Per capire le logiche della Silicon Valley che sostiene Trump e quelle di JD Vance bisogna incrociare il capro espiatorio di René Girard con Il Grande Gatsby
Fa paura, e in fondo spazza il campo da chi pensava fossero quattro scappati di casa. Io stesso pensavo fossero disadattati. Ma non vinceranno. Mi piace pensare che gli Americani capiscono che quel "essere stati grandi" è pieno di molte bugie e faranno espiare al capo, pro tempore, le sue, colpe.
"Non è necessario pensare che saranno il fuoco o il ghiaccio a porre fine al mondo, ci sono due altre possibilità: una è la burocrazia e l’altra la nostalgia", diceva Frank Zappa
Ma sono consapevole che un articolo come questo richiede, per essere valutato, un profilo culturale ben superiore al mio.
Certo è che è difficile immaginare qualcuno che rappresenti meglio di Trump le peggiori “élite urbane”. Il che mi fa pensare che Vance lo stia utilizzando come testa di legno.
Testo di critica letteraria e insieme di filosofia politica molto ben scritto. Mi permetto tuttavia di rimarcare un dubbio di base che viene all'autore: "Non tutti gli elettori attratti dalla sua politica sono semplicemente sedotti dalla logica del capro espiatorio o accecati dalla nostalgia.
Molti rispondono a ferite reali: la crisi delle città industriali, l’epidemia di oppiacei, la perdita delle istituzioni comunitarie, un senso di smarrimento culturale in un’epoca di cambiamento rapido.
Non sono lamenti immaginari, e una politica onesta deve tenerne conto. Il pericolo non risiede nel riconoscere il dolore, ma nel modo in cui quel dolore viene orientato: verso soluzioni o verso colpevoli". Se non altro, evita di dire che i problemi sono inventati e che tutto nasce dalla follia senile o dagli interessi speculativi di Trump. Che poi gli immigrati (soprattutto islamici, ma non solo) siano solo capri espiatori e non corresponsabili, lo si vada a chiedere agli americani e agli europei che quotidianamente hanno sotto gli occhi i delitti tutt'altro che "immaginari"
Fa paura, e in fondo spazza il campo da chi pensava fossero quattro scappati di casa. Io stesso pensavo fossero disadattati. Ma non vinceranno. Mi piace pensare che gli Americani capiscono che quel "essere stati grandi" è pieno di molte bugie e faranno espiare al capo, pro tempore, le sue, colpe.
"Non è necessario pensare che saranno il fuoco o il ghiaccio a porre fine al mondo, ci sono due altre possibilità: una è la burocrazia e l’altra la nostalgia", diceva Frank Zappa
Articolo che apprezzo perchè esula da polemiche ma cerca di inquadrare la struttura portante del pensiero MAGA.
Personalmente l’ho trovata una lettura molto stimolante. Anche se terrificante, in quanto -ritengo- vera.
Seducente ma non del tutto convincente.
Ma sono consapevole che un articolo come questo richiede, per essere valutato, un profilo culturale ben superiore al mio.
Certo è che è difficile immaginare qualcuno che rappresenti meglio di Trump le peggiori “élite urbane”. Il che mi fa pensare che Vance lo stia utilizzando come testa di legno.
una noia
Testo di critica letteraria e insieme di filosofia politica molto ben scritto. Mi permetto tuttavia di rimarcare un dubbio di base che viene all'autore: "Non tutti gli elettori attratti dalla sua politica sono semplicemente sedotti dalla logica del capro espiatorio o accecati dalla nostalgia.
Molti rispondono a ferite reali: la crisi delle città industriali, l’epidemia di oppiacei, la perdita delle istituzioni comunitarie, un senso di smarrimento culturale in un’epoca di cambiamento rapido.
Non sono lamenti immaginari, e una politica onesta deve tenerne conto. Il pericolo non risiede nel riconoscere il dolore, ma nel modo in cui quel dolore viene orientato: verso soluzioni o verso colpevoli". Se non altro, evita di dire che i problemi sono inventati e che tutto nasce dalla follia senile o dagli interessi speculativi di Trump. Che poi gli immigrati (soprattutto islamici, ma non solo) siano solo capri espiatori e non corresponsabili, lo si vada a chiedere agli americani e agli europei che quotidianamente hanno sotto gli occhi i delitti tutt'altro che "immaginari"