Il caso Telegram: I capi di imputazione
LA ZONA GRIGIA - 2: In una serie in tre puntate, Laura Turini esplora quello che sappiamo del caso Telegram, dal quale dipende il futuro del nostro rapporto con le piattaforme digitali
La fine della vicenda e, a mio parere, relativamente irrilevante perché l'importante era dare questo segnale di forza attraverso l’arresto
Lorraine Papart
Leggi la prima puntata della serie:
Il caso Durov: I capi di imputazione
di Laura Turini
Fin dal momento del suo arresto, Pavel Durov è stato appoggiato da sedicenti paladini della libertà di espressione, Elon Musk dall’altra parte dell’oceano, Matteo Salvini più modestamente da noi. Il sostegno è avvenuto sulla fiducia, visto che non era possibile conoscere i motivi che avevano indotto la magistratura ad un atto così grave, motivi che sono stati resi noti solo alcuni giorni dopo.
Grazie ad un comunicato ufficiale della Procura francese, si è quindi scoperto che le ragioni dell’arresto non risiedano, almeno al momento, nella violazione della legge europea, e in particolare del Digital Service Act, DSA, sulla cui base sono stati già avanzate delle contestazioni a X (vedi precedente articolo di Appunti), ma esclusivamente sulla legge francese.
Per capirne di più abbiamo quindi chiesto chiarimenti a Lorraine Papart, avvocato al foro di Parigi, specializzata in diritto penale.
Avvocato Papart, la vicenda di Pavel Durov ha suscitato molto clamore e vengono avanzate varie ipotesi sui motivi del suo arresto. Sembra, tuttavia, che vi sia sostanzialmente una violazione di una legge esclusivamente francese. In particolare, si fa riferimento alla violazione dell'articolo 323-3-2 del codice penale francese. È corretto? Cosa prevede questa disposizione?
“Secondo il comunicato stampa emesso dalla procura di Parigi il 26 agosto 2024, Pavel Durov è stato arrestato a seguito di un'indagine giudiziaria aperta in Francia. Ciò significa che si tratta di un'iniziativa giudiziaria delle autorità giudiziarie francesi che si basa necessariamente sulla violazione di una legge francese o di un trattato internazionale ratificato dalla Francia o da un regolamento europeo, che entrano a fare parte del sistema normativo al pari della legge nazionale.
Pavel Durov non è stato arrestato sulla base di un mandato d'arresto internazionale nell'ambito della cooperazione giudiziaria internazionale.
Le basi testuali dei reati contestati non sono state riprese dal comunicato stampa della Procura della Repubblica, tuttavia, dal comunicato stampa diffuso il 28 agosto risulta che i reati contestati ruotano attorno ai seguenti punti:
Rifiuto di comunicare informazioni o documenti alle autorità autorizzate;
Complicità nella fornitura di un programma progettato per minare un sistema automatizzato di elaborazione dei dati;
Complicità nella diffusione di immagini pedopornografiche;
Complicità in traffico di stupefacenti, frode, associazione a delinquere
Riciclaggio di reati o reati in una banda organizzata;
"Fornitura di servizi di crittografia volti a garantire funzioni di riservatezza senza una dichiarazione conforme" e "fornitura e importazione di un mezzo crittografico che non fornisca esclusivamente funzioni di autenticazione o controllo dell'integrità senza previa dichiarazione" (estratti dal comunicato stampa della procura, 28 agosto 2024).
Nella misura in cui Telegram ospita molteplici tipi di scambi, l’amministratore di questa società risponde personalmente e penalmente per complicità in vari reati che trovano in Telegram un mezzo, ma anche come autore diretto per la mancata collaborazione giudiziaria”.
Un altro reato di cui Durov sembra essere accusato è l'importazione irregolare di servizi crittografici.
“Pavel Durov è sotto inchiesta per la mancanza di una dichiarazione conforme per la fornitura dei suoi servizi di crittografia.
A tale riguardo, varie norme, e in particolare la legge LCEN del 2004, limitano il mercato della fornitura di servizi di crittografia e richiedono, in particolare, dichiarazioni preventive al potere esecutivo quando tali servizi non sono destinati esclusivamente a fornire funzioni di autenticazione o di controllo dell'integrità dell'utente.
Il comunicato stampa si rivolge specificamente alla “fornitura e all'importazione di un mezzo di crittografia che non fornisce esclusivamente funzioni di autenticazione o di controllo dell'integrità senza previa dichiarazione”.
Questo illecito sembra avere la sua fonte nell'articolo 323-3-1 del codice penale, che riguarda l'importazione di programmi informatici progettati per infiltrarsi in un sistema informatico.
Questa norma è prevista dal Codice Penale, in cui, il 21 maggio 2024, è stato introdotto un nuovo articolo, il 323-3-2, che prevede una sanzione specifica per i fornitori di accesso che mettono a disposizione tali servizi di crittografia senza previa dichiarazione. La sanzione per questo reato è di 5 anni di reclusione e una multa di 150.000 euro.
Nel caso Durov, sembra che la fattispecie contestata sia quella di avere fornito, o avere comunque favorito la distribuzione, di un sistema che consente l'hacking informatico”.
Anche se è difficile fare previsioni, qual è la sua opinione sull'argomento e quale pensa che sia lo scopo che la magistratura vuole raggiungere?
“A mio avviso la vicenda è soprattutto un atto politico.
Nella misura in cui l'iniziativa proviene dalla Procura della Repubblica, ciò significa che dietro c’è il potere esecutivo – e quindi il governo – che è all'origine o per lo meno che non si è opposto a questa interpellanza e procedura.
Non si tratta di conseguenza di un'iniziativa isolata di un magistrato nell'esercizio del suo potere giudiziario indipendente.
È quindi necessario capire il segnale dato, qualunque sia l'esito di questo atto d'accusa e di questo procedimento e il segnale è che la rete e le piattaforme non possono più o non potranno più fare tutto ciò che vogliono.
Finora, i tribunali francesi si sono trovati di fronte a rifiuti piuttosto sistematici da parte del GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft, n.d.r.) nell'ambito della cooperazione giudiziaria e il punto in discussione è la loro politica interna di moderare o meno i contenuti e, se del caso, quali tipi di contenuti.
La divulgazione di informazioni da parte loro è estremamente limitata, pertanto, il segnale dato dalla Procura della Repubblica di Parigi con l'arresto della persona fisica responsabile di tale piattaforma è estremamente forte.
Alla luce dei capi di imputazione e, in particolare, della circostanza aggravante di una banda organizzata che porterebbero a 10 anni di reclusione, le ipotesi di patteggiamento con il pubblico ministero mi sembrerebbero escluse, il che indica che il fine è piuttosto il processo, come avviene spesso in Francia.
La fine della vicenda e, a mio parere, relativamente irrilevante perché l'importante era dare questo segnale di forza attraverso l’arresto”.
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Nonostante il presidente Emmanuel Macron abbia dichiarato l’estraneità del governo alla vicenda, secondo l’avvocato Papart, dal momento che, in Francia, la procura è sottoposta gerarchicamente all’esecutivo, quest’ultimo non può tecnicamente dire di essere estraneo.
Nel frattempo i guai per Pavel Durov potrebbero non essere finiti. Al momento non gli viene contestata alcuna violazione del DSA per il fatto che Telegram ha dichiarato di avere quarantuno milioni di utenti in Europa e, quindi si trova al di sotto della soglia dei quarantacinque milioni necessaria per l’applicazione della nuova normativa.
Da un’inchiesta della Commissione europa sembra però che i numeri siano sottostimati e che Telegram abbia omesso di comunicare i dati aggiornati, circostanza che già da sola comporterebbe una violazione del DSA.
Se dovesse risultare il superamento della soglia prevista, non è quindi escluso che Telegram, oltre a dovere rispondere sui capi di imputazione contestati sulla base della legge francese, debba fare i conti anche con la normativa europea che il suo sostenitore Elon Musk ha definito “disinformazione”.
2. continua
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Grazie, un articolo che mi ha aiutato a comprendere il caso