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Scappano dall'Italia e poi dall'estero si mettono a predicare. Com'è bello vivere così

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Articolo duro e un po' spietato ma che mi sento di condividere, nonostante io conosca bene gli attacchi di ansia che sono incominciati più tardi, quando già avevo un lavoro e una famiglia. Credo che l'ansia faccia parte della vita. Siamo in ansia perché non sappiamo bene perché siamo nati e quale sia il nostro posto nel mondo, anche se abbiamo tanta paura della morte. E per dare un senso a tutto ciò ci vuole tanta forza, anche se viviamo da privilegiati e ce lo dimentichiamo troppo spesso. Però sono d'accordo. Bisogna avere il coraggio di reagire a tutto ciò.

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Grazie Guido per queste belle parole che condivido al 100% (sono nata negli anni 70 e ho due figli di 18 e 23 anni). La signora "filosofa" dovrebbe occuparsi più approfonditamente delle questioni che riguardano i giovani di oggi e non limitarsi a denigrarli o a ripetere vuoti luoghi comuni: Continua così.

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Da ragazza del '99, trovo assurdo svilire un mio quasi-coetaneo per il suo percorso di studi — coerente con le sue passioni e i suoi interessi personali, com'è giusto che sia (che non è quello che ci dite sempre voi adulti? "Studia per quello che ti piace fare"? Adesso è diventato "Studia l'ingegneria-quella-con-il-nome-inglese-che-fa-più-figo per contribuire alle sorti del mondo altrimenti fai schifo e non hai diritto di lamentarti"? Diamine, devo essermi persa questo cambiamento) — per il semplice motivo di non essere disposto a voler autonomamente e indipendentemente cambiare e salvare il mondo... Dedicando i suoi studi e la sua vita alla nobile causa di risollevare il pianeta da problemi che la generazione prima della nostra non solo non ha saputo risolvere, ma che principalmente ha partecipato a creare.

Grazie Guido per aver dato alla nostra generazione la possibilità di rispondere all'ennesima critica paternalista di chi dice che siamo solo buoni a lamentarci e basta.

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Annotazione di passaggio tutto quel leggere Boomer Millennial Z mi fa una tristezza che non vi dico.

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Una domanda per la professoressa Origgi: le cose dette da Giuliano, giovane ricercatore, sul disagio, confusione dei giovani trova qualche riscontro nelle tragedie documentate in questi giorni o quelle si devono rubricare quali patologie che sfuggono ad un esame sociologico?

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A proposito delle lauree in campo umanistico mi piacerebbe sapere cosa stanno facendo l'attuale ministro dell' istruzione sull'argomento oggetto del dibattito. In Italia capita che per gestire il nostro patrimonio artistico e culturale dobbiamo far intervenite figure specializzate dall'estero mettere i nostri laureati non sono per nulla valutati e utilizzati.

Non so se le mie senzaziono sono corrette, mi piacerebbe saperne di più sull'argomento.

Grazie

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Ho letto soltanto l'articolo di Gloria Origgi e la risposta a questo di Guido Giuliano (l'ho scritto bene, credo! :-)

Lo dico da boomer (3 figli fra 20 e 25 anni) come, mi sembra di capire, è anche Gloria Origgi: il modo in cui lei tratta il problema serissimo della generazione dei nostri figli è supponente e pedante. E soprattutto, dal mio punto di vista, non c'entra minimamente il problema. Che è sicuramente un problema della società del benessere. E' il problema esistenziale dei giovani che toccano con mano il fatto che vivranno peggio dei loro genitori.

Dei figli che, a trent'anni, magari dottori in chimica, non possono vivere da soli in una città da più di un milione di abitanti e sono costretti a condividere appartamento e impossibilitati ad andare in banca.

E non si tratta soltanto di leggere Nature o Science al posto del Corriere (questa, mi perdoni, è la sciocchezza più grande che ho vista pubblicata da una persona presuntamente seria negli ultimi anni).

Magari il nostro Guido farà la fame come hanno sempre fatto il 90% degli artisti, letterati e filosofi, costretti, una volta esauriti i tentativi di vivere dell'arte, a insegnare a scuola senza alcuna vocazione (poi per fortuna una parte se la fa venire e fa una discreta figura nella scuola media o al Liceo). Va bene così, Guido se l'è cercata perché ha voluto studiare discipline "da snob" come Shakespeare (mamma mia...).

Ma il problema oggi tocca anche quelli che leggono Science, studiano robotica e data science, medicina o biomedica. Se poi ci sta bene che questo paese continui a mandare via migliaia di giovani ogni anno per poter avere l'opportunità di avere un lavoro pagato in maniera congrua allora andiamo avanti così, svuotando l'Italia di medici e di sogni.

Vorrà dire che, se ci andrà bene, torneranno pensionati, fra 40 anni, come lei e chissà quanti giovani troveranno allora. Forse pochissimi. E, di sicuro, nessuno che sappia chi è Shakespeare, sperando che almeno Netflix corra ai ripari.

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Le confermo che il mio nome è scritto correttamente e La ringrazio per questa riflessione, che ci riporta su temi di interesse generale, invece di parlare della mia tesi di triennale o di chi mi lavi i calzini.

E meno male! :-)

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set 3Messo Mi piace da Gloria Origgi

Coin il mio saranno 90 commenti. Caro Stefano, hai colto nel segno: gli scontri (anche quelli generazionali) pagano, e sia detto in senso buono: la gente ha voglia di discutere, di confrontarsi, forse anche come diceva Dante, di "parteggiare" (Dante lo diceva in senso dispregiativo a proposito di "villani"). Qui non siamo villani ma gente civile. E quindi ben venga il parteggiar civile. Cambieremo il mondo parteggiando? Non lo so. "Vecchi" e "Giovani" è una categorizazione che ha una storia pari a quella dell'umanità, continuamente riletta e riscritta, da vecchi che poi moriranno e da giovani che, si spera, invecchieranno. E valuteranno da vecchi se hanno cambiato o migliorato il mondo (quello all'interno del loro orizzonte o anche quello fuori) o no, confrontandosi con nuovi giovani che hanno le loro idee epocali su come cambiarlo o migliorarlo. Ciascuno arrivando alle proprie, legittime conclusioni, se pure ci arriveranno. Ci arriveremo.

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Gentile Guido,

La lettura di Cecilia mi ha toccato molto.

In particolare, quello che si può esprimere col lessico sintetico dei teologi medievali: al male fisico, alla sorte che colpisce duro, si aggiunge il male morale. Narcisismo, incapacità di ascoltare ne sono forme quotidiane che le sue parole sanno catturare (insieme a molte altre cose, visibili e invisibili).

Non conoscevo i commenti negativi cui ha accennato Stefano Feltri negli Appunti settimanali del 31 agosto, solo che vertevano sul conflitto tra generazioni, e ho iniziato a scriverle per desiderio di controbilanciare. Poi ho scorso velocemente il commento di Gloria Origgi.

Abbiamo tutti motivi, sotto un certo punto di vista, per lamentarci. La vita à dura, e l’era del digitale ci riserva ignote forme aggiuntive della sua durezza. È tipico di molti esseri umani ritenere che gli altri stiano meglio di loro, che siano privilegiati. Così appaiono i giovani a molti maturi e vecchi (hanno la gioventù). Ma anche i maturi e i vecchi a quei giovani che pensano di essere la prima generazione a pagare i debiti di quelle precedenti. L’invidia per la gioventù altrui e l’esaltazione della propria, i luoghi comuni sui giovani (non vogliono fare lavori o studi faticosi), la fatica di vivere in un paese stagnante, tutto dà corpo a giudizi generalistici, producendo anche rabbia (ulteriore) in chi non si riconosce a ragione nei privilegi addebitatigli; ma che i problemi ci siano lo dicono i riscontri nei dati statistici.

Di primo acchito lo scontro generazionale oggi mi sembra una guerra tra poveri, invece è una guerra fra lobbies dove a contare sono il numero, le posizioni acquisite, e quindi i vecchi vincono (ma non possono tornare giovani).

Il suo racconto mi è piaciuto così tanto che non riesco a collocarlo in una lobby (anche se ben venga un po’ di peso alla parte che ha meno voce). Non che ci siano solo corde ‘universali’ leggere e tragiche, al contrario. La consapevolezza che Cecilia ha delle rigidità burocratiche, di un sistema inefficiente a tanti livelli, incluso quello della maturità ‘umana’ dei medici, mi ha fatto pensare amaramente che questa acuta coscienza, anche ironica, queste esperienze dolorose, siano il contrappeso e lo specchio di un sistema che non funziona adesso. Adesso che lei e Cecilila avete vent’anni.

La ringrazio quindi per avermi fatto sentire la sua voce, la vostra voce. Volevo parlare di quello che dice, ma poi ho preso un’altra piega.

Gloria Origgi ha introdotto un tema cruciale e attuale. Cito Fabio Scacciavillani, che vorrebbe eliminare l’impianto gentiliano dei programmi scolastici, sostituendo le materie classiche con diritto, statistica, economia, informatica, per una preparazione – dei quadri, delle future ‘classi dirigenti’ – adeguata alla realtà. Scacciavillani, totalmente a favore delle stem, fa nel suo discorso una chiosa che condivido in pieno. Il punto è la consapevolezza delle scelte e quindi delle loro conseguenze. Nei settori ‘umanistici’ c’è tanta offerta e poca domanda; viceversa in quelli tecnico-scientifici. Consapevoli della maggiore concorrenza [termine improprio, perché per lo più il baronato prevale sul talento] e degli introiti economici, si è poi naturalmente liberi di intraprendere la strada che desideriamo [anche se tale libertà dipende spesso dalla disponibilità economica]. Insomma, un conto è voler promuovere il sapere tecnico-scientifico, fino a proposte di eliminazione del liceo classico (Forchielli) o di accesso a numero chiuso, per dare un impulso economico al paese, un altro è il piano delle scelte individuali, dove ogni scelta è legittima se assunta con consapevolezza.

Un abbraccio a lei e a Cecilia,

Laura Fedi

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Gentilissima Laura,

grazie per l'attenzione con la quale ha letto Cecilia e per questa Sua riflessione così articolata e completa.

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Ho una laurea scientifica (ingegneria ambientale, perché volevo ripulire il mondo …) e mi permetto di dire alla Dott.ssa Origgi che sbaglia nel primo passaggio della sua “dimostrazione”: a me non pare che Guido si lamenti! Quindi, partendo da un punto sbagliato, tutta la dimostrazione va poi a rotoli ;) senza rancore.

Ripeto quanto già commentato: credo che questo scrittore non si voglia lamentare, ma voglia provare a raccontare la sua generazione. Se non è coraggio questo!! E oggi è drammaticamente attuale il tema di saper ascoltare o non ascoltare questa generazione che cerca di parlarci.

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Grazie, non sa quanto mi rincuori questo Suo commento!

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Le generazioni millennials e Z hanno avuto infanzie edulcorate in cui il mondo appariva perfetto. Appena si scopre che il mondo è altamente imperfetto, si cade nell’equivoco di incolpare se stessi per non aver seguito i mantra illusivi del:

Realizza i tuoi sogni

Credi in te stesso

Combatti per i tuoi desideri

Ecc ecc

Non è questo che puó rendere appagati i giovani. La gratificazione viene sempre dalla cura. Ogni cosa che fai la devi fare con impegno e dedizione, anche se non è il tuo sogno, anche se ti sembra inadatta a te. Solo la cura ci gratifica e ci dà le motivazioni per evolvere verso altro

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set 3·modificato set 3Autore

Mi perdoni, ma quella delle infanzie edulcorate, in cui il mondo appariva perfetto, è una generalizzazione un po' discutibile.

Se vorrà leggere “Giorgio", il mio racconto, capirà che intendo. Ma, tralasciando quello che è un caso particolare: chi è nato qualche anno prima di me ed era bambino quando sono crollate le torri gemelle non può essere cresciuto con l’idea che il male non esista. Quando c’è stata la crisi del 2008 io avevo otto anni. Al telegiornale sentivo parlare di persone che si suicidavano per debiti. In quegli stessi anni o poco dopo, gli insegnanti ci facevano vedere documentari come "Una scomoda verità" (quello con Al Gore), che trattava delle conseguenze e dei pericoli del cambiamento climatico e, nelle ore di educazione civica, ci parlavano di stragi mafiose, di cosa siano il pizzo, la corruzione, la concussione e il peculato… Quindi non è vero che siamo cresciuti nell'inconsapevolezza più completa, in una nuvola di zucchero filato. Anzi, credo che quanto afferma non si possa dire proprio di nessuna generazione, compresa quella successiva alla mia, che ha iniziato la scuola durante una pandemia globale e ora si avvia a finire le elementari mentre ci sono due guerre in atto, vicine all’Europa.

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set 2·modificato set 2

Come mai nessuno ha sottolineato il paradosso insito in una studiosa di materie umanistiche, che quindi non produce niente di concreto e utile (secondo la sua scala di valori) per la società ma presumibilmente solo parole, riflessioni, ragionamenti (cioè aria fritta, in base a ciò che lei stessa sostiene) che, sfidando il ridicolo, accusa i giovani di oggi di trastullarsi in ciò che li appassiona invece di scegliere materie STEM? La penso in maniera diametralmente opposta a Origgi, e non solo per il tono paternalista e volutamente beffardo che ha usato: il vero dramma dell'uomo moderno è proprio quello di aver spezzettato il sapere in tanti microcosmi iperspecializzati che non si parlano tra loro. Non a caso invece le grandi menti del passato approfondivano con uguale passione sia gli argomenti scientifici sia quelli umanistici. Totale solidarietà a Guido Giuliano. E ai giovani: scegliete sempre ciò che sentite dà un senso alla vostra vita e ribellatevi a chi vi vuole come automi asserviti alle richieste del mercato. L'esempio dell'Australia è aberrante.

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Vorrei far notare alla filosofa Origgi quanto, secondo me, il linguaggio che ha utilizzato nei confronti dello scrittore e studente Giuliano sia poco costruttivo perchè poco rispettoso, poco convincente perchè supponente (motivato da cosa poi?!).

Un modo netto per non voler portare avanti alcuna comunicazione. Le sue convinzioni sono per lei evidentemente certezze matematiche che non lasciano spazio alcuno ed è un modo altezzoso e prepotente di esporle. E già che ci sono e i commenti qui sono aperti, non le condivido affatto.

Un bravo a Mario D'Adamo per il suo commento e i miei complimenti per il tema trattato nella sua tesi di laurea. Speriamo qualcuno continui ad analizzare il tema :-)

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Se fossi un maschio non mi troverebbe così violenta e irrispettosa. Che le urla vengano da una donna di mezza età è in Italia inaccettabile

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Non mi piace chi urla e chi offende, chi attacca a prescindere. In nessun caso. Non mi piacciono gli Sgarbi, i Vittorio Feltri e quelli che assumono atteggiamenti simili ai loro, e ai suoi, prepotenti, durante un confronto. Il confronto cessa immediatamente e diventa inevitabilmente uno scontro. Ma sulla “comunicazione” ne saprà certamente più di me. E poi da cosa deduce che per me sarebbe diverso se quello che ha scritto lei lo avesse scritto un uomo? Non è così.

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Ebbene sì. Lo confesso. Sono prepotente!!! Forse per questo il gentil paese mi stava stretto ...

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Dalla parte di Guido senza se e senza ma

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Guido, chapeau ! Mi fa anche piacere aver scoperto, dalla Origgi, che in Francia si possono conservare i beni di valore, senza doverli "darli via". Ah! questi Francesi !

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