Perché l'Europa ignora le manifestazioni in Serbia?
Le proteste contro Vucic sono per difendere i valori su cui si fonda l’Unione europea, ma Bruxelles rimane fredda verso i manifestanti. Contano di più gli interessi economici
In questo momento, il regime di Vucic vacilla. L’inazione dell’Unione e la mancata volontà di cambiare politica nei confronti di Belgrado finiscono per sostenere il regime: il paradosso che ci restituiscono le strade di Belgrado è che in Serbia l’Unione europea è allineata agli altri sostenitori esteri di Vucic, ovvero Russia, Cina e Stati Uniti.
Francesco Stuffer
Da più di quattro mesi, ogni settimana la Serbia è teatro di imponenti manifestazioni. Ci sono voluti i fumogeni in parlamento, portati dalle opposizioni nella seduta di martedì 4 marzo, perché la notizia delle proteste si facesse strada in un’attualità internazionale sempre più frenetica.
L’estensione e la durata delle proteste stanno assumendo una dimensione storica per il Paese balcanico, candidato all’adesione all’Unione europea.
Gli europei però finora le hanno sostanzialmente ignorate, sebbene le implicazioni internazionali e continentali siano potenzialmente molto rilevanti.
La mobilitazione, promossa dagli studenti universitari, è nata dopo un crollo alla stazione di Novi Sad, che ha causato 15 morti lo scorso primo novembre. L’evento ha scatenato la rabbia degli studenti perché è stato interpretato come sintomatico di tutti i mali della Serbia del Presidente Alexandar Vucic, a partire dalla corruzione dilagante. Inoltre la stazione, inaugurata di recente dopo lavori condotti da un’impresa cinese, doveva simboleggiare i benefici dei legami di Belgrado con la Cina, investitore importante nel Paese.
Nei primi tempi delle proteste, delle aggressioni ai manifestanti hanno anche sottolineato la vicinanza del Presidente a gruppi violenti o criminali: questo però ha solo contribuito ad estendere le manifestazioni, rendendole un evento di massa che ha travolto l’intero Paese.
Organizzate dagli studenti, esse si sono estese oltre alla capitale Belgrado, toccando la stessa Novi Sad, altre città e le campagne, attraversate dagli studenti nelle loro marce lungo il paese.
Alle manifestazioni partecipano ormai diversi gruppi sociali e professionali, di sensibilità politiche a volte molto diverse, ma unite dall’opposizione al regime di Vucic e a una classe politica rapace, percepita come profondamente corrotta e che non ha problemi ad appoggiarsi a gruppi criminali quando le conviene.
Le origini della protesta
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