ha fondato."

Sulla fondazione magari militare di Signal, obietto che tutta la Rete nasce da Arpanet, basata sul controllo dei militari. Ma se guardiamo lo stato attuale, Signal e' una fondazione etica, presieduta da una professoressa americana che ha collaborato con il cane da guardia delle BIG nominata da Biden ( la signora Kahn). Signal inoltre si avvale di un fondatore geniale: la crittografia end-to-end nasce dalla testa di Moxie Marlinspike, che poi ha dato la crittografia a Whattsapp.

Signal e' inoltre consigliata dalla UE per i suoi parlamentari. Non do' la fiducia cieca, ma una fiducia relativa a qualcuno o a qualche ente bisogna darla. E la crittografia tra medici (che devono mantenere il segreto professionale ovunque, anche in Rete) e' stata da molti anni auspicata da uno dei massimi esperti di Cybersecurity ( il Prof Anderson di Cambridge).

Quanto al fatto che Signal e' molto piu piccola, non si deve desumere che siamo obbligati per forza a usare la App del chiacchieratissimo Zuckerberg. Cosi facciamo un favore proprio alle 5 Big (sigla Gafam). Io ad esempio uso il motore di ricerca non profilante *duckduckgo*, minoritario rispetto al massiccio uso del motore di ricerca di Google. Ma anche qui se si sta sotto Google poi non bisogna lamentarsi di venire profilati. E inoltre gli esperti dicono che la qualita delle risposte di Google e' andata peggiorando: Google per questa natura profilante infarcisce la lista delle risposte e ne peggiora la qualita.

Insomma *piccolo e' bello*; e aiutare i piccoli, diversi e indipendenti da certe logiche, li aiuta ad essere meno piccoli

Francesco Del Zotti

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Giusto, a mio avviso.

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ott 1Messo Mi piace da Daniele Paganelli

Un grande tecnico ci offre un esempio di rara umiltà nell' attuale mondo tecnocratico.

Certo, caro dr Paganelli, i programmatori, gli ingegneri, gli informatici hanno sempre piu bisogno di studiare e applicare la filosofia e soprattutto la filosofia etica, per una nuova deontologia.

Sono medico e ho lavorato sia con il Pc pre-rete sia con il PC in Rete e quindi con i cloud. Pian piano ho visto trasformare la mia professione (nata 2400 anni fa) nel ruolo di una cavia in un arzigogolato labirinto (non poche volte con delle falle) costruito da tecnici distanti e con una cultura professionale (la programmazione) che ha solo pochi decenni.

Per finire, nulla meglio delle parole del noto Ingegnere elettronico Prof Ralph Dreher chiarisce questa problematica:

“Le università dovrebbero rendere le nuove generazioni più consapevoli della responsabilità morale che la loro professione porta con sè ”.

Il professore propone per gli ingegneri un “giuramento leonardesco”. Secondo Dreher, come i medici con il giuramento di Ippocrate, così anche gli ingegneri dovrebbero sottoporsi a giuramento per mostrare di conoscere le implicazioni etiche del loro operato. E aggiungo: gli informatici, egualmente potenti, non hanno addirittura obbligo di iscriversi a un ordine professionale

Francesco Del Zotti - https://qualereteinsanita.blogspot.com/2024/

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"Le parole della cura" di Umberto Curi.

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Molto interessante la proposta di Dreher. Purtroppo sappiamo i giuramenti che fine fanno: quello di Ippocrate non ha salvato la classe medica dal macchiarsi di orrori indicibili durante il nazismo, come spiegato in "Children of Hippocrates: i dottori nella Germania Nazista":

https://sci-hub.ru/https://doi.org/10.1177/000271628045000108

Però è un primo passo!

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ott 1Messo Mi piace da Daniele Paganelli

Che articolo!!! Posso dire di essermi innamorata di Paganelli. Leggerò tutto di lui!

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Lei mi fa arrossire!

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