Appunti - di Stefano Feltri

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Perché nessuno si indigna per Pier Silvio Berlusconi?

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Il figlio dell’ex Cavaliere ripropone la peggiore versione del conflitto di interessi, tra televisione e politica, e nessuno si indigna. Con l'analisi di Gianni Barbacetto

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Stefano Feltri
lug 13, 2025
∙ A pagamento
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Perché nessuno si indigna per Pier Silvio Berlusconi?
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Una delle più gravi anomalie del sistema politico italiano è esiste un partito, Forza Italia, che è proprietà privata di Pier Silvio e Marina Berlusconi. Lo tengono in piedi con fideiussioni che garantiscono i quasi 100 milioni di debiti del partito. Sono Pier Silvio e Marina a dare la linea al partito e perfino a pretendere le facce nuove da mandare in TV a rappresentarlo.

Gianni Barbacetto

Alla fine di questa settimana viene da dire che certe cose, noi, in Italia, ce le meritiamo. Come il conflitto di interessi, la politica ridotta ad arena dove si perseguono gli interessi di parte a spese di quello generale, con i partiti che sono possedimenti personali e non organismi di rappresentanza della società.

Questa politica, a noi, evidentemente ci piace proprio così, di questo livello, in modo da potercene sempre lamentare senza sentirci mai davvero partecipi della sfera pubblica e dunque privi di responsabilità.

Da giorni i giornali sono pieni di analisi, retroscena, speculazioni ed elogi sulle parole di Pier Silvio Berlusconi a una convention di Mediaset sui risultati aziendali. Si discute del possibile impegno politico di Pier Silvio come se fosse una cosa normale, fisiologica, quasi una necessità, visto che il papà Silvio è “sceso in campo” a 58 anni e lui ne ha 56.

Discute dei vertici di Forza Italia, il partito di famiglia, va bene Antonio Tajani, il leader, bene anche gli altri vertici come Maurizio Gasparri, ma sarebbe meglio avere anche energie nuove.

E nessuno, ma proprio nessuno, che segnali l’assurdità di tutto questo: in nessun Paese normale, qualunque accezione si dia del termine, è considerato fisiologico che la guida di un partito si tramandi di padre in figlio, e che si tramandi per via dinastica grazie alla trasmissione ereditaria del conflitto di interessi, cioè il controllo di una azienda come Mediaset che può formare le opinioni dell’elettorato di riferimento del centrodestra e non solo.

Tutto normale?

L’analisi di Gianni Barbacetto

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