Si può lavorare meno?
Una proposta di legge unitaria delle opposizioni arriva in Parlamento per incentivare la settimana di quattro giorni, che alcune aziende come Intesa già sperimentano.
Il fatto che si aprano spazi di libertà e che non sia più ovvio bloccare l’intera giornata di un lavoratore costretto ogni giorno a spostamenti nel traffico, riunioni, pause caffè, pranzi con i colleghi e straordinari non pagati è già di per sé una buona notizia
Lavorare meno si può, anzi forse si deve. La storia del lavoro è una storia di conquiste in termini di retribuzioni e garanzie, ma anche di orari. Negli anni Cinquanta gli italiani lavoravano in media oltre 2100 ore all’anno, oggi poco più di 1700. E se nel frattempo sono diventati più benestanti è perché in quelle ore di lavoro sono diventati più produttivi e dunque hanno ricevuto compensi più alti.
Oltre a quanto lavorare, negli anni dopo la pandemia si sono affermate altre due domande: dove lavorare, in ufficio o da remoto, e quando lavorare, cioè su quanti giorni spalmare l’orario di lavoro complessivo.
Quest’ultimo punto, un po’ a sorpresa, diventa oggetto ora di una seria discussione parlamentare per una proposta condivisa da tutte le opposizioni che sembra però non dispiacere neanche al governo. Una proposta di legge per incentivare la sperimentazione della settimana corta.
Ma si può lavorare soltanto quattro giorni invece di cinque con vantaggi per tutti, per il lavoratore ma anche per l’azienda?
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