Rivelazioni e tecnocrazia
Con Trump c’è una nuova alleanza tra politica ed economia, emerge un neoliberalismo tecnologico. E quali sono i suoi fondamenti
La battaglia narrativa della tecnodestra si concentra sull’abbattere le certezze della ragione illuministica, che è pubblica, accessibile e basata su fatti provati. Questa crosta razionale è per la nuova tecnodestra un sistema oppressivo che vede solo ciò che vuole vedere
Gloria Origgi
Siamo ancora tutti un po’ storditi dalla scossa epocale della seconda vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, che, sebbene non sia stata una sorpresa, ha avuto il potere simbolico di spingere il mondo intero verso una Nuova Era.
Dopo il 20 gennaio 2025, il panorama globale, non solo quello americano, è già profondamente cambiato: tira una nuova aria, le questioni da affrontare sono diverse e le battaglie hanno mutato natura.
L’accelerazione collettiva verso un Nuovo Ordine Mondiale si percepisce ovunque, lasciandoci con la sensazione di avere bisogno di una nuova biblioteca per decifrare il futuro che ci attende; niente può più essere dato per scontato.
L’alleanza senza precedenti tra ultradestra e tecnocrazia, anche se non ancora espressa attraverso un’ideologia completamente coerente, rappresenta certamente una grande novità. Comprenderne le ragioni e i valori è diventata un’urgenza.
Lo spettacolo dell’investitura di Trump, circondato da figure di spicco della tecnologia come Mark Zuckerberg, Elon Musk, e Jeff Bezos, è un chiaro segnale che oggi la politica e l’economia si intrecciano con il controllo della tecnologia. Una banalità, forse, ma detta a chiare lettere al Capitol Hill ha comunque un certo effetto.
Vediamo dunque quali sono i fondamenti ideologici di questa nuova alleanza e di questo neoliberalismo tecnologico che sta conquistando il mondo.
Il manifesto di Peter Thiel
Un interessante sviluppo si è avuto qualche settimana prima dell’investitura di Trump, il 10 gennaio, quando il controverso Peter Thiel, un altro magnate delle nuove tecnologie, ha pubblicato un editoriale sul Financial Times intitolato A Time for Truth and Reconciliation
.
In questo pezzo, Thiel cercava di articolare alcuni aspetti della narrativa sottesa al nuovo tecnoliberalismo.
Thiel, sebbene meno in vista di Musk, è di uguale potenza: è stato uno dei primi investitori di Facebook e cofondatore di PayPal, oltre a essere socio di Palantir, una società che produce software e analisi di dati per vari settori, incluso quello militare.
Thiel, laureato in filosofia a Stanford sotto la guida del filosofo francese René Girard, si considera uno “contro-corrente”.
Nell’editoriale, si rallegra dell’arrivo con Trump di un’apocalisse, ma di un’apocalisse diversa da quella biblica. In greco, “apocalisse” significa “rivelazione”, e la nuova era trumpiana sarà quella non della distruzione, ma della rivelazione di ciò che la democrazia ci ha tenuto nascosto: chi ha ucciso JFK, da dove proviene realmente il COVID, chi si cela dietro il finto suicidio di Jeffrey Epstein, e così via.
Il tono può sembrare quello classico delle teorie cospirazioniste: nessuno dice la verità e siamo sommersi da un mare di menzogne che qualche eroe coraggioso è pronto a disvelare. La “rivelazione”, secondo Thiel, sarà resa possibile dalle nuove tecnologie, esponendo grazie alla loro capillarità le verità segrete che i cattivi democratici del mondo hanno tenuto nascoste.
Se la conoscenza procede per cambiamenti di paradigmi, come affermava il filosofo Thomas Kuhn, la rivoluzione ideologica avviene attraverso rivoltamenti di paradigmi, con una retorica che presenta sempre un potere oppressivo incapace di rivelare la verità e un gruppo di eroi che finalmente la scoprono, come i cavalieri del Sacro Graal.
Ciò che ora consideriamo vero potrebbe rivelarsi falso, e ciò che è proibito dire dalla censura democratica e woke si dimostrerà veritiero.
Contro la razionalità
Non cito a caso il Sacro Graal, oggetto mistico accessibile solo a chi ne è degno. Le nuove verità svelate dagli eroi della tecnodestra sono visibili solo a loro, mentre per gli altri rimangono credenze non dimostrate e teorie del complotto, colpa del fatto che le masse non hanno ancora visto la luce che presto le invaderà grazie a fiumi di applicazioni di intelligenza artificiale.
Per i nuovi tecnocrati, le spade dei cavalieri della rivoluzione sono appunto le nuove tecnologie, con il loro immaginario geek e fantasy, il loro stile da contropotere e l’immenso potenziale di dominazione delle masse, dovuto all’assoluta ignoranza del pubblico riguardo a queste tecnologie, un pubblico che per la maggior parte crede ancora che Python sia un serpente.
La battaglia narrativa della tecnodestra si concentra sull’abbattere le certezze della ragione illuministica, che è pubblica, accessibile e basata su fatti provati.
Questa crosta razionale del pensiero liberale è per la nuova tecnodestra un sistema oppressivo che vede solo ciò che vuole vedere, credendo di essere basato su principi di giustizia, libertà e solidarietà, mentre in realtà è profondamente ingiusto nei confronti dei migliori e censorio con la sua retorica woke.
La razionalità classica non è dunque una virtù, ma un ostacolo alla vera intelligenza, quella superiore, che procede in modo visionario, intuitivo e addirittura mistico.
Thiel è allievo di René Girard, influente filosofo cattolico che scrisse di violenza, sacro, mimetismo e fondazione dell’ordine sociale.
Un libro particolarmente influente per Thiel è Delle cose nascoste dalla fondazione del mondo, il cui titolo parla da solo e spiega l’attrazione di Thiel per il segreto e il mistero.
Quando ho conosciuto Peter Thiel
Ho avuto modo di conoscere Peter Thiel circa dieci anni fa, quando mi invitò, insieme a un gruppo di intellettuali senza particolare orientamento politico, a un think tank sulla costiera amalfitana. Fu interessante vedere quanto fosse importante per lui ascoltare idee contro-intuitive.
Le sue riflessioni erano affascinanti: l’urbanizzazione è un mito, l’America non deve puntare sulla tech ma sulla costruzione di nuove infrastrutture e la morte non è un fatto biologico, ma una limitazione della medicina.
Un visionario, Thiel ha sempre cercato investimenti rischiosi e progetti che andassero controcorrente, sostenendo che nulla è impossibile.
C’è un che del nostro Futurismo in questo pensiero accelerato, tecnologico ma irrazionale, mistico ma violento, che tanto ispirò il nostro Fascismo. L’idea che per vedere il nuovo mondo nascente bisogna sfondare i confini del pensiero dominante si riflette nella fascinazione di molti personaggi della tecnodestra per il genere fantasy, in particolare per Tolkien.
Il nome Palantir, la azienda fondata da Thiel, è preso dal "Signore degli Anelli": una pietra che consente di vedere e comunicare a grande distanza. Google utilizza il nome Gandalf per vari progetti interni, mentre Microsoft ha spesso usato il nome Gollum, tutti eroi della trilogia di Tolkien.
Tolkien descrive un mondo radicalmente diverso, in cui umani e oggetti hanno proprietà inimmaginabili, i valori sono semplici e le caste sociali impenetrabili. Gli eroi di questo genere letterario sono puri, solitari e visionari, procedendo più per rivelazioni che per logica, combattendo contro il Male.
Anche l’eroe Atreiu della "Storia Infinita" deve salvare la Regina della Fantasia dal Nulla che sta divorando il mondo, un personaggio scelto per nominare la festa della destra nazionalista italiana.
Perché il Sudafrica
Un altro tassello nel mosaico teorico dell’estrema destra è la fascinazione per il Sudafrica, ultimo paese ad aver eliminato l’apartheid. Ironia della sorte, anche Tolkien era nato in Sudafrica, patria di Elon Musk e paese in cui Peter Thiel, di origine tedesca, visse in gioventù.
Musk e Thiel vedono entrambi l’America multirazziale e multiculturale come troppo lenta, woke e ideologica, incapace di accettare la realtà che gli esseri umani non nascono tutti uguali, ma ci sono quelli migliori e quelli peggiori.
Il razzismo, sebbene esista ancora in tutti i paesi e probabilmente in tutti noi, è stato in gran parte eradicato nella seconda metà del Novecento.
Per la tecnodestra, anche questo è un errore della democrazia liberale, e non poter più affermare che i maschi bianchi occidentali siano la razza superiore è un’ipocrisia che impedisce di vedere la verità.
Emergono così nuove narrazioni fatte di rivelazione, libertà assoluta, potere degli individui e ammirazione per la forza. Il grande errore della tecnodestra è buttare via il bambino con l’acqua sporca e pensare che liberare le energie significhi distruggere tutto ciò che è esistito fino ad oggi in termini di progresso sociale, culturale, scientifico e morale dell’Occidente.
La divisione tra Bene e Male rimane sempre il rischio maggiore di qualsiasi ideologia perché non permette di comprendere il mondo e fa vedere nemici dove non ci sono.
Questa nuova narrativa, con le sue visioni, i suoi eroi, la sua tecnica e il suo linguaggio a più livelli, si esprime anche attraverso gesti ambigui, come un saluto nazista seguito da smentite, perché l’allusione, nel nuovo mondo, può essere un atto retorico più importante della dichiarazione.
L’allusione parla a chi può capire e gi altri peggio per loro.
Non siamo così lontani dal motto di Facebook, che ci sembrava ingenuo qualche anno fa: "Move Fast and Break Things".
Combattere la tecnodestra con lezioni di morale ai giovani è difficile, perché il pensiero rivoluzionario è sempre più seducente di quello dominante. Non è chiaro cosa si debba fare per contrastare una tale valanga, ma una cosa è certa: la rivoluzione è passata a destra.
I prossimi eventi
I seminari dello Spykman: C’è un’alternativa all’attuale ordine mondiale?
A grande richiesta tornano i seminari digitali dello Spykman Center diretto dalla firma geopolitica di Appunti Manlio Graziano. Dopo la serie sulle elezioni americane, ecco tre eventi dedicati alla crisi di un ordine mondiale, e alla possibilità che ne emerga un altro.
Potete registrarvi a questo link entro il 12 febbraio.
IEP@BU - Le regole europee per le piattaforme digitali nel tempo di Elon Musk
Nessun tema è più attuale dello strapotere delle piattaforme digitali e dei loro proprietari, a cominciare da Elon Musk. Negli ultimi mesi il professor Francesco Decarolis della Bocconi ha coordinato un gruppo di lavoro che ha cercato di dare una risposta alla domanda che tutti si fanno: le regole europee sono in grado di arginare Big Tech e al contempo promuovere l’innovazione? Come funzionano quelle attuali e come potrebbero essere migliorate?
Il rapporto dell’Institute for European Policymaking Rules That Empower: Turning EU Digital Regulation into a Catalyst for Innovation verrà presentato in anteprima nell’evento digitale dell’11 febbraio, dal professor Decarolis e dagli altri autori (modera Stefano Feltri).
Ne parliamo l’11 febbraio alle 18 in un evento digitale. Potete registrarvi a questo link.
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IEP@BU Incoming Events
When Will Germany Be Back?
February 24, 2:30 PM-3:30 PM - ONLINE
The day after the federal snap election, we will explore the European consequences of the vote against the backdrop of Germany’s economic challenges.
In November 2024, a coalition government collapsed when Chancellor Olaf Scholz dismissed Finance Minister Christian Lindner, highlighting Germany’s ongoing struggle to balance its political ambitions, renewed security priorities, and stringent budget rules.
For the first time in decades, the European Union faces a dual leadership vacuum in Germany and France—two pivotal member states in EU politics.
Meanwhile, geopolitical and economic challenges continue to escalate: the war in Ukraine demands unwavering commitment from the EU's leading states and institutions, and Donald Trump’s return to power introduces uncertainty to global economic and multilateral governance.
Join us as we debrief the European implications of the German federal elections with Wolfgang Munchau and Diana Pieper.
Speakers:
Wolfgang Munchau is one of the foremost commentators on EU economic and political affairs. He is the director of Eurointelligence and the author of the recent book Kaput: The End of the German Miracle.
Diana Pieper is a Berlin-based journalist with Die Welt and an IEP@BU Media Fellow.
Stefano Feltri, IEP@BU communication advisor, will moderate the conversation.
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Dichiara Origgi: "la rivoluzione e' passata a destra" . Vero, come e' vero che impera in Italia l'ozio dei poveri, dei lavoratori, degli auto-esclusi, della piccola borghesia e degli intelletuttuali.
Le manifestazioni in Germania di questi giorni contro la destra ci dicono che alzarsi dalla sedia e dire No e' possibille. La sinistra tedesca sembra consapevole che e' catastrofico ripetere l'errore dell'altra volta.
La sinista italiana, nel Paese culla del fascismo e culla di una Meloni abbracciata a Musk , sembra fermarsi ai comunicati-stampa e alle interpellanze parlamentari. Poco, troppo poco rispetto alla "Cavalcata delle Valchirie"
Francesco Del Zotti
Scusate, ma per come la vedo io non c'è nulla di rivoluzionario nel pensiero di queste persone. L'unico, primevo, onesto atto rivoluzionario è la cura. L'unico pensiero rivoluzionario è ammettere che non tutti gli esseri umani hanno le stesse qualità, verità incontrovertibile, e accettare, per converso, che, comunque, si marcia tutti insieme. Il branco di gnu che abbandona il vecchio esemplare alle fauci dei coccodrilli nel mezzo del guado di un fiume non ha nulla di rivoluzionario. Rinunciare a marciare veloce per supportare chi marcia lento è rivoluzione! Margaret Mead: “In altre parole, il primo passo verso la civiltà è un atto di compassione umana e diventa il fondamento di tutte le grandi conquiste dell’umanità. Aiutare qualcun altro in difficoltà è dove inizia la civiltà “. Correnti di pensiero che si basano sul liberare i migliori ne abbiam viste tante e, tutte, hanno condotto allo stesso esito: il tentativo, spesso violento, di eliminare i deboli. Per me rivoluzione non era prendere 9 al compito di matematica, per me rivoluzione era passare pomeriggi interi con il mio amico Gianni che proprio il meccanismo di soluzione delle equazioni non riusciva a digerirlo.