Ci sono state decine di manifestazioni pacifiche per i diritti dei palestinesi. La differenza in quella di ieri a Roma è stata la decisione del governo di negare il diritto di scendere in piazza
Premesso che le 2000 manifestazioni per la Palestina sono come quelle contro la fame nel mondo o contro il riscaldamento globale, inutili, il problema è che la gente che ha qualcosa da fare, fosse anche andare a fare la spesa il sabato o portare il figlio all'allenamento o farsi i cavoli suoi (per non dire di chi deve andare dal medico o all ospedale) si è bellamente rotta i coglioni di vedere la sua giornata rovinata per permettere a 1000 o 2000 "studenti" di bloccare strade e di fatto bloccare una città per dare loro la possibilità di manifestare la loro idea. Liberissimi di chiamare Israele terrorista (di terroristi che hanno visto migliaia di innocenti nelle loro fila massacrati io ne conosco pochi per la verità) ma che lo facciano in un posto dove non bloccano il funzionamento della città. Questa è forse l'unica cosa in cui mi tocca (a malincuore) dare ragione al governo.
Mi scusi, ma lei indirettamente sta confermando la tesi dell'articolo. Chi ha vissuto e vive a Roma sa benissimo che non è una manifestazione di 5.000 persone a Piazzale Ostiense che crea problemi di viabilità se è stata concordata e delimitata in modo che ognuno possa fare le attività che desidera. Crea molti più problemi un ingorgo delle sei del pomeriggio in cui un paio di furbi bloccano l'incrocio perchè loro devono girare!!!
Mi piacerebbe avere delle statistiche aggiornate, ma ai bei tempi a Roma c'erano di media 18 manifestazioni nella stessa giornata ed al massimo ritardavano di 5 minuti quelli che dovevano andare al supermercato: se le ricorda le proteste davanti ad una certa banca inopitamente autorizzata ad aprire a Piazza Venezia negli anni 90?
Considerazioni giuste ma, a mio avviso, valgono per le manifestazioni improvvisate e meno per quelle previste. Una manifestazione di democrazia vale un minimo di organizzazione dei singoli problemi e, in ogni caso, vietare o reprimere è molto peggio.
È un anno che ogni settimana bloccano il traffico nelle città per la Palestina, con i seguenti risultati:
1. Netaniahu se ne strabatte
2. Israele non cambia certo la sua strategia per accontentare 1000 o anche 100.000 italiani che manifestano
3. In compenso rendono la vita impossibile a tutti e dubito che si crei grande solidarietà quando perdo un ora nel traffico perché sti stronzi egoisti devono poter dire le loro stronzate ad alta voce
voce
4. Se continuano così il governo Meloni camperà cento anni
Si ripetono gli anni sessanta e settanta. Incredibile! La differenza, non da poco, era che i governi si formavano con il placet e i voti di almirante (con i disastri ben descritti nel magnifico documentario "Bianco e nero" da Paolo Pietrangeli) mentre oggi sono direttamente loro i ministri. Potrei aggiungere che con i "baffino" (regatista, vitinicultore, rappresentante di strumenti di guerra italiani, lobbista, inventore di Reti (nomen omen) e chi più ne ha più ne metta...) al comando i risultati non potevano che essere quelli che viviamo. Mai una strategia, del suddetto, ma sempre e sole piccole tattiche dilatorie per tirare a campare, bene, lui. Il pur deprecabile Renzi, per tutti i motivi che illustrava Stefano Feltri qualche giorno fa, al confronto con l'intelligentissimo appare come un provinciale.
In poche parole è stata descritta la repressione dello stato di polizia che sta diventando l'Italia
Sei semplicemente vergognoso, un cattivo maestro e chi conosce un po’ di storia sa a cosa mi riferisco
Bello, mi è piaciuto molto. È la precisa immagine di ciò che sta accadendo
Premesso che le 2000 manifestazioni per la Palestina sono come quelle contro la fame nel mondo o contro il riscaldamento globale, inutili, il problema è che la gente che ha qualcosa da fare, fosse anche andare a fare la spesa il sabato o portare il figlio all'allenamento o farsi i cavoli suoi (per non dire di chi deve andare dal medico o all ospedale) si è bellamente rotta i coglioni di vedere la sua giornata rovinata per permettere a 1000 o 2000 "studenti" di bloccare strade e di fatto bloccare una città per dare loro la possibilità di manifestare la loro idea. Liberissimi di chiamare Israele terrorista (di terroristi che hanno visto migliaia di innocenti nelle loro fila massacrati io ne conosco pochi per la verità) ma che lo facciano in un posto dove non bloccano il funzionamento della città. Questa è forse l'unica cosa in cui mi tocca (a malincuore) dare ragione al governo.
Mi scusi, ma lei indirettamente sta confermando la tesi dell'articolo. Chi ha vissuto e vive a Roma sa benissimo che non è una manifestazione di 5.000 persone a Piazzale Ostiense che crea problemi di viabilità se è stata concordata e delimitata in modo che ognuno possa fare le attività che desidera. Crea molti più problemi un ingorgo delle sei del pomeriggio in cui un paio di furbi bloccano l'incrocio perchè loro devono girare!!!
Mi piacerebbe avere delle statistiche aggiornate, ma ai bei tempi a Roma c'erano di media 18 manifestazioni nella stessa giornata ed al massimo ritardavano di 5 minuti quelli che dovevano andare al supermercato: se le ricorda le proteste davanti ad una certa banca inopitamente autorizzata ad aprire a Piazza Venezia negli anni 90?
Considerazioni giuste ma, a mio avviso, valgono per le manifestazioni improvvisate e meno per quelle previste. Una manifestazione di democrazia vale un minimo di organizzazione dei singoli problemi e, in ogni caso, vietare o reprimere è molto peggio.
È un anno che ogni settimana bloccano il traffico nelle città per la Palestina, con i seguenti risultati:
1. Netaniahu se ne strabatte
2. Israele non cambia certo la sua strategia per accontentare 1000 o anche 100.000 italiani che manifestano
3. In compenso rendono la vita impossibile a tutti e dubito che si crei grande solidarietà quando perdo un ora nel traffico perché sti stronzi egoisti devono poter dire le loro stronzate ad alta voce
voce
4. Se continuano così il governo Meloni camperà cento anni
Si ripetono gli anni sessanta e settanta. Incredibile! La differenza, non da poco, era che i governi si formavano con il placet e i voti di almirante (con i disastri ben descritti nel magnifico documentario "Bianco e nero" da Paolo Pietrangeli) mentre oggi sono direttamente loro i ministri. Potrei aggiungere che con i "baffino" (regatista, vitinicultore, rappresentante di strumenti di guerra italiani, lobbista, inventore di Reti (nomen omen) e chi più ne ha più ne metta...) al comando i risultati non potevano che essere quelli che viviamo. Mai una strategia, del suddetto, ma sempre e sole piccole tattiche dilatorie per tirare a campare, bene, lui. Il pur deprecabile Renzi, per tutti i motivi che illustrava Stefano Feltri qualche giorno fa, al confronto con l'intelligentissimo appare come un provinciale.
Come sempre, le parole giuste.