6 Commenti

Pienamente d'accordo su tutto. La politica rappresentativa nasce dal fatto che in nessun caso mai "uno vale uno". I risultati della follia del "uno vale uno" si sono visti con i 5S al governo, dove deputati parlavano di chip sottopelle e di altre fesserie, una sindaca totalmente impreparata ha mezzo mandato in rovina una città già malandata, e così via. Uno non vale mai uno, un chirurgo è l'unica persona da cui mi farei operare, un meccanico è l'unico da cui accetterei di riparare la macchina. Le decisioni politiche richiedono preparazione: soprattutto economica e giuridica ma anche talvolta etica o di altro tipo. Non possono mai essere lasciati alla maggioranza soprattutto al giorno d'oggi, viste le facili manipolazioni.

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La visione di Casaleggio mi pare sia come una immensa riunione di condominio continua dove si decide in base a meme e pancia... non è proprio il mondo dove io vorrei vivere!

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Scusate la provocazione ma questo sembra un dibattito tra vecchi!!!

La democrazia liberale è morta e sepolta, andando in ordine storico Berlusconi, Orban, Trump, Meloni, Rishi Sunak, Le Pen l'hanno o la stanno trasformando in una democrazia oligarchica, dei privilegi. E ne ho citati solo alcuni, sappiamo tutti quanti altri ce ne sono.

A questa deriva bisogna contrappore un'altra proposta e non mi sembra che i movimenti socialisti in Europa siano stati così bravi ad elaborarla come invece fanno forze nuove, ad esempio Casaleggio.

Anche Davide Casaleggio sa benissimo che la democrazia non potrà esplicarsi in forum tematici, che richiedono professionisti e studiosi, in quanto non esisterà mai una proposta unitaria che soddisfi tutti: immaginare che il sindaco di Roma e quello di Morterone abbiano gli stessi poteri e prendano le stesse decisioni è impossibile agli occhi di tutti.

Credo che abbiamo bisogno di una nuova visione di noi stessi e del mondo che ci circonda, non solo di nuovi strumenti ma questa nuova visione viene costantemente imbrigliata, derisa o negata proprio da quei movimenti organizzati che dovrebbero promuoverla mentre mi sembra di percepirla nelle parole di chi prova a proporre soluzioni nuove.

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La democrazia ha alla base una società pluralista, fatta di persone che hanno valori, interessi, sensibilità, caratteri, preferenze, priorità diversi, e si pone come un sistema politico per convivere in modo civile e pacifico tra diversi, attraverso la condivisione di valori di giustizia procedurale che rendano possibile prendere delle decisioni attraverso procedure accettate da tutti. Fa parte di questo sistema uno scambio di garanzie reciproco che tutela (dovrebbe) tutti, ma in particolare i cittadini rispetto al potere politico, le minoranze rispetto alle maggioranze, le opposizioni, il dissenso, etc.. in tutta la tradizione liberale, ma anche semplicemente per ovvie ragioni di buon senso, questo implica anche la necessità di coltivare la virtù civica della tolleranza, una limitazione del potere politico, una limitazione della sfera della decisione colletiva. Chi intende che una società sia tanto più democratica quanto più tutto ricada nella sfera della decisione colletiva presa attraverso procedure democratiche, in realtà sta immaginando una forma di democrazia totalitaria collettivista. Quindi qualsiasi visione che celebri una iper politicizzazione della società, una iper partecipazione collettiva a tutto, e l'estensione delle procedure di decisione democratiche a tutto, va vista con sospetto. A un certo punto non si tratta più di una democrazia liberale, non offre più quel sistema di garanzie reciproche che è necessario alla convivenza civile e pacifica fra diversi, non soddisfa più i criteri che a una democrazia avrebbero dato Popper, Dworkin o Sartori. Diventa tutta un'altra cosa. Diventa una democrazia illiberale che per certi versi mi ricorda il maoismo. Ovviamente il punto non è un potere politico senza partecipazione - non democratico - che imponga decisioni in maniera autoritaria, ma un potere politico limitato che imponga meno decisioni e lascii più spazio alla società civile e alla libertà individuale. Il limite di molte visioni è che invece immaginano un potere politico senza limiti purché "democratico", che tutti debbano costantemente "partecipare" e che tutto debba "essere partecipato", scadendo in una sorta di visione distopica.

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Condivido anch’io. Grazie

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giu 29Messo Mi piace da Filippo Riscica

Condivido in toto la tua riflessione. Grazie

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