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Si potrebbero aggiungere tante cose a questo articolo e farne uno dei filoni di Appunti ma è abbastanza evidente a tutti il collasso di questo sistema sanitario con conseguenze inevitabili a tutto il complesso economico che vi sta attorno.

A titolo di esempio mi piace far notare che sui giornali per molto tempo si è parlato di medicina solo per i successi in camera operatoria, poi è arrivato il covid e ci siamo resi conto che c'erano tanti altri reparti importanti.

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Su questo argomento potrei scrivere un'enciclopedia. Sempre restando sul territorio che conosco, Trieste in particolare, ho diretto un'associazione di promozione sociale (così si chiama dopo la riforma del terzo settore). Mi hanno chiamata ad arginare un dissesto finanziario da quasi 1 milione di euro. Porto con me un'esperienza indimenticabile, appassionata e amara. Dopo la riforma i dirigenti non dovrebbero più essere pensionati interessati esclusivamente alla medaglietta da appuntare sulla giacca, ma veri e propri imprenditori. Ci sono appalti da milioni di euro per sopperire alle carenze sanitarie locali quanto a soccorso in emergenza. I dipendenti delle APS guadagnano poco più di metà dei colleghi delle ASL (qui ASUGI) e hanno una professionalità maggiore dei più fortunati colleghi. Non voglio dilungarmi inutilmente su questo. Mi fa piacere sottolineare che strutture importanti del territorio sanno fare da filtro ai ricoveri in pronto soccorso grazie appunto alla professionalità e competenza che solo una formazione costante riesce a determinare. Scusate la lunghezza del mio commento, ma sono decine le cose da realizzare/creare per poter risparmiare. Purtroppo queste sono ostacolate da direttivi incapaci e refrattari ad un cambiamento.

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