19 Commenti

Le conclusioni, gli ultimi capoversi, sono assolutamente condivisibili, tracciano un ritratto preciso e impietoso della realtà della carta stampata. Alcuni passaggi li trovo opinabili ma si tratta di incisi o di affermazioni apodittiche che non incidono sull'analisi complessiva. "La tv è diventata il principale medium di riferimento", sinceramente la trovo un'affermazione fuori tempo massimo; se invece si intende che l'involuzione del modello di televisione che si è imposto, da quando Mediaset ha assalito la RAI, ha preceduto e causato il declino dei giornali, possiamo trovarci d'accordo. Anche a me danno particolarmente fastidio gli opinionisti di mestiere, che continuano a ripetere sempre le stesse massime da calendario di Frate Indovino, come pure spettacolizzare l'informazione o, di male in peggio, ciò che si presenta come approfondimento riducendosi appunto a chiacchiera tra pari (senza didascalie si farebbe fatica a discernere tra giornalisti e politici). Che questo atteggiamento porti vantaggio solo ai politici mi sembra così evidente che come giornalista eviterei sempre di sedere a fianco di un politico piuttosto che faccia a faccia.

Expand full comment

Anche a me fa specie, forse perché mi riguarda direttamente, che in un articolo sulla crisi del giornalismo non si citi un fenomeno che accentua questa crisi e che negli altri paesi europei non esiste a questi livelli e intensità: chi oggi materialmente produce ciò che si stampa sui giornali prende paghe da fame. Come si può pretendere indipendenza, accuratezza, approfondimenti, professionalità da chi è sotto ricatto costante di perdere anche quelle poche briciole lanciate da editori senza scrupoli? E tutto ciò in un paese dove, a differenza degli altri, un fantomatico ente chiamato Ordine dei giornalisti che dovrebbe vigilare e tutelare l'autorevolezza della professione? Detto questo, io sospetto che lo scadimento del livello del giornalismo sia speculare al declino di tutta la "Nazzzzzione", come la chiamano i fasci al governo, iniziato nel momento in cui si è ceduta la sovranità a Bruxelles. A cosa servono infatti politici capaci se tanto la legge di Bilancio viene decisa dall'Ue? Poi personalmente, non credo affatto che in Nord Europa i media non siano concepiti soprattutto come mezzi per influenzare l'opinione, pubblica, sono solo più ricchi di noi e possono godere di un maggior numero di pubblicazioni, come del resto avveniva da noi prima che cancellassero la legge sul finanziamento all'editoria che non era perfetta, poteva essere migliorata, ma che è servita ad arricchire il nostro panorama culturale che oggi si impoverisce di giorno in giorno. Infine, secondo me ospitare opinioni anche molto diverse tra loro è giusto, il vero problema è che il conduttore di turno dovrebbe avere la capacità e il coraggio di guidare il dibattito e quindi anche correggere immediatamente plateali bugie e sottolineare quando l'ospite sta esprimendo fatti e quando sono solo opinioni. Con una redazione alle spalle che ha a disposizione tutti gli strumenti per verificare immediatamente determinate affermazioni, non si capisce perché ciò non avvenga (si fa per dire non si capisce).

Expand full comment
author

La parte su Ue e dintorni è un po' la solita cosa complottista sull'Europa cattiva, non è l'Europa che ci dice come spendere i soldi, siamo noi che prendiamo degli impegni per stare nell'euro ecc ecc

Quanto ai giornali: con salari più alti le perdite sarebbero ancora maggiori, e molti dei giornalisti oggi guadagnano fin troppo per quello che valgono e producono. Però certo salari bassi non attirano talenti e la spirale del declino diventa inevitabile.

La legge sul finanziamento all'editoria non è mai stata cancellata e continua a permettere di uscire a giornali che altrimenti sarebebro spacciati, inclusi Libero e il Foglio o il manifesto. Che sia uno strumento utile, democratico ed efficace, io ho i miei dubbi

Expand full comment

Non c'è nessun complotto, l'Ue è stata costruita (lo ricorda anche guglielmo bn sotto) in un certo modo e il modo in cui è stata costruita, a immagine e somiglianza delle esigenze dell'industria tedesca, diverse dalle nostre, ci ha danneggiati. Vero che i nostri politici di allora ci hanno gettato in questo incubo e ora dobbiamo fare i conti con questa realtà, vero anche che la perdita enorme di ricchezza che l'appartenenza all'euro ha comportato oggi non ci consentirebbe di sopravvivere al di fuori dell'euro quindi bisogna trovare il modo per costringere i "frugali" (io li definirei i paraculi) a cambiare politiche, per questo sono contrarissima alla cancellazione del voto all'unanimità, l'Ue diventerebbe ancora più antidemocratica e autoreferenziale di quanto già non sia.

Quanto ai giornali, esistono pochissimi eletti che guadagnano lussuosamente e poi ci sono i "manovali della notizia", quelli che concretamente chiudono un giornale, dato che non bastano i 3/4 editoriali delle grandi firme, che guadagnano dai 6 ai 20 euro lordi a pezzo, senza alcuna tutela. Basterebbe pagare meno gli editorialisti e dare più garanzie a chi porta le notizie che interessano i lettori. La legge sull'editoria non è stata cancellata ma modificata, per me resta una legge sacrosanta nel suo spirito (favorire il pluralismo e anche la pubblicazione di prodotti di nicchia ma dal grande valore culturale che da soli non ce la farebbero a stare sul mercato ma arricchiscono il patrimonio culturale collettivo) ma le modifiche apportate non erano certo finalizzate a raggiungere questo alto fine teorico.

Expand full comment

Più che “cattiva” l’Europa e le politiche economiche che porta avanti sono di ispirazione e trazione tedesca. Strutturalmente l’economia tedesca è agli antipodi di quella italiana come il Deutsch Mark era agli antipodi della Lira italiana la cui debolezza (contraria alla forza del Marco) ha contribuito a creare e sviluppare la nostra economia fatta di piccole e medie imprese

Ma non credo che se oggi l’Italia si presentasse nemmeno con Gesù Cristo al governo a dire bene d’oggi in poi l’Italia dà un calcio alla vostra più volte fallimentare austerità e al vostro neoliberismo e si riappropria di politiche di sviluppo keynesiano in Europa ci dicano prego fate pure fate come se foste a casa vostra

E questo non per cattiveria ma solo perché è la naturale conseguenza di un’Europa nata a metà: unita monetariamente ma senza politiche fiscali comuni senza unione politica il che favorisce le economie di tipo tedesco e fa arrancare quelle mediterranee. Per struttura delle economie stesse

Concordo in pieno invece sulla ipocrisia del finanziamento ai giornali

Che ci regala semplicemente megafoni di partiti.

Expand full comment

Buongiorno Guglielmo. Noi italiani dovremmo, prima di puntare l'indice contro gli altri, farci un esame di coscienza. Se paragoniamo l'Ue ad un condominio, a te starebbe bene pagare anche per chi non paga le spese? Ti pare che i Paesi del Nord Europa abbiano tutta sta voglia di pagare per noi? A parti invertite, tu lo faresti? Io no. Quindi prendiamocela con la nostra classe politica, piuttosto che con altri che sono diligenti

Expand full comment

Concordo perfettamente Simonetta

Io mi ribellavo solo al concetto di Europa cattiva.

A cui sostituivo la differenza di tipologie di economia tra i vari Stati che per come sono strutturate le singole economie ( disponibilità di materie prime propensioni al consumo al risparmio etc) reagiscono differentemente a questa Europa monca che il trattato di Maastricht ci ha regalato e a cui qualcuno ( gli USA?) impedisce di fare ulteriori passi avanti verso la auspicabile e sempre tardiva totale integrazione ( politiche fiscali e bilancio comune)

Expand full comment

Ottimo articolo di analisi di un Paese in crisi. In sintesi, sono sempre meno quelli che osano sapere, dubitando di ogni cosa. Così eccellono gli imbonitori e gli imbroglioni.

Expand full comment

Assolutamente daccordo

io sottolinerei con maggiore enfasi tre aspetti:

1) I media sono in mano a gruppi economici che dettano in modo incontrovertibile la linea da seguire. Non la orientano LA DETTANO: facendo si che i fatti scompaiono e restano le interpretazioni dei fatti sempre molto fantasiose partigiane

2) Piu che giornali senza lettori parlerei di giornali senza giornalisti visto l'abrutimento della categoria grazie al bieco ventennio che più che produrre giornalisti ha prodotto serrvi della gleba che scrivono per sbavare il loro padrone: inutile fare nomi ma se proprio volete un esempio pensate alla differenza tra chi era il direttore del Giornale prima ( tal Montanelli) e chi lo è ora ........

3) i talk show come giustamente detto seguono tempi televisivi che a tutto servono tranne che a far capire a chi sta a casa: si finiscesolo per creare arene adatte a tifosi da stadio che non seguono ragionamenti ma tifano ragionatori( con buona pace di Paul Valery)

E lì comincia la notte della democrazia......

Expand full comment

Articolo interessante che condivido.

So che la forma nella scrittura giornalistica ormai è diventata un vecchio sogno, ma peccato per la punteggiatura: l'assenza di virgole rende la lettura più complicata del necessario.

Ad ogni modo, grazie.

Expand full comment

Condivido la critica e non vedo chi possa dissentirne. È avvilente che la stampa e la politica rincorrano la pancia della gente, invece che far informazione. Avevo 14 anni quando ho cominciato a leggere quotidiani e ad appassionarmi di politica. Oggi non acquisto più quotidiani e non sono certo una persona più colta della media. Per questo, quando ho scoperto Appunti mi sono subito iscritta. Voglio imparare, non voglio sentirmi rincorsa. Grazie Stefano!

Expand full comment

Ottimo articolo, l'ho condiviso su FB, consiglio a tutti di fare altrettanto. Grazie a Feltri

Expand full comment

Condivido. Aggiungo inoltre che la proliferazione dei Talk è nata dalla convenienza degli editori sul versante economico: un talk costa infinitamente meno di uno spettacolo, di un film, di un programma di approfondimento giornalistico, un programma che fa inchieste con giornalisti sul campo. Per questa ragione gli editori ci si sono buttati a pesce e ne sfornano a più non posso. Sono seguiti, soprattutto se i dialoganti sono volti noti , litigano e fanno spettacolo, (audience), raccolgono pubblicità e costano meno. Con buona pace della funzione positiva che dovrebbe avere l'informazione nella società.

Expand full comment

Le alternative a questo "sistema" sono debolissime e ben poco incisive, tant'è che gli editori televisivi continuano a riproporre gli stessi talk con gli stessi ospiti (anzi, definirli ospiti appare improprio: meglio chiamarli collaboratori remunerati, visto il loro costante impegno quasi quotidiano). Alla ripresa di 8 e mezzo della Gruber ho indovinato tutti gli ospiti (non ci voleva un gran sforzo).

Appunti è un concreto esempio di informazione alternativa ma è ancora poco strutturato, soddisfa il bisogno di leggere editoriali ma non placa la mia sete di lettore di quotidiano.

Mi tocca perciò provvedere con Repubblica e Corriere dei quali, però, sfoglio rapidamente le prime 8/10 pagine leggendo frettolosamente i titoli...

L'enfasi di un foltissimo gruppo di giornalisti rimane appollaiata su cortili e corridoi dei palazzi (si vedano, ma è solo un esempio) le presentazioni quotidiane delle incredibili novità dello scenario politico nel Tg di Mentana.

Expand full comment

Grazie per questo articolo crudo e puntuale. Uno dei motivi per cui ho smesso di acquistare, da tempo, un quotidiano in carta stampata, è proprio riferito al fatto che ho notato non si trovasse più un punto di vista che potesse spiccare ma una difesa o un attacco a una parte politicamente avversa. Altri motivi sono: la mancanza di sana provocazione al ragionamento, troppa cronaca nera e uno scrivere negativo e pessimista, molta poca cultura e sempre meno visione internazionale reale e affidabile.

Per questo, da tempo, affido la mia lettura ad esempio a Stefano Feltri e ai suoi collaboratori e pochissimi altri.

Expand full comment

Proprio così. Quindi?

Expand full comment
author

Quindi c'è Appunti, che nasce da analisi analoghe a quella di Marco in questo pezzo!

Expand full comment

E noi siamo molto contenti e grati che ci sia. Che possiamo fare per farlo pesare di più?

Expand full comment

Riflessione lucida e corretta. Purtroppo, per quanto mi riguarda, è vero. Prendiamo l'ultimo caso: Boccia Sangiuliano. La prima è corteggiatissima proprio dai giornalisti e questo non fa altro che aumentare il suo egocentrismo, ammiccando, dicendo e non dicendo, lasciando intendere che sa cose che noi umani non possiamo neanche immaginare ...

Francamente, io ne farei a meno. Il problema sono gli eventuali reati commessi dall'ex ministro e pure da lei! Tutt'al più il dibattito dovrebbe concentrarsi su questo; ma per un breve periodo. Poi passiamo ai problemi che attanagliano i cittadini italiani.

Expand full comment