8 Commenti

Scrivo per spiegare perché metterò in pausa il mio abbonamento.

Nonostante il grande interesse per l’iniziativa e per i vari argomenti trattati, ogni tanto mi sento “affogare” per le tante cose da leggere.

È vero che gli articoli sono davvero esaustivi e sono come un saggio sui diversi argomenti affrontati ma io in genere non riesco a leggere un saggio al giorno.

Nella mia “routine di informazione” ho diverse altre letture a cui mi dedico.

Stamattina mi sono accorta di avere un tale arretrato di articoli di Appunti da leggere che mi è presa l’ansia. Basta, ho bisogno di una pausa.

E dire che io sono in pensione e quindi ho tempo da dedicare alla lettura.

Ma è possibile che sia solo un mio problema?

Immagino articoli più brevi, magari un argomento trattato in più puntate.

Con questi ritmi e con questa lunghezza degli articoli non riesco a seguire.

Mi dispiace.

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Il tema mi interessa molto e mi è piaciuto questo articolo. Certo che ognuno dovrebbe fare la propria parte nel suo piccolo, ma a questa dovrebbe aggiungersi il sostegno pubblico locale e statale: non solo economico, ma strategico e di prospettiva es. non concedere mai più autorizzazioni a costruire in luoghi a rischio. Trovo determinante che vi sia altresì una politica globale in tal senso, altrimenti quel che si fa solo da una parte non risolve il problema. A livello internazionale si perde di vista l'indispensabile (la vita sulla terra) per inseguire il superfluo...

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Dalla lettura dell'ottimo articolo ho ricavato la sensazione spiacevole che si prova assistendo alle immagini apocalittiche di un film di fantascienza. Purtroppo, sempre più spesso, questa sensazione ci prende nell'osservare le immagini reali ormai tanto frequenti. E sono rimasta colpita da una osservazione terribile nella sua ovvietà: dobbiamo sentirci sollevati non per la possibilità di scongiurare crolli e distruzioni ma semplicemente per il fatto che le popolazioni riescano a mettersi i salvo! Abbiamo forse superato la soglia del non ritorno?

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L'ingegnere Intrieri suggerisce di realizzare le tre cose più importanti per contenere l'80 per cento dei danni a persone e cose e cioè: allerta vigile alle popolazioni, invasi collinari e casse di espansione. Applicazione del principio di Pareto che dice che l'80% degli eventi è determinato dal 20% dei fattori. Dubito che pochetto fratin ergo musumeci conoscano Pareto.

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Un grazie ai sindaci romagnoli! Primum vivere.

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Un encomio all'ingegn Intrieri, che ci ha spiagato dati tecnici e ha dichiarato che tra l'altro non poco e' stato fatto almeno per salvare vite umane. Quella che non e' chiara è la proporzione di opere utili organizzate da comuni e regione e quale quella finanziata dallo Stato.

L'anno scorso il governo impiego' 40 gg per nominare il commissario, mostrando di non sapere governare le crisi, appannato come e' dalla voglia (inconscia?) di voler penalizzare popolazioni rette dall'opposizione. Ma in democrazia la I regola e' rispettare sia l'opposizione, anche se si ha il 90% dei voti ( e non e' questo il caso), sia le popolazioni locali a cui arrivarono risarcimenti con il contagocce e solo a pochi.

Mi meravigliai l'anno scorso che Bonaccini e Schlein, di fronte a tanta protervia, non abbiano organizzato 200 autobus pieni di romagnoli che andassero a protestare in quelle settimane sotto il palazzo del Governo. Speriamo che questa volta il governo si comporti diversamente; altrimenti l'opposizione e la Emilia Romagna avrebbero uno schiaffo sull'altra guancia.

E' bene tenere pronti non piu 200 ma 400 autobus...

Francesco Del Zotti

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Grazie molto interessante. Ho notato anch’io che l’assenza di decessi non è stata adeguatamente sottolineata con i media in preda al solito scontro verbale iperpolarizzato tra governi ed opposizioni.

Pongo un quesito: la cura del territorio e le attività di prevenzione sono tema da enti locali o dovremmo invece affrontarlo a livello centrale cercando di dare un approccio uniforme su tutto il territorio? Io sono per la seconda senza se e senza ma visto il costo economico e di consenso che certe scelte obbligate comportano.

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Dipende dal tipo di opere da mettere in campo. Per la manutenzione di torrenti e piccoli corsi d'acqua ci pensano i consorzi di bonifica, ma interventi su bacini che interessano territori molto grandi, anche regioni differenti, sono operati dalle Autorità di bacino distrettuali, che sono organi tra Stato e Regioni. Ai sindaci spetta soprattutto la parte di comunicazione con la popolazione, che è altrettanto fondamentale. Sono comunque assolutamente d'accordo sul fatto che un programma a scala nazionale di messa in sicurezza dovrebbe partire dal ministero. Sarebbe una sorta di grande opera diffusa sul territorio.

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