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Vi è poco margine di manovra fiscale reale a meno di non “sfasciare” gli equilibri esistenti. Unica vera leva sarebbe quella di recuperare un bel po di miliardi dal vasto mondo degli autonomi. Tale azione ha però alcune controindicazioni:

- perdita di voti per quasi tutti i partiti (anche di quelli all’opposizione)

- una serie di gente che oggi campa più o meno scivolerebbe nella povertà o sarebbe costretta a chiudere la partita iva che fatturando 3 soldi risulterebbe insostenibile. Che facciamo a fare a questi?

Detto questo il carico fiscale resterà più o meno sempre a carico dei soliti nunc et semper.

In alternativa per abbassare davvero le tasse e/o i contributi si può distruggere qualsiasi forma di sanità pubblica o tagliare notte tempo le pensioni.

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Ringrazio Roberto per questa chiara disamina del gap fra narrazione ed effettive iniziative del governo sul piano fiscale.

È vero che le bugie hanno le gambe corte anche quando vengono ripetute a tamburo battente per farle diventare vere nel senso comune. Probabilmente lo scontro con la realtà metterà le cose al proprio posto, ma la domanda da porsi è: a quanti arriverà effettivamente la consapevolezza che le bugie erano tali?

Consideriamo quali sono le modalità con cui le persone oggi formano la loro opinione e le loro consapevolezze:

- La televisione: Se pure in calo è ancora il mezzo più utilizzato soprattutto fra le fasce di età più alte: Qui fra i canali Mediaset ed il serrato controllo politico della RAI, la stragrande percentuale dell’informazione è influenzata o interessata all’attuale governo

- I social Media: In forte crescita soprattutto fra le fasce più giovani: Qui il panorama dei contenuti è vasto ma spesso inaffidabile se non persino manipolativo. Si va dai contenuti più ragionati come Substack, attraverso divulgatori su Youtube di varia competenza, fino all’oceano di post più o meno ragionati, più o meno falsi, sinceri o manipolativi e prodotti da profili reali o da bot programmati per disinformare o creare odio.

- I quotidiani ed i periodici (stampati ed on-line): Utilizzati da c.a. il 10% della popolazione: Qui a parte la quota di testate palesemente detenute da interessi politici, l’informazione mantiene un livello medio di attendibilità ed indipendenza superiore.

Anche nel momento un cui una fascia della popolazione arrivi a rendersi conto per esperienza diretta che le promesse non si sono avverate, quanti saranno capaci di non credere a fittizie ma massicce narrazioni volte a denunciare cospirazioni o "poteri forti" che avrebbero ostacolato l’azione governativa?

Aiutare noi tutti a conoscere i fatti e ragionare obiettivamente su di essi è una missione preziosa e lodevole, tuttavia fino a quando non si riuscirà a garantire l’indipendenza dei principali mezzi di informazione (almeno quelli pubblici), a diffondere e proteggere la cultura del fact-checking, ed a imporre il dovere da parte di chi detiene i poteri dello stato di sottoporsi alle domande dei giornalisti, continueremo ad assistere alla prevalenza delle narrazioni sulla realtà a danno del quarto potere fondamentale per la democrazia.

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Torno su un tema sul quale sono già intervenuta. Stabilire un tetto massimo sulle detrazioni fiscali (spese di ristrutturazione, donazioni liberali ecc.) non si traduce di fatto in un aumento delle imposte? Le detrazioni possono scendere fino a un tetto massimo di 4.000 euro, qualunque sia stata la spesa sostenuta, dichiarata deducibile al momento in cui la spesa stessa è stata sostenuta. Per non tacere del fatto che si è stabilito un patto con il contribbuente, quando gli è stata garantita una determinata quota di detrazioni fiscali e il contribuente ha sostenuto spese aspettandosi che lo Stato mantenesse quanto stabilito. Si tratta di un modo subdolo di aumento delle imposte di cui si dovrebbe tenere conto.

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