Il caso Telegram: le accuse a Pavel Durov
LA ZONA GRIGIA - 1: In una serie in tre puntate, Laura Turini esplora quello che sappiamo del caso Telegram, dal quale dipende il futuro del nostro rapporto con le piattaforme digitali
Durov non risulterebbe coinvolto direttamente nella commissione dei reati sopra indicati, ma gli viene contestata una mancanza di collaborazione con l’autorità giudiziaria, cosa che fa gridare allo scandalo
Buon pomeriggio,
non so quanti di voi stiano seguendo la vicenda Telegram, ma la gestione dell’inchiesta francese e le sue implicazioni possono ridefinire il modo in cui funziona Internet e il ruolo dei nuovi oligarchi digitali nella nostra società.
Se su una piattaforma si commettono reati ogni giorno, chi è responsabile? Soltanto l’utente, l’azienda che gestisce la piattaforma? O anche il proprietario? E se i proprietari sono tanti, come per le società quotate, sono tutti colpevoli?
In una serie di tre articoli la nostra avvocata Laura Turini, esperta di diritto digitale, esplora il caso Telegram e le sue ripercussioni. Potete seguirla anche sulla sua newsletter LISP
Buona lettura,
Stefano
Il caso Durov: Le ragioni dell’arresto
di Laura Turini
L’arresto di Pavel Durov, fondatore di Telegram, all’aeroporto di Le Bourget, alle porte di Parigi, dove era atterrato con il suo jet privato dall’Azerbaigian, ha suscitato grande scalpore, anche perché non erano chiare le ragioni di un provvedimento così grave.
Le proteste di chi, primi tra tutti Elon Musk, gridava a un attentato alla libertà di espressione sono state più rapide della volontà di capire meglio cosa fosse successo.
Durov è poi stato rilasciato, dopo avere versato una cauzione di cinque milioni di euro, ma comunque non può lasciare la Francia, stato in cui risiede, e ha l’obbligo di firma per dimostrare la sua presenza sul territorio.
Resta quindi indagato e, a distanza di qualche giorno, si può cominciare a riflettere sull’accaduto con maggiore serenità d’animo e fare un po' di chiarezza.
Cominciamo con il ricordare, per chi non lo sapesse, chi è Pavel Durov e quale sia la sua storia.
Nato in Russia, all’età di ventidue anni fonda il social network VKontakte, noto come VK, che riscuote un grande successo e sul quale gli utenti si scambiano liberamente di tutto, conosciuto soprattutto perché dava la possibilità di scaricare gratuitamente musica, film, programmi informatici, videogiochi senza alcun controllo da parte del social.
Il sistema ha però attratto presto l’attenzione del governo russo che ha deciso di toglierlo dalle mani di Durov che, d’altro lato, si dichiarava un oppositore di Putin e si rifiutava di collaborare con il Cremlino, quando gli veniva chiesto di consegnare i messaggi e i dati di molti dei suoi utenti.
A seguito delle continue pressioni, nel 2013 Pavel Durov, insieme al fratello Nikolai, fonda Telegram, spostandosi a Dubai e nel 2014, dato l’aggravarsi della sua posizione, dopo avere venduto VK alla Gazprom, notoriamente vicina al Cremlino, rinuncia al passaporto russo e lascia la Russia trasferendosi a Dubai, dove vive ancora ad oggi, pur avendo la cittadinanza in diversi paesi, tra cui Dubai e la Francia dove è stato arrestato.
Fin da subito Telegram è stato presentato come uno strumento per la libera espressione del pensiero, privo di qualsiasi forma di controllo, utilizzabile da chiunque senza censura e per scambiarsi materiale di ogni tipo.
Questa ampia libertà d’azione è una delle ragioni che lo ha reso il sistema di comunicazione preferito di molti trafficanti, che si sentono garantiti e non ostacolati nei loro affari, ed è uno dei pochi strumenti a disposizioni degli oppositori dei regimi, che pare giochi un ruolo significativo anche nell’ambito della guerra in Ukraina.
Questa è la ragione per cui l’arresto di Pavel Durov ha suscitato così tanto clamore e, da parte di molti, si è letta come un attacco alla libertà di espressione e come un’ingerenza politica nella vita dei cittadini, anche se il governo francese si è detto fin da subito estraneo alla vicenda.
Anche se può sembrare paradossale, tra i soggetti preoccupati per il suo arresto pare ci siano anche i suoi oppositori e, in particolare, i militari russi che usano a loro volta Telegram per le loro comunicazioni, almeno stando a quanto riportato da Konstantin Sonin, del The Moscow Times su un articolo uscito su Internazionale, i quali temono che qualcuno possa entrare in possesso dei loro dati, se Durov fosse costretto a consegnarli.
Al di là di tutti i possibili retroscena, sembra però che l’arresto di Pavel Durov sia dovuto a un’indagine penale, molto articolata, avviata dalla procura francese, su casi di pedopornografia, iniziata a Luglio del 2024.
Stando a quanto riporta politico.eu, che sembra avere fonti attendibili e disporre di un documento avuto da una persona coinvolta nel caso, ci sarebbe stata un’indagine sotto copertura da parte del reparto di polizia giudiziaria che si occupa di crimini informatici, nel corso della quale un infiltrato avrebbe cercato persone coinvolte in questi tipo di reati fino ad entrare in contatto con un soggetto che, oltre ad avere diverso materiale pedopornografico a disposizione, avrebbe anche dichiarato di avere violentato un bambino.
Telegram si sarebbe rifiutata di collaborare con le autorità per identificare questa persona e non avrebbe voluto fornire indicazioni utili alle indagini, per cui da questo rifiuto sarebbe scattato l’arresto.
Sembra che questo non sia l’unico illecito che è stato scoperto su Telegram dove la procura avrebbe accertato la presenza di numerosi gruppi criminali.
L’avvocato di Durov, David-Olivier Kaminski, ha dichiarato che Telegram non viola alcuna legge, ma nel frattempo le quotazioni di TONcoin, la criptovaluta di Durov, sono crollate.
Intanto anche i governi dei paesi che ruotano intorno a Durov fanno sentire la loro voce.
Sembra che il Cremlino abbia sottolineato che per mantenere in stato di arresto il fondatore di Telegram servono solide prove, mentre si sarebbe attivato anche il consolato degli Emirati Arabi per fornire tutta la sua protezione e supporto, a cui Durov ha diritto.
Durov non risulterebbe coinvolto direttamente nella commissione dei reati sopra indicati, ma gli viene contestata una mancanza di collaborazione con l’autorità giudiziaria, cosa che fa gridare allo scandalo.
Per potersi fare un’opinione sulle ragioni dell’una e dell’altra parte, è però necessario comprendere quali norme abbia violato e come funziona Telegram.
Saranno questi i temi dei prossimi approfondimenti di Appunti sul caso Durov e forse scopriremo che il suo arresto potrebbe essere meno anomalo e inopportuno di quanto possa apparire.
continua
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Ottimo articolo! Grazie
In attesa della continuazione.