10 Commenti

Luciano è stato un imprenditore illuminato, venuto su dal niente.

L'uomo medio oggi dice: capaci tutti a fare denaro così!

Non è vero affatto.

Se l'uomo medio fosse stato capace lo avrebbe fatto ed invece la massa si è inchinata ed ha obbedito salvo, oggi, sputare sul piatto in cui ha mangiato.

Trovo tutto questo terribile!

Perché Luciano è davvero una bella anima la cui unica "colpa" è quella di amare molto la sua famiglia e di lasciare che sia.

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Certo che viene anche la curiosità di sapere chi fosse l'head hunter che spingeva per Renon, ma forse tutti quelli che hanno lavorato per l'azionista in questi giorni hanno rapidamente tolto il logo Benetton dall'elenco delle referenze.

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Ho molto apprezzato l'articolo di Meletti e il precedente di Stefano Feltri.

Mi domando: industriali dal cognome altisonante dotati di simili mediocri caratteristiche esistono solo nel settore tessile abbigliamento moda oppure operano anche in altri rami dell'industria italiana? Leggendo i quotidiani generalisti più diffusi ricavo l'impressione che le imprese veramente efficienti forse non esistono o forse vivono in un mondo separato dalla nostra realtà quotidiana. Non è così?

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Complimenti per l'articolo.

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Temo che gran parte della classe imprenditoriale italiana rispecchi Luciano Benetton. Credo, non con certezza, che sia lui il padre delle subforniture in Italia che hanno distrutto il settore. Visto che è già il secondo pezzo che leggo su Appunti che riguarda il tessile italiano, mi piacerebbe leggerne ancora di più perché c'è tanto da dire!

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E' sempre spiacevole veder attaccata una persona che cerca di provocare una riflessione nei suoi interlocutori in un colloquio privato, senza particolari dettagli se non la parola incriminata.

Ormai sappiamo da 20 anni che la chiesa cattolica ha un problema con la sessualità, si vociferava anche prima ma nessuno si faceva problemi, per cui stanno cercando faticosamente una soluzione non facile.

La domanda sorge spontanea diceva qualcuno più simpatico di me: preferiamo che trovino una soluzione dicendosi le cose in faccia o preferiamo attaccare indiscriminatamente fino a quando non si schierano con il potente di turno? Non vorrei che si tornasse a Giovanni Paolo II che partecipava a manifestazioni pubbliche ben più gravi di un incontro a porte chiuse.

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Il papa che parla ai vescovi non sta facendo un colloquio privato. E se pensa che nessuno riferisca quello che dice significa che non capisce i meccanismi della comunicazione e dei gruppi, che per un papa noto per la sua capacità comunicativa sarebbe bizzarro

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Meloni parla agli "italiani" e racconta un sacco di favole, o quantomeno di parziali verità, viene il dubbio che la comunicazione sta cambiando.

Tra l'altro l'incontro è del 20 Maggio, perchè è uscita solo ieri dopo l'indiscrezione di Dagospia? Viene il dubbio che ci siano stati altri scivoloni, purtroppo non raccontati dai giornali, come si capisce bene dalla vostra meritevole inchiesta.

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Menomale che ci siete! Grazie e avanti così.

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mag 28Messo Mi piace da Giorgio Meletti

Ottimo pezzo, necessario per mettere insieme i pezzi mancanti del puzzle dell'intervista del Corriere. Purtroppo siamo scesi di un altro gradino nella descrizione della classe imprenditoriale, con Cucinelli eravamo nel patetico, qui siamo nel tragico. Temo che si possa scendere ancora più in basso volgendo lo sguardo a Torino.

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