21 Commenti

Attenzione all'ambivalenza della brat-titudine: se l'olimpiade di Parigi è brat (naturale, disinibita, spontanea), e se lo è Kamala, allora il più brat di tutti è Trump. Che guaio! Ennesima e ingannevole moda linguistica? Se "est modus in rebus" dovrebbe esserci anche "in verbis"...

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Come spesso accade, si usano termini nuovi per descrivere concetti che nuovi non sono. Ero adolescente negli anni ‘80, forse il decennio più volgare del novecento (guerre mondiali a parte), in cui imperversava il dominio del look e dell’ ostentazione del denaro. C’era ovviamente chi non aderiva a questa estetica, chi si rifiutava di adeguarsi ai canoni dominanti. Una volta ci si auto definiva “alternativi” (per gli altri: “sfigati”), oggi si chiamano “brat”, ma probabilmente è la stessa cosa.

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Giorgia Meloni è Brat. Kamala Harris è una Bratz.

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Ho letto i commenti all'intervento della Prof. Origgi e molti mi sembrano scettici. A me interessa capire se, al di là di aver individuato o meno un termine che definisca questo atteggiamento della generazione Z, effettivamente questi giovani abbiano trovato una risposta ad una società che li vuole sempre in competizione. Perchè se così fosse mi sembra un'ottima notizia per la costruzione del proprio sé indispensabile, io credo, alla gestione di quello "scarto di valore" di cui la Prof.ssa scriveva nell'articolo sulla gestione della rabbia.

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founding
lug 31·modificato lug 31

Certo, Kamala è simpaticamente brat e *simultaneamente* Trump è diventato sinistramente weird.

Guardatevi i collage tratti dalle ultime ore di notiziari/opinionisti/intelletualoidi: è inquietante.

Vedo l'ennesima blitzkrieg di un comitato elettorale per imporre al mondo dei media la propria agenda, ad un livello di dettaglio che arriva al glossario, e con una pervasività tale da raggiungere queste pagine.

In fondo, dev'essere una passeggiata dopo aver creato Kamala dal nulla ed eclissato l'attentato a Trump...

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Stefano Feltri commenta che "La lingua si evolve" al quale io aggiungo " ... al ritmo del marketing da due soldi".

L'autrice dice "Brat è il concetto che ci mancava", "Brat è (...) essere solo sé stessi". E ci serviva una moda temporanea da social media per definire 'sta cosa? No, non mancava proprio.

I "ggiovani" sembrano supportare K. Harris? Boh, non lo so, l'unica cosa che so e' che fa guadagnare follower desiderosi di essere infiammati con "hot takes" (brevi dichiarazioni lapidarie, suscettibili di critiche, su certi argomenti o personaggi pubblici).

Onestamente, non vedo niente di rilevante in questa analisi , non so neanche perche' sto scrivendo questo commento.

Saro' diventato *troppo* brat?? :-)

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Commento e conclusione perfetti. Sottoscrivo ogni parola.

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Sono d'accordo, questa generazione è, credo, in cerca di simboli e parole che la interpretino, chiariscano perché sono così. Ma credo che Brat definisca trasversalmente diverse generazioni. Ed è emblematico, ma di tutte le generazioni di artisti creare, dare, le loro canzoni e poi accorgersi che non sono più loro. "il regalo è di chi lo riceve, non di chi lo fa", e oggi, un meme, una parola, un concetto, si trasmette con velocità incredibile grazie ai social. In tanti si sono accorti che quella parola li definiva, non solo in questa giovane generazione, tanto è vero che la hanno individuata come descrizione della Harris, che ha colto subito il regalo, facendolo emblema della sua campagna. Sarà una potente arma per zittire "il fellon old fart" che la insulta e sminuisce in ogni dove, perché sa che ora è lui il vecchio, e la teme!!!!

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Articolo di piacevole lettura, ma anch'io sono molto scettico come Leonardo su due punti in particolare: 1) che la società ci voglia omologati 2) che una persona sia "fatta cosi' com'è in modo assoluto". Sul primo punto mi sembra che le nostre società siano estremamente variegate in gruppi diversi ed il rischio semmai è che i gruppi siano cosi' diversi da non riuscire a parlarsi. Se si frequenta un luogo affollato di una nostra città non mi sembra di vedere la Cina di Mao dove tutti avevano la stessa bicicletta e lo stesso abbigliamento 2) sul secondo punto si trascura il fatto che oltre alle doti innate una persona possa evolvere nel tempo ed è importante che questa evoluzione/cambiamento abbia una direzione di marcia che sia un giusto mix tra desideri/aspirazioni personali ed indicazioni/suggerimenti che arrivano da altre persone e che possono arricchire la esistenza facendo scoprire cose a cui da soli non saremmo arrivati.

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Utile il chiarimento su "brat", anche se il pezzo di Gloria Origgi mi sembra un po' troppo lungo e filosofeggiante (il termine "Appunti" suggerisce concisione e brevità). Essere "brat" non mi sembra comunque una novità: io ho settant'anni, e di persone brat ne ho conosciute molte fin dalla mia giovinezza.

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Grazie. Un articolo molto interessante e piacevole da leggere. Io ho 68 anni e mi sarebbe piaciuto tanto essere stata un po' più brat nella mia vita. Ma ho davanti a me la vecchiaia per recuperare. Speriamo che a Kamala Harris porti bene essere brat.

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Che meraviglia! Grazie, per avermi spiegato bene il significato corrente di "brat", per la freschezza del pezzo in questa estate torrida di "Di Francische" e titolisti di Repubblica, per un altro punto di vista verso mia figlia GenZ e per quel finale che segna, a mio avviso, il vero successo di una vita.

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Il post di Gloria Origgi è Illuminante e confortante: sono convinto, o forse più banalmente spero, che la i giovani della generazione Z e la successiva (Alpha?) siano, come è stato per noi Baby Boomers nel periodo 1966-1975, motori di un cambiamento epocale: che sappiano opporre alla politica della rabbia, una politica della passione positiva e inclusiva (nel '69 si sarebbe detto 'Peace & Love'); che sappiano porre l'attenzione sulla sostanza delle cose invece che su aspettative e visioni imposte da interessi altrui.

Non trovo giusto fare ipotesi sulle belle emozioni manifestate da Benedetta Pilato, ma ho provato disagio nel sentire le parole di Elisa di Francisca, perché ho percepito l'effetto "inquinante" che quel tipo di mentalità del "conta solo vincere" rischia di avere su una sana passione per lo sport e sull'entusiasmo per la propria crescita di giovane atleta. Se questa passione, questo essere "autenticamente imperfetti, complicati e indefinibili" vuol dire essere 'Brat'... beh, ben venga 'Brat'!

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Mi sembra che manchi un passo chiave nell'evoluzione del termine, quello del "Brat Pack" degli anni '80 (https://en.wikipedia.org/wiki/Brat_Pack). Comunque interessante vedere che cosa riemerge dal flusso carsico della lingua a 40 anni di distanza e come muti il significato.

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Grazie Paola per la colta citazione :-)

Suggerisco di vedere anche "The Breakfast Club" e subito dopo "Ferris Bueller's day off" con bibita fresca, patatine e basse aspettative.

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lug 31Messo Mi piace da Stefano Feltri

Che sensazione di freschezza, libertà e giovinezza che mi viene da questo pezzo di Gloria Origgi. Grazie! Spero che la campagna elettorale di Kamala Harris, ispirata ora al termine “brat”, le possa portare tanti voti dei giovani.

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Letto con interesse, ma rimango molto scettico.

Ho sempre mal tollerato l'espressione "Sono fatto(a) così, non ci posso far niente", che rivela secondo me pigrizia e arroganza e un individualismo eccessivo verso un contesto che ti chiede (magari legittimamente) un po' di spirito di adattamento.

Cosa ben diversa è fare del proprio meglio ed essere contento(a) se in classifica (ebbene sì, pare che siano necessarie le classifiche, almeno alle Olimpiadi) hai molti (o molte) davanti a te.

Grazie, ma il concetto di "brat" non fa per me, sarà l'età ...

Leonardo, anni 56.

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Oddio, l’uso che si è sempre fatto del termine brat è quasi l'opposto, davvero non capisco.

Brats are, in essence, naughty submissives. They find disobedience a form of playfulness rather than letting their dominant down, and require a compatible dominant who will not only teach them a lesson, but also accept that any number of lessons might still not necessarily change this behavior.

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La lingua si evolve…

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Certo, la lingua si evolve, ma siete sicuri di avere colto ogni sfumatura di tale definizione? Io per me continuerò ad essere cauto prima di dire a qualcuno “you’re such a brat!” .

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