Il ministro Valditara vuole che la scuola italiana si concentri sulla cultura europea e occidentale, ma il vero rischio è che ci dimentichiamo tutto il resto
Forse vale la pena spiegare a Valditara che persino molti imperatori e generali romani non erano italici, da Traiano ad Adriano (spagnoli) a Costantino (Serbo). La Roma mitizzata da Mussolini e oggi dalla cricca delle sorelle d'italia era un mix di culture e lingue. Ma chettelodico affà, stiamo parlando di un governo dove il primo ministro ha fatto l'alberghiero...
Grazie per questo pezzo. Mi riporta la mente indietro alla mia prima liceo, nei primi anni duemila. In un'altra sezione c'è una ragazza in scambio da un liceo americano. La professoressa di storia racconta alla mia classe con sgomento che negli Stati Uniti a scuola "si studia la storia della Cina". Implicita l'idea che dalla storia dei paesi orientale non ci sia nulla, o comunque molto poco da imparare; che una decisione curricolare del genere priva gli studenti dell'accesso alla ricchezza culturale della nostra cara vecchia Europa. E noi alunni quattordicenni italiani abbiamo completamente abboccato. "La storia della Cina, ti rendi conto? Cosa si potrà mai imparare dalla storia della Cina?"
È stato proprio trasferirmi in America quasi 10 anni fa che mi ha mostrato la fallacia, e la chiusura spesso razzista, di questo modo di pensare della scuola italiana.
Come dice Alessandro Giammei in "Gioventù degli antenati": "Che fatica, essere italiano. Quando cresci pensandoti titolare dell'eredità culturale più significativa di Europa [...] è difficile camminare verso il futuro, con tanto passato a gravarti sulle spalle".
Potremmo anche aggiungere che, pure nel nostro piccolo mondo europeo, l’Occidente non esisterebbe e non si potrebbe comprendere, senza l’Oriente. Perfino la Bibbia ci ricorda che il cristianesimo è una religione orientale. Fosse stato per gli “occidentali” non avremmo la Chiesa che conosciamo oggi (e parto dal presupposto che Valditara apprezzi tutto lo status quo più rigoroso). Insomma, neanche il più conservatore ed eurocentrico degli insegnamenti dovrebbe poter esimersi da un confronto con le civiltà e culture non occidentali, salvo che si parli di indottrinamento travestiti da insegnamento.
io ritengo giusto e doveroso introdurre elementi di storia pensiero e filosofia extraeuropei, assolutamente, che poi la scuola possa farsi carico di tutto questo nutro forti dubbi e inoltre non si compie un'operazione di razzismo culturale porre l''occidente come matrice a cui altre culture si sono ( dovuto) confrontate e anche modellate.
questo detto quello che trovo al contempo inquietante e risibile di valditara è
1) porre il punto di caduta dell'occidente nel cristianesimo ( la bibbia???!!!) mentre l'occidente è occidente solo in quanto scristianizzato. che non vuol dire necessariamente ateo, ma vuol dire aver posto dio al di fuori del divenire storico. la jahad ci odia non perchè siamo cristiani ma perchè non lo siamo più, e almeno dal 1600, non da ieri.
è un'operazione capziosa e regressiva che ha solo uno scopo politico , ma non voglio dilungarmi
2) l'accetuazione della storia romana , greca, risorgimentale. italia chiamò..i colli fatali...il genio di dante...tutte cose importati ma se i giovani vogliono avere gli stumenti per capire il presente devono studiare il novecento ( tutto il novecento) la meccanica quantistica, leggere pirandello e non i malavoglia, studiare heidegger, marx, nietzche e non anassimandro
ma cosa volete che si insegni a scuola? con tutto lo scibile che c'è, bisognerà fare delle scelte e per quante se ne facciano ce ne sarebbero sempre di migliori. E c'è il disegno, l'arte importantissimi vero no? e la musica che trascuriamo la musica? ma la fisica e la matematica e le lingue straniere, almeno l'inglese ma che lo sappiano parlare, geografia, scienze ma anche il latino per capire le nostre origini... poi ci sarebbe anche l'informatica che è già arrivata la AI e bisognerebbe conoscerla per saperla usare. La filosofia, la storia.... Che li diplomiamo senza che sappiano dell'entanglement e del principio di indeterminazione, rivoluzionari... avrebbero cambiato il nostro modo di vivere se la gente li conoscesse. Nemmeno Cardini ed Odifreddi insieme conoscono tutte queste materie. La scuola insegni un po' di cose essenziali e bene con insegnanti che hanno passione per la loro materia e non siano solo preoccupati perchè fanno fatica ad arrivare a fine mese, che non tutti sono come il De Angeli delle 5 lauree in cinque anni e lasci la curiosità, questa soprattutto agli allievi di istruirsi per tutto il resto della vita, ogni giorno di più. Capire soprattutto che le nozioni non usate il nostro cervello purtroppo le dimentica ( lo dice anche De Angeli, 10 anni di elaborazione nell'Ippocampo perchè la memoria venga fissata indelebilmente come engrammi nella corteccia)
Limitare gli ambiti dell’insegnamento e degli studi equivale a guardare il proprio ombelico e pensare di scoprire il mondo. Consiglierei ai sostenitori di queste idee antistoriche di guardare su Youtube, per almeno 10 minuti, la trasmissione delle Immagini dalla Stazione Spaziale Internazionale. Si vede che la Terra è rotonda e si dovrebbe capire che ruota su se stessa e intorno a una fonte di luce. Poi con calma possono provare a intuire che e’ stata usata una qualche dose di tecnologia, giustificata da conoscenze apprese in scuole diverse da quelle che vogliono imporre ai nostri studenti
Mi rendo conto di esser prevenuto nei confronti di Valditara e di tutto quel che propone ma mi è impossibile diversamente, dopo la sua affermazione che “ l’umiliazione è uno strumento educativo”.
Finalmente qualcuno che riesce a ragionare di cultura occidentale come di una parte e non del tutto.
Finalmente si legge un articolo che non sia una sorta di inno da stadio della curva occidentale ( cosa che accade peraltro al 95 per cento di scritti similari)
Approccio quest’ultimo che già inconsistente di per se diventa poi ridicolo quando si parla di culture millenarie come la cinese o anche di culture che solo fino a 100 anni fa erano parte integrante e avanguardia della cultura “occidentale” come quella russa
Quanto al sig valditara la mia speranza è che gli insegnanti parleranno di Vangeli e nuovo testamento più che dell’antico. Sono certo che gli autori di questa ennesima bestialità per ignoranza non sanno che il Vangelo è parte integrante della Bibbia
Cristianesimo, ricchi che non sono parte del regno di Dio poveri e stranieri da accogliere. Etc etc ….A questi geni verrà un infarto.
La mia scuola è quella degli anni 60 . Una noia infinita unita ad un sempiterno tremore per le interrogazioni , i voti e le bocciature. Dirò un po' di eresie : l'inferno dantesco era il preferito ma il paradiso con la divina Beatrice era insopportabile. Della letteratura italiana non salvavo quasi nulla e allora.....Preferivo leggere i Russi o i Francesi . Potevo evadere da una realtà asfittica che ignorava la società verso la quale ci stavamo dirigendo . Mi piacque la Verrina Ciceroniana perché ne vidi in televisione una sua trasposizione. Poi scoprii il connubio tra politica e camorra con Francesco Rosi e il suo " Le mani sulla città"mentre nella mia scuola tutto ciò era assente anzi quasi rifiutava di parlarne di resistenza e del malaffare tra politica e società mafiosa. Ora con il mondo che non ha confini , dove ci si sposta facilmente da un continente all' altro, la scuola torna a rinchiudersi , a limitare la sua visione al di qua della siepe ,cerca una trincea dove arroccarsi ora che invece servirebbe esattamente l'opposto per capire, per accogliere ,per migliorare.
È l’assurdità di voler restringere l’orizzonte culturale della scuola italiana, come se il nostro passato e presente non fossero già intrecciati con il resto del mondo. La pizza, simbolo dell’orgoglio nazionale, ha radici negli antichi egizi. La chiamavano "pita". E allora? Dovremmo forse indignarci perché non è nata sotto il Vesuvio? La nostra stessa lingua, i nostri dialetti sono una miscela meravigliosa di lingue antiche e moderne che nei secoli hanno imparato ad integrarsi, contaminarsi, organicamente. Insistere su un futuro diviso, concentrato solo sull’Occidente, è come cercare di vincere una gara di sopravvivenza in solitaria mentre il resto del mondo collabora per costruire qualcosa di meglio. Non mi azzardo ad introdurre il tema della convivenza e co-esistenza con altre forme di vita sul pianeta… Solo quando accetteremo che siamo un unico genere umano – e non una serie di tribù in lotta – apriremo la strada a una vera evoluzione. Ma se preferiamo rimanere in competizione, almeno saremo i campioni di un rinnovato provincialismo medievale.
Forse vale la pena spiegare a Valditara che persino molti imperatori e generali romani non erano italici, da Traiano ad Adriano (spagnoli) a Costantino (Serbo). La Roma mitizzata da Mussolini e oggi dalla cricca delle sorelle d'italia era un mix di culture e lingue. Ma chettelodico affà, stiamo parlando di un governo dove il primo ministro ha fatto l'alberghiero...
Grazie per questo pezzo. Mi riporta la mente indietro alla mia prima liceo, nei primi anni duemila. In un'altra sezione c'è una ragazza in scambio da un liceo americano. La professoressa di storia racconta alla mia classe con sgomento che negli Stati Uniti a scuola "si studia la storia della Cina". Implicita l'idea che dalla storia dei paesi orientale non ci sia nulla, o comunque molto poco da imparare; che una decisione curricolare del genere priva gli studenti dell'accesso alla ricchezza culturale della nostra cara vecchia Europa. E noi alunni quattordicenni italiani abbiamo completamente abboccato. "La storia della Cina, ti rendi conto? Cosa si potrà mai imparare dalla storia della Cina?"
È stato proprio trasferirmi in America quasi 10 anni fa che mi ha mostrato la fallacia, e la chiusura spesso razzista, di questo modo di pensare della scuola italiana.
Come dice Alessandro Giammei in "Gioventù degli antenati": "Che fatica, essere italiano. Quando cresci pensandoti titolare dell'eredità culturale più significativa di Europa [...] è difficile camminare verso il futuro, con tanto passato a gravarti sulle spalle".
Potremmo anche aggiungere che, pure nel nostro piccolo mondo europeo, l’Occidente non esisterebbe e non si potrebbe comprendere, senza l’Oriente. Perfino la Bibbia ci ricorda che il cristianesimo è una religione orientale. Fosse stato per gli “occidentali” non avremmo la Chiesa che conosciamo oggi (e parto dal presupposto che Valditara apprezzi tutto lo status quo più rigoroso). Insomma, neanche il più conservatore ed eurocentrico degli insegnamenti dovrebbe poter esimersi da un confronto con le civiltà e culture non occidentali, salvo che si parli di indottrinamento travestiti da insegnamento.
io ritengo giusto e doveroso introdurre elementi di storia pensiero e filosofia extraeuropei, assolutamente, che poi la scuola possa farsi carico di tutto questo nutro forti dubbi e inoltre non si compie un'operazione di razzismo culturale porre l''occidente come matrice a cui altre culture si sono ( dovuto) confrontate e anche modellate.
questo detto quello che trovo al contempo inquietante e risibile di valditara è
1) porre il punto di caduta dell'occidente nel cristianesimo ( la bibbia???!!!) mentre l'occidente è occidente solo in quanto scristianizzato. che non vuol dire necessariamente ateo, ma vuol dire aver posto dio al di fuori del divenire storico. la jahad ci odia non perchè siamo cristiani ma perchè non lo siamo più, e almeno dal 1600, non da ieri.
è un'operazione capziosa e regressiva che ha solo uno scopo politico , ma non voglio dilungarmi
2) l'accetuazione della storia romana , greca, risorgimentale. italia chiamò..i colli fatali...il genio di dante...tutte cose importati ma se i giovani vogliono avere gli stumenti per capire il presente devono studiare il novecento ( tutto il novecento) la meccanica quantistica, leggere pirandello e non i malavoglia, studiare heidegger, marx, nietzche e non anassimandro
E, Parmenide.
ma cosa volete che si insegni a scuola? con tutto lo scibile che c'è, bisognerà fare delle scelte e per quante se ne facciano ce ne sarebbero sempre di migliori. E c'è il disegno, l'arte importantissimi vero no? e la musica che trascuriamo la musica? ma la fisica e la matematica e le lingue straniere, almeno l'inglese ma che lo sappiano parlare, geografia, scienze ma anche il latino per capire le nostre origini... poi ci sarebbe anche l'informatica che è già arrivata la AI e bisognerebbe conoscerla per saperla usare. La filosofia, la storia.... Che li diplomiamo senza che sappiano dell'entanglement e del principio di indeterminazione, rivoluzionari... avrebbero cambiato il nostro modo di vivere se la gente li conoscesse. Nemmeno Cardini ed Odifreddi insieme conoscono tutte queste materie. La scuola insegni un po' di cose essenziali e bene con insegnanti che hanno passione per la loro materia e non siano solo preoccupati perchè fanno fatica ad arrivare a fine mese, che non tutti sono come il De Angeli delle 5 lauree in cinque anni e lasci la curiosità, questa soprattutto agli allievi di istruirsi per tutto il resto della vita, ogni giorno di più. Capire soprattutto che le nozioni non usate il nostro cervello purtroppo le dimentica ( lo dice anche De Angeli, 10 anni di elaborazione nell'Ippocampo perchè la memoria venga fissata indelebilmente come engrammi nella corteccia)
Limitare gli ambiti dell’insegnamento e degli studi equivale a guardare il proprio ombelico e pensare di scoprire il mondo. Consiglierei ai sostenitori di queste idee antistoriche di guardare su Youtube, per almeno 10 minuti, la trasmissione delle Immagini dalla Stazione Spaziale Internazionale. Si vede che la Terra è rotonda e si dovrebbe capire che ruota su se stessa e intorno a una fonte di luce. Poi con calma possono provare a intuire che e’ stata usata una qualche dose di tecnologia, giustificata da conoscenze apprese in scuole diverse da quelle che vogliono imporre ai nostri studenti
Mi rendo conto di esser prevenuto nei confronti di Valditara e di tutto quel che propone ma mi è impossibile diversamente, dopo la sua affermazione che “ l’umiliazione è uno strumento educativo”.
Proprio non ce la faccio
Anzi non ci provo nemmeno
È il ministro dell' analfabetismo
Complimenti
Finalmente qualcuno che riesce a ragionare di cultura occidentale come di una parte e non del tutto.
Finalmente si legge un articolo che non sia una sorta di inno da stadio della curva occidentale ( cosa che accade peraltro al 95 per cento di scritti similari)
Approccio quest’ultimo che già inconsistente di per se diventa poi ridicolo quando si parla di culture millenarie come la cinese o anche di culture che solo fino a 100 anni fa erano parte integrante e avanguardia della cultura “occidentale” come quella russa
Quanto al sig valditara la mia speranza è che gli insegnanti parleranno di Vangeli e nuovo testamento più che dell’antico. Sono certo che gli autori di questa ennesima bestialità per ignoranza non sanno che il Vangelo è parte integrante della Bibbia
Cristianesimo, ricchi che non sono parte del regno di Dio poveri e stranieri da accogliere. Etc etc ….A questi geni verrà un infarto.
La mia scuola è quella degli anni 60 . Una noia infinita unita ad un sempiterno tremore per le interrogazioni , i voti e le bocciature. Dirò un po' di eresie : l'inferno dantesco era il preferito ma il paradiso con la divina Beatrice era insopportabile. Della letteratura italiana non salvavo quasi nulla e allora.....Preferivo leggere i Russi o i Francesi . Potevo evadere da una realtà asfittica che ignorava la società verso la quale ci stavamo dirigendo . Mi piacque la Verrina Ciceroniana perché ne vidi in televisione una sua trasposizione. Poi scoprii il connubio tra politica e camorra con Francesco Rosi e il suo " Le mani sulla città"mentre nella mia scuola tutto ciò era assente anzi quasi rifiutava di parlarne di resistenza e del malaffare tra politica e società mafiosa. Ora con il mondo che non ha confini , dove ci si sposta facilmente da un continente all' altro, la scuola torna a rinchiudersi , a limitare la sua visione al di qua della siepe ,cerca una trincea dove arroccarsi ora che invece servirebbe esattamente l'opposto per capire, per accogliere ,per migliorare.
Totalmente d'accordo. Grazie per considerare l'umanità intera, la sua cultura e storia parte della nostra vita.
Non chiuderci nel nostro "perfettissimo" ma aprirsi alle imperfezioni e perfezioni di tutte le culture. Rita
Totalmente d'accordo. Grazie per considerare l'umanità intera, la sua cultura e storia parte della nostra vita.
Non chiuderci nel nostro "perfettissimo" ma aprirsi alle imperfezioni e perfezioni di tutte le culture. Rita
È l’assurdità di voler restringere l’orizzonte culturale della scuola italiana, come se il nostro passato e presente non fossero già intrecciati con il resto del mondo. La pizza, simbolo dell’orgoglio nazionale, ha radici negli antichi egizi. La chiamavano "pita". E allora? Dovremmo forse indignarci perché non è nata sotto il Vesuvio? La nostra stessa lingua, i nostri dialetti sono una miscela meravigliosa di lingue antiche e moderne che nei secoli hanno imparato ad integrarsi, contaminarsi, organicamente. Insistere su un futuro diviso, concentrato solo sull’Occidente, è come cercare di vincere una gara di sopravvivenza in solitaria mentre il resto del mondo collabora per costruire qualcosa di meglio. Non mi azzardo ad introdurre il tema della convivenza e co-esistenza con altre forme di vita sul pianeta… Solo quando accetteremo che siamo un unico genere umano – e non una serie di tribù in lotta – apriremo la strada a una vera evoluzione. Ma se preferiamo rimanere in competizione, almeno saremo i campioni di un rinnovato provincialismo medievale.