INCHIESTA SUL TURISMO/3 La rendita urbana espelle le categorie a più basso reddito dai centri urbani, rendendo loro più difficile trovare lavoro e accedere ai servizi in teoria garantiti a tutti
Normalmente maggiore è l’offerta minore il prezzo, ma a Milano si è costruito molto ma case di lusso, anche perché il privato non è un’impresa sociale. Esempi virtuosi non si trovano solo in Nord Europa ma anche in Germania dove la proprietà non è diffusa ma invece lo sono le case in affitto. Ma cos’è lo sprawl ?
Questo articolo è la prova provata delle assurdità ( a mio parere) che si arrivano a concepire pur di non ammettere che il problema vero del disastro in cui ci troviamo ha un unico nome: capitalismo sfrenato e senza alcun limite. Io vivo in una città, Bologna, che sta venendo snaturata dall’overtourism e dalle politiche classiste e a favore della rendita del PD che purtroppo domina, grazie al clientelismo e al malaffare, questi territori da sempre. A Bologna esistono centinaia di migliaia di appartamenti nuovi che restano vuoti perché i prezzi sono comunque alti e non scendono, se non ci sono interventi pubblici di qualche peso nessuno impedirà ai costruttori di continuare e costruire case a 5000 € al metro quadro. L’idea che se aumenta l’offerta dovrebbero calare anche i prezzi è solamente una teoria che non ha alcun rapporto con la realtà che viviamo che è fatta di capitale che può scorrazzare liberamente e fare affari sulla pelle della povera gente senza che sia posto alcun limite dagli enti pubblici che dovrebbero tutelarci e invece sono totalmente asserviti ai più ricchi e prepotenti quindi la soluzione non è affatto più cemento, buona grazia che l’autore abbia ammesso che stiamo soffocando e morendo seppelliti dal cemento, ma meno capitalismo e più interesse pubblico. Ovviamente questo non è possibile perché l’ideologia imperante, di cui Appunti è un legittimo esempio, va in direzione opposta, la sinistra in questo disgraziato Paese è stata cancellata da quel partito di … chiamato Pd e sindacati e società civili sono annichiliti e incapaci di reagire.
Posso solo rispondere che il “misuratore” dei prezzi eccessivi della abitazioni è il rapporto tra redditi e annualità necessarie per acquistare una casa (da noi mi pare lo usi anche Nomisma). E i dati internazionali non sembra lascino dubbi. Minori sono i vincoli al costruire e più favorevole è il rapporto, che varia da circa 3 a oltre 12.
Mi dispiace ma questa inchiesta di Appunti non è stata molto comprensibile. Mi ha ricordato il delirio e la faziosità delle inchieste di Report. Capita a tutti di fare errori. Questo del resto è solo il mio umile giudizio, un’inchiesta riuscita male non toglie comunque valore al progetto Appunti nella sua totalità.
La ringrazio perchè ho capito i mali, ma non ho letto di esempi virtuosi.
Tutte le grandi città del mondo hanno questo problema da quando è aumentata la mobilità: il Portogallo ha addirittura rinunciato alle sue politiche per i pensionati esteri perchè si è reso conto che era più una spesa che un beneficio.
C'è qualche nazione che ha trovato una soluzione, anche piccola? Oppure il modello migliore rimane il Veneto delle città piccole e diffuse?
Sono di due tipi: o paesi socialdemocratici e senza problemi di finanza pubblica (certo non l’Italia), che hanno potuto realizzare moltissima edilizia pubblica, o paesi che hanno liberalizzato le costruzioni, in primo luogo gli USA, che però non hanno molti vincoli storici e architettonici.
Grazie, questi due elementi non li avevo notati nell'articolo e credo che siano un problema insormontabile per l'Italia di cui tener conto quando si cerca una soluzione.
Solo un appunto scritto in fretta e furia: "la rendita è un furto" non allude a un noto concetto marxiano, ma a "la proprietà è un furto" di Proudhon, idea che Marx ha cercato di demolire, se non ricordo malissimo.
Seghetti non ha dimostrato nulla di condivisibile, l'articolo di oggi è un delirio: riferito alla proprietà “la rendita è un furto”; è la maggior fonte delle diseguaglianze di reddito; accresce la pendolarità (salvo proporre di costruire molto di più in periferia). Ma voi uscite dal quartiere Trieste? Provate ad arrivare ad Anagnina e poi mi dite...E il conto al ristorante ve lo paga qualche partito o sindacato oppure pensate anche lì di essere davanti a un inaccettabile divario tra costi di produzione e prezzo del Menù? E poi si tira un ballo Lollo (che mi guardo dal difendere) ma che c'entra? E trascuriamo del tutto la dinamica demografica immaginando di costruire case per chi? Penso di trovarmi nel posto sbagliato e temo che ci terremo Meloni per un bel po'
Bè qualcosa l'ho scritta, e altri hanno scritto a loro volta. Non crede che meriterebbero almeno rispetto e considerazione? Però sbaglio io che mi aspetto umiltà da chi evidentemente presume di avere solo e sempre ragione.
Normalmente maggiore è l’offerta minore il prezzo, ma a Milano si è costruito molto ma case di lusso, anche perché il privato non è un’impresa sociale. Esempi virtuosi non si trovano solo in Nord Europa ma anche in Germania dove la proprietà non è diffusa ma invece lo sono le case in affitto. Ma cos’è lo sprawl ?
Questo articolo è la prova provata delle assurdità ( a mio parere) che si arrivano a concepire pur di non ammettere che il problema vero del disastro in cui ci troviamo ha un unico nome: capitalismo sfrenato e senza alcun limite. Io vivo in una città, Bologna, che sta venendo snaturata dall’overtourism e dalle politiche classiste e a favore della rendita del PD che purtroppo domina, grazie al clientelismo e al malaffare, questi territori da sempre. A Bologna esistono centinaia di migliaia di appartamenti nuovi che restano vuoti perché i prezzi sono comunque alti e non scendono, se non ci sono interventi pubblici di qualche peso nessuno impedirà ai costruttori di continuare e costruire case a 5000 € al metro quadro. L’idea che se aumenta l’offerta dovrebbero calare anche i prezzi è solamente una teoria che non ha alcun rapporto con la realtà che viviamo che è fatta di capitale che può scorrazzare liberamente e fare affari sulla pelle della povera gente senza che sia posto alcun limite dagli enti pubblici che dovrebbero tutelarci e invece sono totalmente asserviti ai più ricchi e prepotenti quindi la soluzione non è affatto più cemento, buona grazia che l’autore abbia ammesso che stiamo soffocando e morendo seppelliti dal cemento, ma meno capitalismo e più interesse pubblico. Ovviamente questo non è possibile perché l’ideologia imperante, di cui Appunti è un legittimo esempio, va in direzione opposta, la sinistra in questo disgraziato Paese è stata cancellata da quel partito di … chiamato Pd e sindacati e società civili sono annichiliti e incapaci di reagire.
Posso solo rispondere che il “misuratore” dei prezzi eccessivi della abitazioni è il rapporto tra redditi e annualità necessarie per acquistare una casa (da noi mi pare lo usi anche Nomisma). E i dati internazionali non sembra lascino dubbi. Minori sono i vincoli al costruire e più favorevole è il rapporto, che varia da circa 3 a oltre 12.
Mi dispiace ma questa inchiesta di Appunti non è stata molto comprensibile. Mi ha ricordato il delirio e la faziosità delle inchieste di Report. Capita a tutti di fare errori. Questo del resto è solo il mio umile giudizio, un’inchiesta riuscita male non toglie comunque valore al progetto Appunti nella sua totalità.
La ringrazio perchè ho capito i mali, ma non ho letto di esempi virtuosi.
Tutte le grandi città del mondo hanno questo problema da quando è aumentata la mobilità: il Portogallo ha addirittura rinunciato alle sue politiche per i pensionati esteri perchè si è reso conto che era più una spesa che un beneficio.
C'è qualche nazione che ha trovato una soluzione, anche piccola? Oppure il modello migliore rimane il Veneto delle città piccole e diffuse?
Sono di due tipi: o paesi socialdemocratici e senza problemi di finanza pubblica (certo non l’Italia), che hanno potuto realizzare moltissima edilizia pubblica, o paesi che hanno liberalizzato le costruzioni, in primo luogo gli USA, che però non hanno molti vincoli storici e architettonici.
Grazie, questi due elementi non li avevo notati nell'articolo e credo che siano un problema insormontabile per l'Italia di cui tener conto quando si cerca una soluzione.
Solo un appunto scritto in fretta e furia: "la rendita è un furto" non allude a un noto concetto marxiano, ma a "la proprietà è un furto" di Proudhon, idea che Marx ha cercato di demolire, se non ricordo malissimo.
Per Marx, non mi sembra proprio…
Articolo un po' "faticoso" da comprendere, forse i concetti sono stati compressi troppo.
Colpa mia di certo. Ma il tema è davvero molto complicato…(scusa classica)
Seghetti non ha dimostrato nulla di condivisibile, l'articolo di oggi è un delirio: riferito alla proprietà “la rendita è un furto”; è la maggior fonte delle diseguaglianze di reddito; accresce la pendolarità (salvo proporre di costruire molto di più in periferia). Ma voi uscite dal quartiere Trieste? Provate ad arrivare ad Anagnina e poi mi dite...E il conto al ristorante ve lo paga qualche partito o sindacato oppure pensate anche lì di essere davanti a un inaccettabile divario tra costi di produzione e prezzo del Menù? E poi si tira un ballo Lollo (che mi guardo dal difendere) ma che c'entra? E trascuriamo del tutto la dinamica demografica immaginando di costruire case per chi? Penso di trovarmi nel posto sbagliato e temo che ci terremo Meloni per un bel po'
Per il posto sbagliato, temo di sì….
Bene il sarcasmo, sarebbe più interessante avere anche una risposta nel merito, se in grado...
Incominci lei a scrivere nel merito.
Bè qualcosa l'ho scritta, e altri hanno scritto a loro volta. Non crede che meriterebbero almeno rispetto e considerazione? Però sbaglio io che mi aspetto umiltà da chi evidentemente presume di avere solo e sempre ragione.