42 Commenti

Analisi perfetta, a mio avviso secondo i dettami più classici del quarto libro del capitale, rimarchereo solo una cosa che la struttura del nostro Occidente è la finanza capitalista mentre la sovrastruttura è la politica che di volta in volta rappresenta gli umori del popolo e dura sino a che non mette in discussione le regole di accumulazione sottese. Tanto per ridere: la tassazione dei sovraprofitti... l'avessero fatta ci saremmo liberati di Salvini, Meloni e tutti gli altri colti pensatori in un sol colpo!

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Tramonto dell' occidente.

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Volendo dare una "forma" alla rabbia, consiglio di sedersi attorno a una tavolata di Millennial e Boomer. Di farlo ascoltando e osservando due generazioni, nate e vissute dopo la Seconda Guerra Mondiale, con estrema attenzione. Chi vorrà, potrà facilmente cogliere una distanza profonda sia nel modo di interpretare il ruolo del singolo nella società, soprattutto, quando i dibattiti si concentrano sulla partecipazione e l'attivismo, sia rispetto al peso che economia e politica dovrebbero avere (o avrebbero dovuto avere) nel processo di reale autodeterminazione della Persona nell'età moderna.

Chi vorrà dunque potrà cogliere profonde fratture valoriali, ideologiche e comportamentali. Carta e penna alla mano, l'ascoltatore e osservatore potrà agilmente rendersi conto che quel "neo corporativismo" di cui si accenna - giustamente - nell'articolo in realtà non è mai venuto meno. E che il liberismo, il capitalismo e la globalizzazione hanno nuociuto di più altri paesi, perché è apparso che potesse cambiare tutto ma in realtà non è cambiato nulla.

Prendiamo l'Italia, il paese che conosciamo meglio, anche perché nell'articolo, giustamente, si citavano casi eclatanti di crisi aziendali che a distanza di anni non riescono a trovare una risposta o una soluzione. Colpa dei paradigmi economici che stanno cambiando in fretta? Colpa della incapacità di una classe dirigente spesso più confusa di quei pochi che ancora spendono 20 minuti per recarsi alle urne a votare? Forse sì. O forse no. Probabile che il liberismo e il capitalismo abbiano fatto molto comodo anche ai "vecchi" loser?

Una verità, ad esempio, è che in Italia, il corporativismo è una forma mentis; è un modo di pensare e di comportarsi nella società. Asse portante di una maggioranza che ha una cultura conservatrice e "arretrata", forse dovuta al fatto che l'Italia è in effetti una Democrazia piuttosto giovane, e che si è lasciata trascinare nell'ingordigia e nell'individualismo estremo, professati dal capitalismo e dalla globalizzazione, arrecando danni incalcolabili. Continuando a funzionare poi come sistemi in verità senza binari valoriali ed etici.

La rabbia se c'è, va ricercata nelle generazioni smarrite, quelle che difficilmente riescono a comunicare con genitori e parenti, o ai quali solo per necessità si arrendono. La rabbia se c'è, è latente nelle generazioni sempre più consapevoli di non avere riferimenti o prospettive, e per ora, si lasciano andare a un disinteresse solo esteriore. Ecco, forse, il problema è che quantomeno in Italia il popolo non è mai stato nemmeno lontanamente preparato a governare la libertà, figuriamoci quella mercificata dal modello liberista, libertà dunque lontanissima dal concetto di "partecipazione" Gaberiano e che chiamiamo pure lotta di classe, ricerca della felicità, autorealizzazione, attivismo...

Inebriati e intossicati da un modello di libertà mercificata, quindi, sono stati proprio i "vecchi" loser, lasciati alla mercé di una falsa idea del benessere per tutti e tutte, a trasformarsi in miopi ed egoisti permettendo che pochi - pochissimi - decidessero le sorti di un Mondo decisamente anestetizzato e smarrito.

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Ho letto attentamente l'analisi...io compio 79 anni il mese prossimo...fin dal 1965 ho prestato la mia vita professionale come disegnatore progettista nelle medie imprese industriali...sono state 7 le imprese presso le quali ho prestato la mia vita professionale...Perché ho cambiato imprese...perché

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Non ho la preparazione né il tempo per commentare punto per punto lo stimolante pezzo di Meletti. Penso che il Capitalismo sia solo un modo diverso di organizzare la lotta per il potere, sempre esistita da che mondo è mondo, basata appunto sul possesso di un "capitale". È nato mi pare molti secoli fa e non dipende dalla tecnologia. A parte il cattivo gusto di chiamare "sfigati" il 98% per cento degli esseri umani, non ho altre critiche da fare.

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Grazie Domenico. Io non so se sia cattivo gusto, ma devo precisare che "sfigati" è la traduzione dell'inglese "losers" utilizzata decine di volte da Invernizzi-Accetti nel suo libro che io mi sono limitato a citare.

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ago 13Messo Mi piace da Giorgio Meletti

Ah, e il Liberismo è il lenzuolo immacolato dove i rientier del capitale proiettano il film dei propri sogni:"costringono gli altri a sognare i loro sogni. Il vincitore vive il proprio sogno, il vinto vive il sogno altrui".

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Molto interessante

Il liberismo è la fine del capitalismo e delle democrazie nella versione occidentale

Mettiamo muri alla fuga dei capitali invece che per respingere la gente a cui abbiamo distrutto terra e futuro

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é un dicorso raffazzonato pieno di luoghi coimuni, di termini polivalenti che significano nulla, frasi fatte, d i una presunzione, indegna delle pagine di Appunti. Il tono è apodittico ,profetico e per nulla analitiico ; e tutti qeugli sfigati chi sarebbero ? e poi Hegel Marx e Casaleggio. ! Morire di cominismo chi? .. Come mai . si chiede la Russia non è divenuta liberale. Ma ha letto Herzen o , Bukunin)? , Dove ha preso Messer Maletti cotante coirbellate ? da Marco A. Patriarca

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Scusi signor Marco Patriarca, mi spiega su che cosa poggia la sua convinzione di avere il diritto, o il dovere, di insultarmi?

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molto interessante!

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Simone Weil, Venezia salva, una losers tra tanti, immagino.

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Non mi sento meglio per niente dopo aver letto questo corposo intervento. Complimenti. Comunque l'unica soluzione per ora è Elly Schlein. Non ne vedo altre visto che anche Papa Francesco spesso mi delude. Coraggio, andiamo avanti.

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ES non è la soluzione visto che 1 il suo orizzonte ideale sono i democratici statunitensi quindi non rappresenta alcuna alternativa né al capitalismo né al libero mercato 2 il partito che guida è strapieno di destri travestiti da sinistra

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Ho detto soluzione forse dovevo dire possibilità, chiedo scusa.

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Ringrazio tutti per i commenti molto interessanti. Una cosa tengo a chiarire, rispondendo per tutti a https://www.substack.com/@mariocavallaro2. Non ho niente di construens da dire perché sono convinto che il mondo va come va e mi fa sorridere l'idea di proporre rimedi. È come pensare di fermare il riscaldamento globale accendendo tutti i condizionatori a palla. Nel fare constatazioni evito anche di dare giudizi storici,e qui approfitto per salutare e ringraziare un maestro come Marco Ponti. Ho scritto che capitalismo e globalizzazione hanno tolto miliardi di persone dalla povertà ma adesso sta cambiando tutto (questa è la mia constatazione, che può anche essere sbagliata) e non mi sembra interessante discutere quale sistema ci piaccia di più. Né mi sembra utile dire che il sistema in cui siamo cresciuti non può non avere un futuro visto che ci piace tanto. Adesso il gioco è già in mano a quegli otto decimi che dice Ponti, ma nepoure loro potranno decidere in quale sistema vivere. A chi pensa che la mia analisi sia apocalittica dico che non è obbligato a prendermi sul serio e che ci si può sempre iscrivere al Pd.

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Ci vogliono fegato e stomaco a votare PD, ma io li ho avuti. E, guardando alle alternative, ho forse provato anche un piccolo brivido di entusiasmo.

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Condivido parola per parola quanto ha scritto Meletti. Esprime chiaramente quanto pensavo in modo approssimativo

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La rabbia...di certo non può diminuire, specie dopo aver letto questo intervento di Meletti, ma c'è il rischio dell'apatia cerebrale (probabile causa di morte di Friedrich Nietzsche...). Solo per gli intellettuali organici, beninteso.

Il mercato...si, meglio se libero e un po anarchico per imporsi sul dirigismo: di recente l'esempio più eclatante è stato il Superbonus 110%. Favoloso Stefano! (Mettiamolo a norma, in concorrenza con lo spreco per le super armi tecnologiche o vecchie come i Kampfpanzer...)

Stefano, per favore, dammi un po di dati economici sulla spesa militare... tanto per far aumentare la rabbia!

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Analisi cruda, a tratti cinica ed inquietante. Ma riflette - anzi da l'esempio - la conclusione: dire la verità. La mia preoccupazione è che il popolo NON vuole sentirsi dire - e quindi dover affrontare - la verità. Sfogare la rabbia è facile e - oserei dire - quasi naturale; ma non colgo in nessuna di queste manifestazioni una alternativa. Così non va, non ci piace, siamo arrabbiati ...e quindi? Che si propone? Cosa si fa? Manca - sempre - l'ultimo miglio: con la conseguenza che certe frazioni riescono ad andare al potere ...per scoprire che fare le cose e gestire un paese è più complicato che criticare come lo fanno gli altri. Qualcuno ha detto - tempo addietro - che la democrazia è un modello per popolazioni mature: non credo che sia - oggi - questo il contesto. Mi sembra più che si tenda ad evitare di affrontare davvero i problemi, procastinando l'assunzione di responsabilità e trincerandosi dietro la rabbia. Spero di sbagliarmi.

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Molto interessante e convincente. Una cosa però manca per spiegare il quadro: la crisi climatica è un'irruzione nella storia che non ha precedenti e il cui impatto sulle società, sulle economie e sull'idea di futuro credo sia molto più profondo di quello che si pensa. Nessuna delle scuole economiche dominanti ha mai introiettato nelle sue teorie i limiti della natura e la crisi climatica è un modo molto drammatico, siamo solo all'inizio, di ricordarcelo (ma non a tutti, evidentemente). Nel "Capitalismo. L'ideale cinese" Geminello Alvi fa una analisi della "tendenza comunistica" di certo capitalismo, libro che andrebbe riletto e che ha però il grande difetto di prendere la crisi climatica come "ideologia".

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tutto giusto, Kilo, ma già toccare con mano e attivare una descrizione così bella netta, alla Bertolt Brecht, è primordiale.

Meletti non dice che il destino dell'umanità sia questo disastro di oggi..al più che lui è pessimista .

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E comunque è vero quanto dice sopra Marco Ponti: provate a dire a un cinese o a un vietnamita i cui genitori morivano di fame e stavano senza acqua corrente e senza elettricità, e che oggi compra la sua prima automobile, ha un frigorifero e un condizionatore, e fa la cacca nel water e non nei campi, se il capitalismo ha fallito

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