Tutti celebrano il documentario San Damiano che racconta i senzatetto della stazione Termini, ma il voyeurismo del disagio crea soltanto facile empatia e nasconde le responsabilità
Chiedo scusa per la brutale franchezza e lungi da me il 'servo encomio' al prof. Raimo, ma il film mi è sembrato una bruttissima copia dello stupendo libro 'Storia di mia vita'.
Molto bello questo pezzo, riflessione condivisibile…da tempo ormai non guardo queste produzioni osannate dai più…e quindi non guarderò nemmeno questo. Non voglio prestarmi al consumo emotivo che implicano. Grazie per l’articolo!
Ho letto con particolare interesse l’articolo di Raimo perché - a mio avviso- pone l’attenzione su un aspetto poco discusso degli attuali meccanismi di produzione dell’informazione e della cultura.
Mi sono spesso domandata perché oggi per vedere l’orrore delle guerre (vere) abbiamo bisogno di montaggi, post-produzioni, colonne sonore, accelerazioni o ralenty di immagini ….. come se la nostra immaginazione e i nostri occhi non ci bastassero più…
Sulla guerra, sulla povertà, sul dolore si è andata sviluppando una retorica che “confeziona” esteticamente un prodotto pronto al “consumo emotivo” ; e questo consumo ci basta e ci lascia anestetizzati e lontani dalla realtà e dai suoi perché, inconsapevoli delle nostre ignoranze e delle nostre possibilità di azione e di cambiamento.
Non so se vedrò questo film, ma non credo sia questo il problema; vorrei invece - come altri hanno detto - come società civile svolgere un altro ruolo.
Comincio col dire che non ho visto il film. Ma l'idea che i "poveracci" abbiano quel che si sono "meritati" è integrata nel modo di pensare corrente. E' questo il baco
Come sempre, un sincero grazie per lo sguardo costruttivamente critico che anima Stefano Feltri, come tutto il gruppo dei collaboratori di Appunti.
Non ho visto il film e anch’io non credo che lo vedrò. Ho lavorato per anni in ambito televisivo: abbastanza per sapere perfettamente come certi argomenti e soggetti possono venir strumentalizzati. Sono d’accordo con il lettore precedente: “la comunità civile dovrebbe svolgere altro ruolo”.
Io non lo guardo di sicuro né faccio girare l'idea di guardarlo. Siamo travolti dalla violenza e la volgarità sociale, la comunità civile dovrebbe svolgere un altro ruolo. Dickens non ha insegnato nulla sulla crudezza della città delle disuguaglianze. Tutto è stato spettacolo si accomodino signori, la i popcorn.
Chiedo scusa per la brutale franchezza e lungi da me il 'servo encomio' al prof. Raimo, ma il film mi è sembrato una bruttissima copia dello stupendo libro 'Storia di mia vita'.
Mi sembra che Trainspotting alla fine abbia un fondo di speranza maggiore ma non c'è più l'abitudine a fare questi confronti sui giornali ultimamente.
Molto bello questo pezzo, riflessione condivisibile…da tempo ormai non guardo queste produzioni osannate dai più…e quindi non guarderò nemmeno questo. Non voglio prestarmi al consumo emotivo che implicano. Grazie per l’articolo!
Ho letto con particolare interesse l’articolo di Raimo perché - a mio avviso- pone l’attenzione su un aspetto poco discusso degli attuali meccanismi di produzione dell’informazione e della cultura.
Mi sono spesso domandata perché oggi per vedere l’orrore delle guerre (vere) abbiamo bisogno di montaggi, post-produzioni, colonne sonore, accelerazioni o ralenty di immagini ….. come se la nostra immaginazione e i nostri occhi non ci bastassero più…
Sulla guerra, sulla povertà, sul dolore si è andata sviluppando una retorica che “confeziona” esteticamente un prodotto pronto al “consumo emotivo” ; e questo consumo ci basta e ci lascia anestetizzati e lontani dalla realtà e dai suoi perché, inconsapevoli delle nostre ignoranze e delle nostre possibilità di azione e di cambiamento.
Non so se vedrò questo film, ma non credo sia questo il problema; vorrei invece - come altri hanno detto - come società civile svolgere un altro ruolo.
Interessantissimo pezzo. Peccato sia quasi illeggibile.
Comincio col dire che non ho visto il film. Ma l'idea che i "poveracci" abbiano quel che si sono "meritati" è integrata nel modo di pensare corrente. E' questo il baco
Come sempre, un sincero grazie per lo sguardo costruttivamente critico che anima Stefano Feltri, come tutto il gruppo dei collaboratori di Appunti.
Non ho visto il film e anch’io non credo che lo vedrò. Ho lavorato per anni in ambito televisivo: abbastanza per sapere perfettamente come certi argomenti e soggetti possono venir strumentalizzati. Sono d’accordo con il lettore precedente: “la comunità civile dovrebbe svolgere altro ruolo”.
scrivere più chiaro
Io non lo guardo di sicuro né faccio girare l'idea di guardarlo. Siamo travolti dalla violenza e la volgarità sociale, la comunità civile dovrebbe svolgere un altro ruolo. Dickens non ha insegnato nulla sulla crudezza della città delle disuguaglianze. Tutto è stato spettacolo si accomodino signori, la i popcorn.
Bellissimo pezzo, che condivido in pieno!
E da abbonato sono d'accordissimo nel lasciare aperti questi contributi.