Quasi tutto quello che dice Giorgia Meloni è falso
Fact checking all'intervista della premier all’AdnKronos: dai dati sulla fiducia al mercato del lavoro al Columbus Day. Le affermazioni non reggono
Meloni, tra Musk e la Commissione europea, sceglie di schierarsi con Musk contro Bruxelles per ragioni di affinità ideologica. Almeno questa affermazione è vera
Fare il fact checking alle dichiarazioni dei politici di solito è un'esperienza frustrante, sia perché di rado dicono cose abbastanza nette da essere classificabili come vere o false, ma anche perché sembrano imperturbabili di fronte alle contestazioni.
Ma poiché la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si espone così poco alle domande, le rare interviste vanno prese sul serio e analizzate. Ne ha data una al Corriere della Sera il 29 aprile, ma era così priva di contenuti che non saprei come commentarla.
Forse tutto sta nella sintesi pubblicata dal quotidiano: “La premier: tra Europa e Usa ci vuole un accordo vero, che sia a Roma o altrove io avrò comunque dei meriti”.
Il senso era che la sedia vuota all’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky al funerale di Papa Francesco era per l’interprete, ma era come se in spirito fosse presente anche Meloni a officiare la riconciliazione. Non è ben chiaro perché o come mai dovremmo trovare la cosa rilevante.
L’intervista al direttore dell’agenzia AdnKronos Davide Desario, del 2 maggio, è invece più interessante perché Meloni dice anche delle cose concrete, perlopiù false, ma concrete. E’ una specie di intervista-bilancio dell’azione di governo ora che si è chiusa la prima metà della legislatura.
Un dato corretto che Meloni cita è quello relativo alla stabilità del governo: “Il governo che presiedo è già oggi il quinto più longevo della storia repubblicana”.
La prima falsità
Poi Desario chiede: “Qual è la cosa più importante che pensa di aver fatto per gli italiani finora?”
La risposta di Meloni è la seguente:
"Potrei citare decine di provvedimenti di cui vado orgogliosa ma la cosa per me più importante è sentir dire a molti italiani che hanno ritrovato un po’ di fiducia e di orgoglio. Siamo una nazione e un popolo straordinari, dobbiamo ricordarcelo sempre, diventare i migliori ambasciatori di noi stessi in un mondo in cui c’è una fame e una voglia di Italia che io tocco con mano ogni giorno e che spesso non riusciamo nemmeno a immaginare".
Questa affermazione è così vaga che non meriterebbe alcun commento, visto che l’orgoglio nazionale è difficilmente misurabile. Indica più una percezione della premier, che una realtà.
C’è però almeno una cosa che si può misurare, e che viene misurata: la fiducia di consumatori e imprese: l’Istat la monitora su base mensile.
A settembre 2022, quando ci sono state le elezioni politiche, l’indice che misura il clima di fiducia dei consumatori era 94,8 e quello delle imprese 105,2. Ad aprile 2025 il clima di fiducia dei consumatori è 92.7 e quello delle imprese 91,5. Sono entrambi in deciso calo
Quindi sono entrambi diminuiti, per la parte misurabile l’affermazione di Giorgia Meloni è quindi nettamente falsa.
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