5 Commenti

Anche Paola Giacomoni è ottimista e convincente; mi piace l'idea di farmi convincere ! magari i giovani prendessero coscienza in massa dei suoi argomenti e ricordassero che l'indifferenza è il peggiore male.

È la seconda volta in queste chat estive sulla "rabbia" che lodevoli prof di filosofia dimostrano fiducia nelle giovani generazioni italiane (forse non solo di sesso femminile, alla buon'ora!).

Bene, brave avanti così, sono sicuro che il patriarcato vacilla più che mai anche in Italia. Picchiatelo forte con il vostro cervello !

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Da figlio del Novecento (ho 66 anni) con le sue organizzazioni sindacali e politiche che tanto mi/ci hanno insegnato e tanto sono servite per migliorare le prospettive e le condizioni di vita di intere genererazioni, il mio primo sentimento è di ringraziamento per Paola Giacomoni.

La sua analisi stringente ma soprattutto quell'invito finale a superare i metodi, i linguaggi (soprattutto i linguaggi), le categorie, le organizzazioni del Novecento, porta sia un afflato di freschezza che una prospettiva.

Ha ragione!!! Alle nuove generazioni va data fiducia, vanno spronate, anche a sbagliare. Forse la mia generazione non ha sbagliato? Non abbiamo generato anche idee assurde e pericolose?

Sono solo i giovani occidentali che possono farlo ( come è stato per la mia generazione)?

Penso di no. Tra i tanti benefici della globalizzazione c'è anche quello che ha avvicinato giovani di tutto il mondo. Anche da queste relazioni può generarsi quella solidarietà necessaria per il cambiamento.

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Concordo con l'analisi della natura di questa rabbia e risentimento che vediamo dilagare nel mondo, ma perché prenda piede una rabbia "ottimista" deve circolare la sensazione che i propri obiettivi comuni siano raggiungibili. Io temo che sia oramai evidente che viviamo in una finta democrazia dove le istanze dei cittadini non vengono ascoltate, c'è il "pilota automatico" e bisogna obbedire ai mercati, basta il rialzo dello spread per far cadere governi democraticamente eletti e un governo dimissionario che ha perduto due volte le elezioni nel giro di un mese (Francia) si permette di dettare le condizioni del nuovo governo e continua a fare nomine e governare, da dimissionario, come niente fosse. Non cito per carità di patria gli unici referendum fatti sulla Costituzione europea (Francia Olanda), bocciata dagli elettori ma riproposta lo stesso cambiandogli nome - Trattato di Lisbona - senza più sottoporla al parere dei cittadini e il referendum della vergogna fatto in Grecia solo per umiliare ulteriormente la popolazione il cui benessere è stato sacrificato agli interessi delle banche. Come ha ben osservato Urbinati proprio in Appunti, la democrazia riesce a svilupparsi pienamente quanto più il centro decisionale è vicino alle persone interessate, ecco che quindi vediamo anche come i cambiamenti politici che ci hanno interessato negli ultimi decenni sono andati nella direzione opposta (non a caso, secondo me): cancelliamo le Province e lasciamo le Regioni con tutte le malversazioni di cui si rendono protagoniste, cancelliamo lo stato nazionale e creiamo un sovrastato mai visto prima che non è né carne né pesce ma lavora molto bene per garantire gli interessi dei più forti. Un sovrastato palesemente antidemocratico, checché ne dicano i commentatori mainstream non si è mai vista una democrazia il cui organo esecutivo non risponde ad alcun principio democratico, che si prepara a diventarlo ancora di più con l'eliminazione del diritto di veto. Anch'io mi sono chiesta "come mai sia la destra ad attirare questi strati sociali trascinandoli verso posizioni antidemocratiche anziché la sinistra", la risposta però non mi sembra difficile da dare osservando cosa ha fatto la compagine che si definisce di sinistra negli ultimi tempi, in un Paese in cui la massima espressione di sinistra viene ritenuto quel miscuglio di centro del governo Prodi quello che aprì emblematicamente le porte al precariato in Italia. Sono ottimista di natura, diciamo ottimista con uno sforzo di volontà perché non intendo farmi rovinare l'unica vita che ho da depressione e pessimismo, ma per iniziare a cambiare le cose, la prima cosa da fare, insegnavano i maestri, quelli sì, di sinistra, bisogna analizzare onestamente e lucidamente la situazione senza edulcorarla. Chi è disposto ad ammettere che la democrazia è concretamente scomparsa in Occidente>?

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Mi sembra di cogliere due contraddizioni: la rabbia è contro valori universalistici, tra cui l'ambiente (Trump, Salvini ecc.). Difficile riproporre questo tema come capace di mobilitazioni di massa "di sinistra". E in qualche modo questo è vero anche per la libertà. Prevale il "noi contro loro" di Karl Schmitt.

Marco Ponti

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Giusto questo richiamo all'ottimismo e al giudizio sulle attuali generazioni universtarie.

È facile per noi supervecchi (》85 !) cadere nel rimpianto pessimista, ma io invece mi sento sempre più appassionato alle sorti politiche del mondo e cerco di battermi per il poco che ancora posso.

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