Il problema con Musk e Grok
Il proprietario di X sostiene che la sua intelligenza artificiale è la migliore al mondo. Ma con quali dati è stata addestrata?
Il proprietario di X sostiene che la sua intelligenza artificiale è la migliore al mondo. Ma con quali dati è stata addestrata?
Laura Turini
Mercoledì 21 maggio, alle 17, in una diretta Substack di Appunti Laura Turini discuterà il nuovo libro di Stefano Feltri - Il nemico - Elon Musk e l’assalto del tecnocapitalismo alla democrazia (Utet) che uscirà il 10 giugno. Si può pre-ordinare qui.
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Il postino suona sempre due volte, ma nel caso di Elon Musk, refrattario al rispetto delle leggi, il numero degli squilli potrebbe anche aumentare, soprattutto in Europa dove esiste una regolamentazione stringente che può impattare seriamente sul suo business.
L’Unione europea si è infatti dotata di una corposa normativa posta a difesa dello strapotere di grossi gruppi tecnologici, come il DSA, Digital Services Act, che mira ad arginare i rischi sociali collegati all’uso delle piattaforme di grandi dimensioni, i gatekeeper, e il DMA, Digital Markets Act, che si pone come obiettivo la salvaguardia di una leale concorrenza sui mercati digitali.
Prima ancora, l’Ue aveva varato un’importante normativa tesa a tutela dei dati personali delle persone fisiche, il Regolamento Europeo 2016/679, noto come GDPR a cui sono chiamati ad adeguarsi tutti coloro che operano all’interno dell’Unione.
E come se non bastasse l’Ue è poi intervenuta con l’AI Act, il Regolamento 2024/1689, che impone severi controlli e obblighi di trasparenza a chi opera in un settore determinante come quello dell’intelligenza artificiale.
Twitter, oggi X, acquisita da Elon Musk nel 2022, è stata tra le prime a subire le conseguenze della normativa europea.
Nel 2021 è finita sotto i riflettori dell’autorità garante della privacy irlandese, la DPC, Data Privacy Commision, una delle più attive autorità europee, perché in Irlanda hanno sede le più importanti succursali americane delle big tech.
In quell’occasione X fu condannata a pagare una sanzione amministrativa di 450.000 Euro, confermata dalla Corte di Dublino, per omessa notifica di un data breach.
Nel 2023, quando era entrata a fare parte dell’impero di Elon Musk, X è stata al centro di una nuova indagine per verificare il rispetto del DSA in tema di trasparenza e gestione dei rischi e, sempre nello stesso anno, finì nuovamente nel mirino del DPC che le contestava un uso illecito dei dati degli utenti europei per addestrare sistemi di intelligenza artificiale e in particolare Grok, l’AI di Elon Musk.
Il problema dell’addestramento
Com’è noto i sistemi di intelligenza artificiale sono addestrati su una enorme quantità di dati, per la maggior parte tratti dalla rete Internet attraverso uno scraping massivo di raccolta a strascico, senza alcuna selezione e discrimine tra materiale protetto dal diritto d’autore, materiale proprietario e documenti che contengano dati personali.
La DPC è tornata a occuparsi di X, proprio su questo tema, giungendo, dopo una serie di indagini, a contestare alla società irlandese TIUC, Twitter International Unlimited Company, di utilizzare i dati degli utenti di X per addestrare il sistema di intelligenza artificiale Grok.
Nel 2023 la vertenza è stata chiusa con l’accordo della TIUC che ha accettato di cessare ogni utilizzo dei dati degli utenti di X ai fini di training, fino a quando non fossero stati messi nelle condizioni di revocare il loro consenso al trattamento.
In sostanza, l’attività non è stata considerata vietata in sé, ma gli utenti devono essere informati del fatto che i loro dati possono essere raccolti per addestrare sistemi AI e devono poter esprimere il loro dissenso.
In questi giorni, anche Meta ha informato i propri utenti che da giugno 2025 utilizzerà i loro dati pubblici per addestrare i propri sistemi AI, a meno che non si oppongano al trattamento, cosa che potranno fare utilizzando gli appositi moduli messi a disposizione su Facebook e su Instagram.
L’indagine su Grok

È a questo punto che si apre un nuovo capitolo nel rapporto tra Elon Musk e la normativa europea che rischia di impattare sul settore per lui più importante, quello dell’intelligenza artificiale, di cui aspira ad essere leader assoluto.
Dopo essere uscito da OpenAI, di cui era stato un cofondatore, Elon Musk ha puntato molto sull’AI con la propria startup xAI e il relativo modello di intelligenza artificiale, oggi arrivato alla versione di Grok-3, altamente competitivo. Lo stesso Musk lo ha definito come il sistema più intelligente al mondo.
Grok-3 ha quasi quadruplicato la sua potenza di calcolo e stando alle affermazioni di xAI supererebbe le concorrenti Gemini, DeepSeek, Clude e ChatGPT.
Il modello include un motore di ricerca denominato Deep Search particolarmente evoluto che, sempre stando alle affermazioni di Elon Musk, risponderebbe in modo realistico, senza censure, tracciando anche il percorso di ragionamento.
Potendo contare su enormi risorse, Grok ha un alto tasso di crescita, per cui spaventa i concorrenti e il mercato, considerando che è nelle mani di uno degli uomini più potenti al mondo, proprietario di società altamente impattanti come Starlink, Tesla e Neurolink.
Il Garante irlandese della privacy non si è preoccupato di tutto questo, ma più semplicemente, prima si è chiesto se Grok fosse stato addestrato con i dati degli utenti di X e poi, adesso, si sta domandando se X abbia davvero cessato di usare i dati come aveva promesso.
Da qui una nuova indagine, aperta nell’Aprile 2025, a carico della XIUC, X Internet Unlimited Company, subentrata alla TIUC, tesa a verificare la correttezza o meno del comportamento dell’azienda.
Come ha avuto modo di chiarire la stessa DPC, non si tratterebbe di una nuova contestazione ma della verifica del rispetto degli accordi del 2023. L’indagine riguarda infatti l’uso di un sottoinsieme di dati personali, quelli contenuti nei post pubblici degli utenti europei.
La notizia non è stata, però, accolta con favore da Elon Musk che si ritiene vittima delle leggi europee che ha in più occasioni criticato, considerandole un limite alla libertà di espressione. Lo stesso ha fatto in più occasioni Donald Trump che considera la normativa europea dannosa per le aziende americane al punto di equiparare le sanzioni loro imposte a una forma di tassazione.
È indubbio che xAI trae un enorme vantaggio dall’utilizzo dei dati degli utenti di X, che rappresentano anche una base rilevante per la generazione delle risposte di Grok, ricca di informazioni sempre aggiornate e spesso provenienti da soggetti competenti.
Non dimentichiamoci che a marzo di quest’anno Elon Musk ha dichiarato in un post che la sua startup xAI vale adesso ottanta miliardi di dollari dopo avere acquistato X per 33 miliardi di dollari, circostanza che dimostra il suo assoluto interesse a un’integrazione tra social media e intelligenza artificiale.
L’indagine della DPC, che ha il solo scopo di garantire il rispetto della normativa europea sul trattamento dei dati personali, si inserisce quindi in un articolato quadro di relazioni tra Europa e Stati Uniti e rischia di avere ripercussioni che vanno ben oltre il caso concreto.
Elon Musk, che è sul trampolino di lancio dell’onnipotenza, difficilmente accetterà imposizioni che possano rallentare la crescita del suo modello di intelligenza artificiale e le sue aspirazioni espansionistiche.
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Il nemico
Quando Giorgia Meloni parla del “mio amico” Elon Musk, quando ne coltiva il favore e incentiva il business, cosa sta facendo? Sta forgiando un’alleanza preziosa per l’Italia? O sta asservendo il Paes…
MUSK TALKS - in diretta su Substack
Mercoledì 21 maggio ore 17 - Musk e il nuovo potere digitale - Con Laura Turini e Stefano Feltri
Martedì 27 maggio, ore 17 - Musk e l’ideologia del tecno-capitalismo - Con Gloria Origgi e Stefano Feltri
Mercoledì 4 giugno, ore 17 - La crisi della democrazia nel tempo di Musk - Con Mattia Diletti e Stefano Feltri
Martedì 17 giugno, ore 17 - Musk e l’ascesa della tecnodestra - con Vincenzo Sofo (autore di Tecnodestra per Paesi edizioni)
Martedì 24 giugno, ore 17 - Musk, i satelliti e la geopolitica dello spazio - con Frediano Finucci (autore di Operazione Satellite per Paesi edizioni)
Dal vivo:
Sabato 31 maggio, ore 15, al Festival dell’Economia di Torino, al Circolo dei lettori: Contro Elon Musk - con Marc Lazar e Stefano Feltri, coordina Eva Giovannini
Giovedì 19 giugno, ore 18: A Roma, alla Libreria Testaccio, piazza Santa Maria Liberatrice 23, con Carlo Tecce
Per info su presentazioni, interviste, speech: appunti@substack.com (non sono in grado di organizzare altre cose fuori Roma, quindi non offendetevi se declino inviti a festival o presentazioni che richiedono trasferte)
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Sono andata a catechismo dalla prima elementare, ho fatto la confessione, la comunione e la cresima. Ho fatto l’animatrice nei Grest parrocchiali, volontariato per le Piccole Apostole della Carità. E…
Innovativo e geniale, viene ripetuto. Forse enfatizziamo troppo la ricchezza di Musk. Le sue aziende non fatturano cifre importanti e i loro utili sono tutto sommato contenuti.
Forse è al centro di una bolla speculativa che ha estremo bisogno di una politica prepotente per affermarsi.
Il futuro distopico che diventa presente sotto i nostri occhi.