8 Commenti

Ho iniziato a leggere “Gli algoritmi del potere” ripromettendomi di proporre qualche considerazione, ero arrivato a circa un terzo, poi mio figlio me l’ha scippato con la scusa di finirlo prima di andare in vacanza… Mi baso quindi prevalentemente su quanto discusso qui su Substack per proporre qualche considerazione:

Chiunque si sia soffermato a ragionare sulla quantità di passione e ragionamento percepibile dietro i molti post e commenti politici che leggiamo e talvolta scriviamo su social e blog, si potrà essere rammaricato di come tutto questo impegno vada sostanzialmente a perdersi nel mare quotidiano di internet, insieme a insulti e affermazioni acritiche da tifosi, contribuendo solo, nel migliore dei casi, a sviluppare un ragionamento fra le poche persone che leggono con attenzione.

Nell’interessante esperimento del blog cinquestelle/beppegrillo, c’è effettivamente un’operazione di capitalizzazione e sintesi dei contributi, ma tale operazione, essendo svolta da un movimento politico, necessariamente non può dare garanzie di completa neutralità, non fosse altro che per la necessità di rimanere nell’ambito dei propri valori fondanti.

Differentemente, una piattaforma AI, realizzata con un supporto blockchain a garanzia della verificabilità delle fonti e delle fasi di sintesi, potrebbe effettivamente realizzare un ‘agorà’ trasparente di sviluppo e studio delle principali opinioni e tendenze (maggioritarie e minoritarie che siano) eventualmente corredate da ragioni a supporto ed da idee implementative.

Ne risulterebbe un patrimonio ideologico prezioso cui potrebbero e dovrebbero attingere normali cittadini, giornalisti, sociologi e politici. Le idee prevalenti potrebbero sicuramente influenzare l’iniziativa politica, ma di qui ad ipotizzare che su questo dibattito strutturato si debba direttamente determinare l’azione politica, il passo è troppo ampio.

Un efficace governo beneficia sicuramente di una funzione di proposta e controllo svolta dalla cittadinanza, ma se oggi questa funzione non è sufficiente a garantirci equità, giustizia e sviluppo, non credo dipenda prevalentemente dalla potenza degli strumenti utilizzabili per svolgerla. Temo piuttosto che tale inefficacia dipenda molto di più dalla corretta informazione e formazione dei cittadini.

Una democrazia diretta popolata di cittadini disinformati e non abbastanza formati culturalmente, funzionerà male e sarà facile preda di distorsioni pilotate da interessi privati o criminali:

Cittadini disinformati si hanno ad esempio, quando la maggior parte dei canali di informazione sono controllati o inquinati da poteri politici nazionali, da lobbies più o meno potenti, e magari anche da poteri esteri.

Cittadini non adeguatamente formati, si hanno ad esempio, quando l’organizzazione delle scuole ed i programmi mirano prevalentemente ad implementare una sorta di gara di nozionismo invece che a costruire la capacità di analizzare e comprendere i fenomeni non facendosi facilmente ingannare.

Quindi, ben vengano strumenti che facilitano la formazione e capitalizzazioni di opinioni, ma prima ancora di confidare in essi, sarà necessario ripristinare e difendere gli equilibri fondamentali della democrazia prescritti dalla nostra splendida costituzione. Se uno dei quattro poteri (includo necessariamente anche la libertà di informazione e la necessità di una informazione pubblica indipendente dagli altri tre poteri) cerca di limitare le prerogative degli altri tre usando un qualsiasi pretesto, sarà in atto un tentativo di indebolire la nostra democrazia. E qui, temo che per ora l’AI ci possa aiutare poco…

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Io sono rimasta più indietro di tutti e forse non colgo le innovazioni di Casaleggio. La democrazia diretta era già stata criticata nel periodo dell’Illuminismo. Nella nostra società è possibile solo una democrazia rappresentativa e non credo che il mondo dei social possa essere usato in modo positivo. La sfida è trovare il modo di indurre il popolo ad alzare le chiappe ed andare a votare. Io comunque faccio poco testo. Temo assai anche la intelligenza artificiale. Mi piacerebbe si investisse sulla intelligenza umana. Grazie comunque. È sempre utile tentare di riflettere su questioni non pensate in precedenza

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Il popolo ha votato a grandissima maggioranza per Hitler, Mussolini aveva percentuali di approvazione bulgare, il popolo ha deciso per la Brexit che è stata una sciagura, se fosse per il popolo avremmo prolungato il bonus 110% fino al default dello stato italiano. Infine, visto che parla Casaleggio, il popolo ha votato con numeri enormi per il partito di un comico popolato di incapaci salvo poi non votarli più 5 anni dopo. Direi che il popolo semmai sarebbe da usare come contrarian indicator non come riferimento. Cominciamo a far sì che la gente si meriti di votare, facciamo test di alfabetizzazione e di educazione civica prima di dare la scheda elettorale. Altro che voto online.

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Il progetto di Casaleggio mi pare sia carente di una riflessione per me fondamentale, che tipo di preparazione avrebbero i cittadini chiamati a deliberare sulla qualunque? Non sono una fautrice dell'oligarchia degli ottimati, al contrario, sogno un paese la cui popolazione sia colta e preparata e soprattutto dotata di intelligenza e senso critico. Se mi guardo intorno però vedo l'esatto contrario: la scuola pubblica ridotta a diplomificio sforna asini a causa dei molteplici tagli fatti perché ce lo chiedeva l'Europa (e i politici italiani ben contenti di coltivare una classe di cittadini sempre più ignoranti e sprovveduti, come fanno altrimenti a credere alle cazzate di Salvini?), quando va bene, quando va male l'istruzione un tempo pubblica italiana è considerata una fucina di robottini senza cervello da creare su misura delle necessità delle imprese e pronti a farsi sfruttare senza farsi troppe domande. Basterebbe dare un'occhiata all'università pubblica per constatare lo sfacelo. Avendo seguito i grillini sin dalle origini e contrastato le loro idee balzane spacciate come panacea ai mali della politica (in primis la ridicola imposizione del massimo dei due mandati, metodo sicuro per fare fuori i più esperti), non mi stupisce la semplificazione di Casaleggio di cui non condivido nulla, mi preoccupa molto di più il fatto che continuiamo a essere convinti di vivere in una democrazia quando questa non esiste più da quando i governi hanno deciso di diventare ostaggio del "libero mercato" cioè schiavi della speculazione. A cosa serve il consenso dei cittadini quando per fare fuori un governo democraticamente eletto basta un'impennata dello spread (metodo evocato in questi giorni per fare fuori eventualmente Le Pen), a cosa serve il consenso dei cittadini se, Draghi dixit, per i dannati della moneta unica c'è "il pilota automatico", vale a dire politiche economiche di un solo tipo a prescindere dal tipo di governo che governa? A cosa serve il consenso dei cittadini se nonostante la loro contrarietà si procede spediti a fare la guerra alla Russia? Dai, non raccontiamocela, siamo ostaggio dei mercati, la politica non decide nulla che i mercati non vogliano, l'Unione europea è stata costruita per lasciare i mercati fare strame dei diritti dei lavoratori (evasione fiscale di grossi capitali favorita proprio dall'Ue, Bce che si occupa solo della stabilità dei prezzi e non anche della piena occupazione solo per dirne due) ma la buona notizia è che, anche se i sinceri liberisti vorrebbero farci credere il contrario, tutto ciò non è inevitabile: ci vuole creatività, fantasia e coraggio, ma un altro sistema economico è non solo possibile, ma soprattutto auspicabile.

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Io sono più indietro di voi e non ho capito tanto bene come funzionerebbe. l'idea di Casaleggio Mi pare però interessante che si parli di questi argomenti perché è chiaro che la democrazia come la stiamo vivendo oggi non sia vera democrazia. Mi pare che si voti quasi sempre per protesta verso quello che si era votato per protesta precedentemente. Oppure si vota per pura ideologia a prescindere dal progetto politico. Mi piacciono queste discussioni tra chi ne sa molto più di me!

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Guardiamo cosa succede oggi in Francia: una gara fra i candidati a chi abbassa di più l'età pensionabile. Chi vincerà darà poi qualche minimo contentino compatibilmente con le finanze dello stato (o almeno lo spero per il bene dalla Francia e non solo). Un po' come Salvini con l'abolizione della Fornero: ha fatto danni, ma non irreparabili. Cosa accadrebbe se potessero decidere direttamente i cittadini? Certo, la mediazione del parlamento e dei partiti politici lascia molto a desiderare, ma non vedo proprio come sostituirla oggi. Certo non con un'intelligenza artificiale governata da pochi (dittatura tecnologica) né con il voto diretto dei moltissimi cittadini ignoranti e irresponsabili. Che sono un'ampia maggioranza: spiace dirlo, ma è così: Davide Casaleggio e i lettori di Appunti sono una "elite pensante", che arriva magari a conclusioni diverse (io non la penso come Casaleggio) ma cerca di valutare tutti i vari aspetti di un problema. Non è la realtà dell'italiano medio.

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La democrazia diretta, plebiscitaria, piace moltissimo ai dittatori, ed è anche nota come “bonapartismo”. La costituzione italiana in particolare proibisce i referendum su materie fiscali, proprio perché tutti voterebbero contro le tasse. Il consenso non mediato è pericolosissimo.

Marco Ponti

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Grazie, condivido in toto. Una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica è ormai necessario per evitare le disfunzioni della politica attuale!

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