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Avatar di Adriana Tabarelli de Fatis

Molto bello questo pezzo, riflessione condivisibile…da tempo ormai non guardo queste produzioni osannate dai più…e quindi non guarderò nemmeno questo. Non voglio prestarmi al consumo emotivo che implicano. Grazie per l’articolo!

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Avatar di Mariano Beltrame

Ho letto con particolare interesse l’articolo di Raimo perché - a mio avviso- pone l’attenzione su un aspetto poco discusso degli attuali meccanismi di produzione dell’informazione e della cultura.

Mi sono spesso domandata perché oggi per vedere l’orrore delle guerre (vere) abbiamo bisogno di montaggi, post-produzioni, colonne sonore, accelerazioni o ralenty di immagini ….. come se la nostra immaginazione e i nostri occhi non ci bastassero più…

Sulla guerra, sulla povertà, sul dolore si è andata sviluppando una retorica che “confeziona” esteticamente un prodotto pronto al “consumo emotivo” ; e questo consumo ci basta e ci lascia anestetizzati e lontani dalla realtà e dai suoi perché, inconsapevoli delle nostre ignoranze e delle nostre possibilità di azione e di cambiamento.

Non so se vedrò questo film, ma non credo sia questo il problema; vorrei invece - come altri hanno detto - come società civile svolgere un altro ruolo.

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