IL DIBATTITO SULLA RABBIA - La politica dovrebbe dare gli strumenti, ideali e pratici, ai cittadini per capire le proprie emozioni, riconoscendole e inserendole in lotte politiche
Chissà se riesco a non andare fuori tema . Dato che il dibattito non è monocorde , mi piacerebbe che si aprisse anche ai punti di vista di teologi o studiosi di diverse religioni. Il loro contributo potrebbe andare alle radici dei fondamentalismi che affondano anche nella rabbia. Grazie comunque, Viviana Valente.
Ricordo un pilastro spesso dimenticato dell'analisi politica del populismo di destra. Gli elettori del suo maggior inventore, Berlusconi, provenivano da tutte le classi sociali, tutte le regioni, tutte le professioni, donne e uomini. L'unica caratteristica che li univa era la scarsa cultura. L'analisi, statisticamente rigorosa, era in un libro del Mulino che adesso non ricordo.
Il dibattito sociologico e’ sempre interessante, tuttavia si a volte alcuni interventi potrebbero risultare più adatti a format di approfondimento. Anche se, Appunti mi sembra un format non facilmente categorizzabile e in continua evoluzione.
A mio avviso, di mero osservatore scientificamente non preparato sul tema, nella discussione interessante sulla rabbia che si è generata manca o talvolta viene poco sottolineata la grande variabile rappresentata dalla tecnologia o meglio dai social. Sono strumenti fuori controllo, o almeno non sono nella disponibilità di partiti, sindacati ed istituzioni. Siamo in un evidente epoca di transizione e quindi di instabilità, prima o poi si normalizzerà. Almeno in occidente, sperando che le istituzioni dello stato liberale non vengano troppo erose. Altrimenti, social di stato come in Cina o soluzioni “di ordine” in voga in altre realtà.
Io credo, invece, sia molto stimolante e, anche, che provi a creare un format informativo diverso che dia voce a punti di vista differenti. In un momento storico dove nessuno approfondisce nulla, tutti si informano attraverso i titoli dei post sui social media, discutere di un tema così caratterizzante la nostra società e alla base dei grandi cambiamenti che stanno interessando le società democratiche credo aiuti a vedere meglio il presente e ad affrontarlo.
Mi domando se sono l'unico lettore di Appunti che non ha particolare entusiasmo per questo dibattito sulla rabbia. Il formato di Appunti e lo strumento telefonino non mi sembrano adatti a queste interminabili riflessioni filosofeggianti. Per quanto mi riguarda, meglio restare sui temi attuali di economia e di politica. Ma evidentemente sono in minoranza.
Appunti ha contenuti molto vari, abbiamo deciso di approfondire questo tema con molti punti di vista diversi, non è obbligatorio leggere o condividere tutto ma credo sia un tentativo da fare quello di andare oltre la cronaca o il commento a caldo sui fatti del giorno
Chissà se riesco a non andare fuori tema . Dato che il dibattito non è monocorde , mi piacerebbe che si aprisse anche ai punti di vista di teologi o studiosi di diverse religioni. Il loro contributo potrebbe andare alle radici dei fondamentalismi che affondano anche nella rabbia. Grazie comunque, Viviana Valente.
Ricordo un pilastro spesso dimenticato dell'analisi politica del populismo di destra. Gli elettori del suo maggior inventore, Berlusconi, provenivano da tutte le classi sociali, tutte le regioni, tutte le professioni, donne e uomini. L'unica caratteristica che li univa era la scarsa cultura. L'analisi, statisticamente rigorosa, era in un libro del Mulino che adesso non ricordo.
Marco Ponti
….ma si, quelli con scarsa cultura scartiamoli, purché l’analisi sia rigorosa!
Al contrario, occorre capire le loro motivazioni.
MP
Grazie per la precisazione! Buon Ferragosto!
Il dibattito sociologico e’ sempre interessante, tuttavia si a volte alcuni interventi potrebbero risultare più adatti a format di approfondimento. Anche se, Appunti mi sembra un format non facilmente categorizzabile e in continua evoluzione.
A mio avviso, di mero osservatore scientificamente non preparato sul tema, nella discussione interessante sulla rabbia che si è generata manca o talvolta viene poco sottolineata la grande variabile rappresentata dalla tecnologia o meglio dai social. Sono strumenti fuori controllo, o almeno non sono nella disponibilità di partiti, sindacati ed istituzioni. Siamo in un evidente epoca di transizione e quindi di instabilità, prima o poi si normalizzerà. Almeno in occidente, sperando che le istituzioni dello stato liberale non vengano troppo erose. Altrimenti, social di stato come in Cina o soluzioni “di ordine” in voga in altre realtà.
Abbiamo due pezzi in arrivo su questo
Io credo, invece, sia molto stimolante e, anche, che provi a creare un format informativo diverso che dia voce a punti di vista differenti. In un momento storico dove nessuno approfondisce nulla, tutti si informano attraverso i titoli dei post sui social media, discutere di un tema così caratterizzante la nostra società e alla base dei grandi cambiamenti che stanno interessando le società democratiche credo aiuti a vedere meglio il presente e ad affrontarlo.
Mi domando se sono l'unico lettore di Appunti che non ha particolare entusiasmo per questo dibattito sulla rabbia. Il formato di Appunti e lo strumento telefonino non mi sembrano adatti a queste interminabili riflessioni filosofeggianti. Per quanto mi riguarda, meglio restare sui temi attuali di economia e di politica. Ma evidentemente sono in minoranza.
Appunti ha contenuti molto vari, abbiamo deciso di approfondire questo tema con molti punti di vista diversi, non è obbligatorio leggere o condividere tutto ma credo sia un tentativo da fare quello di andare oltre la cronaca o il commento a caldo sui fatti del giorno