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L'improvvisa rapidità del manifestarsi della guerra ci ha costretti ad aprire gli occhi sulla realtà poco incoraggiante che Seghetti descrive . In Italia il senso comune ancora rifiuta di adattarsi alle nuove situazioni che si prospettano . La vita viene vissuta su piani paralleli ( politica, società, vita privata) che non riescono ad integrarsi. Ne deriva un senso di smarrimento poco utile per individuare direzioni che portino a soluzioni equiibrate dei problemi in atto. Nell'immediato voglio sperare che le elezioni europee possano dare qualche risposta. Ma forse chiedo troppo...

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E' pacifico che la fiscalità non può essere unificata a livello europeo in quanto è il modo con cui si esplica la cultura e la visione futura di un paese. Unificarla sarebbe un percorso più lungo e tortuoso che unificare la moneta e la conseguenza sarebbe che si perderebbero i vantaggi dell'unione europea a favore di un sistema standardizzato per tutti che non tiene conto delle esigenze dei più deboli e dei più forti.

L'Italia da sempre è contro le quote latte, la Bolkestein, la transizione ecologica, senza la fiscalità sarebbe ridotta ad eseguire le imposizioni di altri paesi europei senza avere possibilità di incidere al tavolo di lavoro.

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Corretta l'analisi fiscale, ma mi sembra azzardato immaginare l'uscita di altri stati dopo il fallimento della Brexit. abbiamo visto tentativi di proposte settoriali qualificate (Draghi-Letta). Provocazione: le istituzioni sono sistemi dinamici in costante evoluzione con tendenze di sviluppo e adattamento più o meno rapido, emergerà (prima o poi) una leadership abbastanza forte da imprimere una svolta più ambiziosa

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