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da Marco Ponti:

" L’Europa si è mossa con decisione in due direzioni, per il segmento più inquinante del settore, quello del trasporto stradale merci e passeggeri. Ha definito limiti via via più stretti per le emissioni inquinanti (E1, 2, 3…E6), e incoraggiato tasse altissime sui carburanti in tutti i paesi. Sono tra le più alte del mondo, due terzi dei prezzi alla pompa."

Se ci limitiamo all'Italia, ed in particolare alla pianura padana, putroppo queste misure Non hanno prodotto importanti benefici: il PM2,5 da auto e' ancora importante, con record europei. Ne' l'italia ha imitato ad es la Svezia nel porre il prezzo del Diesel (piu inquinante) superiore a quello della benzina verde: succede il contrario. Inoltre, per un mercanteggiamento dell'acquisto di quote inquinanti, svariate case automobilistiche vendono auto di media e alta cilindrata Diesel a prezzo favorevole. Percio vediamo sempre piu macchine grosse e piu suv, diesel.

L'Europa e ancora piu l'Italia mettono tasse alte (e spesso, come abbiamo visto sopra, in modo *inverso*) ma poco fanno per scoraggiare seriamente l'uso dell'auto in città e fuori città. E anzi penalizzano una alternativa ecologica (il treno): in genere sulle medie e lunghe tratte e' piu conveniente andare in auto o in aereo che in treno

Francesco Del Zotti

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set 3·modificato set 3

Mi pare un articolo che punta ad affermare apoditticamente le idee liberiste dell'autore senza fornire alcuna prova che concorrenza tra privati è sempre bene, gestione pubblica è sempre male. Forse perché i numeri smentirebbero l'abusato mantra di questi tristi tempi di pensiero unico di destra liberista. Basti pensare ad esempio che in Gran Bretagna si stanno rinazionalizzando le ferrovie e, pensate un po', i primi a voler tornare sui loro passi sono stati proprio i Tories impossibilitati a nascondere i disastri dovuti alla cessione - a prezzo di saldo of course - ai privati di un asset pubblico. Storia estremamente emblematica del fallimento delle privatizzazioni dei servizi pubblici che i commentatori mainstream ignorano.

"L’azione europea invece ha agito con grande efficacia nei trasporti aerei all’interno dell’Europa: l’arrivo inaspettato delle compagnie “low-cost”...". Le compagnie low cost non sono nate su impulso dell'azione europea ma per iniziative di investitori privati. "E nel caso italiano gli aiuti pubblici alla Fiat (oggi Stellantis) sono costati molti soldi ai contribuenti, per cui non convincono molto i lamenti per i sussidi alle macchine cinesi", più che i soldi dati a Stellantis ciò che ancora una volta mostra l'ipocrisia di chi ci governa è il fatto che i dazi si mettono solo sulle auto cinesi quando invece anche gli Usa regalano alle aziende americane 7.500 dollari per ciascuna auto elettrica prodotta, ma ovviamente noi colonizzati non diciamo beo. "Lo confermano gli ottimi risultati della concorrenza nell’alta velocità in Italia e Spagna, ...", dove sono i dati che lo confermerebbero? La realtà che i liberisti di destra adepti del libero mercato non accettano è che ci sono servizi che devono necessariamente essere gestiti pubblicamente per poterli garantire a tutti, altrimenti, come già ahimè succede nei settori privatizzati anche solo in parte, si tagliano ad esempio le corse per le parti del Paese più remote accelerando così il loro declino. Ci sarebbero molte altre critiche da avanzare a questo pezzo che mi sembra balzano e a tratti anche incomprensibile ("Hanno fallito una seconda volta dalla dimostrazione pratica che, se si vuole la concorrenza, questa può funzionare benissimo anche nei servizi ferroviari", che significa?), ma non ho abbastanza tempo :-)

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Mah…alcuni assunti del Ponti sono perlomeno discutibili. Ne cito solo un paio: il primo afferma che treni e tpl sarebbero usati da ricchi impiegati e non dalla ggente che userebbe invece nunc et semper vecchie e superinquinanti auto con motore termico. Emerge una visione del mondo novecentesca per provare a leggere un mondo che va volenti o nolenti da un’altra parte e di sicuro non segue le categorie sociologiche degli anni ‘70. Non è così che si da un contributo utile a gestire un processo inevitabile.

Il secondo invece è se possibile ancora più discutibile quando assegna ai bus di lunga percorrenza il ruolo di trasportare extracomunitari. Non si capisce chi siano questi extracomunitari e ne si capisce come faccia l’autore a conoscere il passaporto di chi utilizza questi bus che fanno su e giù dal sud al nord dell’Italia e dell’Europa.

Oltre al fatto che la parola extracomunitario porta con sé tutto un retaggio polisemico che magari quando parliamo di trasporti sarebbe doveroso evitare. Parliamo di passeggeri.

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