Perché il vescovo ora è sotto indagine
Monsignor Gisana è accusato di falsa testimonianza dalla procura di Enna, in uno sviluppo importante del processo al prete abusatore don Rugolo. E' la storia al centro del podcast La Confessione
È la prima volta in Italia che un vescovo viene indagato per falsa testimonianza in un caso grave come l'abuso sessuale su minori
Federica Tourn
Il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana è indagato per falsa testimonianza dalla procura di Enna, così come il vicario giudiziale della diocesi, don Vincenzo Murgano.
I due prelati sono accusati di aver mentito ripetutamente durante l'inchiesta e il successivo processo al sacerdote ennese Giuseppe Rugolo, condannato lo scorso 5 marzo in primo grado a quattro anni e mezzo di carcere per violenza sessuale su minori.
Monsignor Gisana non prese alcun provvedimento nei confronti di Rugolo nonostante la segnalazione da un prete della diocesi, don Giuseppe Fausciana, e la successiva denuncia dei genitori di una delle vittime. Grazie alla sua protezione il prete pedofilo ha potuto continuare indisturbato a molestare ragazzini.
Ma nelle ripetute deposizioni, in istruttoria e in dibattimento, il vescovo di Piazza Armerina avrebbe sempre sostenuto di non aver mai saputo niente. Mentendo, secondo i magistrati che, dopo aver chiuso le indagini si apprestano a chiedere per Gisana e Murgano il rinvio a giudizio.
Gisana gode dell'appoggio incondizionato del papa che solo un anno fa, il 6 novembre 2023, alla vigilia di un'udienza cruciale di un processo, quello a Rugolo, in cui le responsabilità del vescovo erano emerse con evidenza, così gli si rivolse:
«Saluto il Vescovo di Piazza Armerina, Monsignor Rosario Gisana: bravo, questo Vescovo, bravo. È stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto».
Fermo, si potrebbe dire, soprattutto nell'intento di proteggere il suo pupillo.
La storia l'abbiamo raccontata nei particolari nel podcast La Confessione, sostenuto da lettrici e lettori di Appunti:
Gisana, intercettato dagli inquirenti mentre parla con don Rugolo, aveva addirittura ammesso apertamente di aver «insabbiato il caso»; in un’altra registrazione si può sentire monsignor Gisana parlare di un altro caso di pedofilia nella sua diocesi, un caso «molto, ma molto peggiore» di quello di Rugolo, rimasto impunito.
Le responsabilità del vescovo erano state evidenziate anche dai giudici nelle motivazioni della condanna a Rugolo: «A parere del Collegio dall’istruttoria – si legge nel documento – sono emersi elementi chiari e univoci a sostegno di una condotta coscientemente colposa del vescovo».
La curia di Piazza Armerina è anche chiamata a risarcire il danno in qualità di responsabile civile, «per i pregiudizi cagionati dagli abusi sessuali perpetrati da padre Rugolo».
Insomma, Gisana sapeva almeno dal 2016 che Rugolo molestava i ragazzini ma non è intervenuto fino al 2019, lasciando il prete libero di abusare.
Don Murgano, invece, sapeva già dal 2015, quando Antonio si era confidato con lui sulla violenza subita: il sacerdote però, si era limitato a dirgli di dimenticare tutto e di non parlarne con nessuno, nemmeno con il vescovo.
Non è escluso, quindi, che gli indagati possano essere chiamati a rispondere anche di violenza sessuale mediante omissione, secondo l'articolo 40 del codice penale.
La nuova denuncia
Le indagini sul vescovo e il vicario sono scattate in seguito all'esposto presentato lo scorso luglio da una delle vittime di Rugolo, l'archeologo Antonio Messina, oggi trentenne, una di quelle vittime di abuso che per il papa con le loro denunce sono solo dei calunniatori.
«Sono soddisfatto che la procura della Repubblica di Enna abbia deciso di dare seguito alla mia denuncia – commenta Messina – non potevo accettare che il vescovo e il vicario giudiziale della diocesi si fossero presentati in un'aula di tribunale a dichiarare il falso. Con la loro condotta non si sono preoccupati di sostenere chi ha subito le violenze ma ancora una volta hanno coperto e favorito i reati commessi da un abusatore».
Messina ha denunciato Gisana e Murgano perché, spiega, «a fronte delle intercettazioni e degli atti di indagine, era evidente a tutti che avevano mentito anche di fronte ai giudici».
«Mi ha scandalizzato che il vescovo continuasse a trincerarsi dietro il segreto confessionale – continua Messina – è addirittura venuto in un'aula di tribunale convinto di poter mistificare la realtà dei rapporti che aveva intrattenuto con me e i miei genitori: voleva far passare il messaggio che si era comportato correttamente, quando le carte dimostrano tutt'altro».
Gisana aveva infatti ripetuto agli inquirenti, interrogato come persona informata dei fatti, che aveva sì avuto notizia di un altro ragazzo molestato dal prete, ma non aveva potuto riferirlo perché vincolato dal sigillo della confessione.
Lo stesso ragazzo lo aveva però poi contraddetto, affermando di aver parlato con il vescovo delle violenze di Rugolo una sola volta durante la confessione, altre due durante normali colloqui e di avergli addirittura mandato una mail in cui esponeva i fatti.
D'altronde il vescovo sapeva benissimo di non aver detto la verità al procuratore e infatti, prima di presentarsi nuovamente davanti ai magistrati, aveva chiesto consiglio ad un amico, monsignor Paolo De Nicolò, che gli aveva suggerito appunto di appellarsi al segreto confessionale, come abbiamo riportato nella settima puntata de La Confessione:
I verbali
È utile riportare le risposte date da Gisana, durante l'udienza a porte chiuse del 10 ottobre 2022, al procuratore della Repubblica Massimo Palmeri:
P.M. DOTT. PALMERI – Lei ha detto poco fa che il nome del sacerdote presunto responsabile le fu fatto. Prese qualche iniziativa, ebbe qualche approccio?
TESTE GISANA – Non la presi, non la presi, perché, cioè, non avevo conte...
P.M. DOTT. PALMERI – Non intendo per “iniziativa” provvedimenti,anche...
TESTE GISANA - ... non avevo...
P.M. DOTT. PALMERI - ... anche un approccio, un...
TESTE GISANA – Non avevo contenuti, non sapevo che cosa dire, perché – ripeto – quella... quella conversazione fu una conversazione brevissima, appena accennata, per cui... in un quarto d’ora e non... cioè, non avevo elementi, per cui non... non... non pre... aspettavo che venissero i genitori, quello sì...
P.M. DOTT. PALMERI – Sì, però, mi perdoni, io le devo muovere una prima contestazione a questo proposito, Eccellenza,perché Lei, sentito – come dicevo – da me e dai colleghi il 21 gennaio del 2021, disse, rispondendo a domanda: “Durante l’anno in cui attesi i genitori io ovviamente ho contattato il Rugolo”.
TESTE GISANA – Io in quel.. No, in quel pe... No, in attesa dei genitori no, in attesa dei genitori no. È successo dopo, perché poi...
P.M. DOTT. PALMERI – Eccellenza, si sforzi di ricordare, perché poi c’è un ulteriore passaggio nel verbale, dove dice a proposito dell’incontro con Rugolo: “Non ho insistito poiché aspettavo di parlare con i genitori del ragazzo per conoscere bene i fatti”. Quindi Lei in quella occasione non solo parlò di un primo incontro, di un primo approccio con Rugolo, subito dopo avere saputo o comunque prima che venissero i genitori, ma lo collocò proprio – almeno da quello che leggo qua, nella verbalizzazione – a epoca antecedente al primo incontro con i genitori. Se può ricordare meglio.
TESTE GISANA – Io questo particolare... Cioè, ricordo benissimo che poi io parlai con lui dopo che con lui dopo che vennero i genitori, questo è ovvio, perché... perché ci fu ...
P.M. DOTT. PALMERI – Sì, e questo Lei anche nell’occasione delle precedenti...
TESTE GISANA - ... perché ci fu un ritardo ulteriormente, per cui nel frattempo io poi mi sono anche mosso nel parlare, appunto, con... sia con Don Rugolo che anche con Don... con Monsignor Spina, perché per me erano importanti per per capire, ma prima...
P.M. DOTT. PALMERI – Monsignor Spina sarebbe...?
TESTE GISANA – Era il parroco di... di... di Don Rugolo, ma anche il parroco precedente del... del giovane Antonio, perché frequentava...
P.M. DOTT. PALMERI – Prima di Fausciana?
TESTE GISANA – ... sì, sì, prima di... perché frequentava quella parrocchia.
P.M. DOTT. PALMERI - Eccellenza, mi perdoni, io devo insistere su questo punto, perché il verbale... la verbalizzazione della Sua audizione in fase di indagini preliminari è stata abbastanza precisa. Quindi, Lei prima che venissero a parlarle i genitori di... del Messina ebbe un contatto con il Rugolo, un approccio con Rugolo, in cui discuteste – poi vedremo in che termini e con che approfondimento – ...
TESTE GISANA – Sì, sì.
P.M. DOTT. PALMERI - ... di questa vicenda?
TESTE GISANA – Guardi, purtroppo io non lo... non lo sto ricordando in questo momento. Non lo so. Capisco...
P.M. DOTT. PALMERI – E allora per aiuto alla memoria io procedo col permesso del Presidente alla lettura del verbale, dove ovviamente risultano cose diverse da quelle che Lei ci sta dicendo in questo momento.
TESTE GISANA – Sì, sì.
P.M. DOTT. PALMERI – “Durante l’anno in cui attesi i genitori io ovviamente ho contattato il Rugolo, il quale però rimase vago sulle contestazioni che gli feci. Non ho insistito, poiché aspettavo di parlare con i genitori del ragazzo per conoscere bene i fatti”. Si sta ricordando o devo proseguire oltre in quello che Lei ha dichiarato allora in fase di indagini, lo scorso mese di gennaio?
TESTE GISANA – Sì, quello... Guardi, devo dirle, io...
P.M. DOTT. PALMERI Quindi: “Non ho insistito, poiché aspettavo di parlare con i genitori del ragazzo per conoscere bene i fatti. In quella occasione ribadisco che Rugolo ha sminuito i fatti, anche se successivamente disse qualcosa”. Ancora a ulteriore domanda in quella occasione Lei disse: “In quel primo incontro informale e occasionale con Rugolo...” – forse manca “questi” – “... “sentite le mie contestazioni, negò di essere responsabile di quei fatti. Successivamente”, e quindi poi qua andiamo a qualche incontro successivo, ma a questo ci arriviamo, “il Rugolo ammise”. E Lei aggiunse anche: “In verità durante la prima Quindi, come vede, qui il fatto che questo incontro avviene prima che Lei parla con i genitori, ci sono ripetuti riferimenti che Lei fa.
TESTE GISANA – Sì. Io devo dirle che in questo momento non ricordo questo particolare.
Non so, non ricocrdo…
Gisana non ricorda, balbetta, si contraddice. Il vescovo, poi, afferma di non ricordarsi se l'abuso riguardava un minore, ma viene smentito subito dal dottor Palmeri, che gli ricorda le dichiarazioni già fornite in sede di indagini preliminari.
P.M. DOTT. PALMERI – Ecco, ma in quel momento Lei già sapeva che la... gli abusi risalivano anche al momento in cui il ragazzo era minorenne?
TESTE GISANA – No, no, no, non lo sapevo, perché...
P.M. DOTT. PALMERI – Padre Fausciana non gliel’aveva detto?
TESTE GISANA – Questo non me lo disse Fausciana, che era un minore quando succe...
P.M. DOTT. PALMERI – Eccellenza...
TESTE GISANA - ... mi disse solo che c’era un abuso.
P.M. DOTT. PALMERI – Sì, ma, Eccellenza, si metta d’accordo con se stesso. Io qua ho un altro passaggio del verbale del 21 gennaio 2021, dove a domanda peraltro del Dirigente della Squadra Mobile, leggo, che allora era pure presente al suo esame: “Padre...”... Lei ebbe a dichiarare: “Padre Fausciana mi disse che Don Giuseppe Rugolo aveva abusato di questo giovane quando ancora era minorenne. Io rimasi addolorato, ma gli dissi di fare venire i genitori”.
TESTE GISANA – Sì, forse sì, è vero questo, sì. Non... Sì, sì.
P.M. DOTT. PALMERI – Quindi Lei già comunque al di là se i genitori Glielo dissero o non... Glielo precisarono o meno...
TESTE GISANA – Sì, sì.
P.M. DOTT. PALMERI - ... che gli abusi erano risalivano anche ad epoca in cui il Messina era minore d’età?
TESTE GISANA – Sì. Adesso non lo ricordo precisamente, però però... Ricordo che poi questa cosa io la appurai dopo, la appurai invece dal... dai genitori, però forse Fausciana me lo disse, anche se – ripeto – io sono del... cioè, mi sembra che... perché quell’incontro lo ricordo come un incontro molto... molto approssimativo, molto... Capisce? Cioè, ripeto, facemmo una mezza passeggia, durò un quarto d’ora circa, per cui questi particolari adesso non...
P.M. DOTT. PALMERI – Però questo... Mi perdoni, dico, già il fatto di... un sacerdote che commette un abuso sessuale non credo che sia qualcosa di... di.. di... di particolarmente lieve, a maggior ragione poi se Le viene riferito che questi abusi riguardavano una persona minorenne.
TESTE GISANA – Ripeto, questo particolare non... Ri...io so….io…
P.M. DOTT.SSA LEONTE – Allora, Eccellenza, Lei ha raccontato, insomma, di questi fatti di cui aveva avuto conoscenza, di questi abusi a Don Angelo Passaro?
TESTE GISANA – Non ho capito la domanda.
P.M. DOTT.SSA LEONTE – Dico, Lei ha raccontato di questi fatti relativi agli abusi di cui era stato informato da Fausciana a Don Angelo... immagino sia Don Angelo Passaro?
TESTE GISANA – In quel periodo, cioè nel 2016?
P.M. DOTT.SSA LEONTE – No, nel gennaio 2021?
TESTE GISANA – Sì.
P.M. DOTT.SSA LEONTE – Siamo a fine gennaio 2021.
TESTE GISANA – Sì, ma dopo che era stata fatta la denuncia all’Autorità Giudiziaria.
P.M. DOTT.SSA LEONTE – Uhm, bene. Allora, io Le... insomma, a Sua memoria, Le ricordo che Lei ha avuto una conversazione telefono con Don Angelo il 21 gennaio del 2021, alle ore tre e mezza del pomeriggio, e Lei diceva a Don Angelo: “Sì, mi pare di sì, si ricorda che.. Effettivamente mi ha detto... però mi ha fatto capire...”, Lei sta parlando di Don Fausciana, “... mi ha fatto capire... questo sì, mi ha fatto capire che era una cosa su un minore, eh, questo sì”. Dico, ricorda questo particolare?
TESTE GISANA – Sì, sì. No, è possibile, però... No, che però era... cioè, che era avvenuta prima, cioè, questo è chiaro, non... era avvenuta prima questo.
P.M. DOTT. PALMERI – Sì, va beh, però quello che attraverso questa ulteriore contestazione la collega vuole mettere in evidenza è che lei parlando con un altro sacerdote, peraltro, - credo- in data successiva a quando…lei è stato sentito lei ha ulteriormente ribadito perché non solo sentito da me e dai colleghi, lei disse che Padre Fausciana le aveva riferito che si trattava di abusi su un minorenne, ma poi, parlando a pochi giorni di dista…
P.M. DOTT.SSA LEONTE - (Fuori microfono): Pomeriggio. No, lo stesso pomeriggio.
P.M. DOTT. PALMERI – Ah, lo stesso pomeriggio? Ah, lo stesso... Perfetto. Lo stesso pomeriggio, a poche ore di distanza,
parlando con un altro sacerdote in questa conversazione intercettata, Lei ribadisce la stessa cosa, che Padre Fausciana Le aveva parlato di abusi su un ragazzo che all'epoca... anche all'epoca in cui questo ragazzo era minore d’età.
TESTE GISANA – Sì. Ripeto, io non ricordo, però può darsi che lì l’abbia detto...
Gli altri abusi coperti
«Monsignor Gisana, come si sente nelle intercettazioni, insisteva con una visione della realtà distorta, sostenendo che Rugolo e io avessimo una relazione omosessuale: la stessa tesi è stata riproposta dai legali del sacerdote nella richiesta d'appello», aggiunge Messina.
Il vescovo omette di dire, o fa finta di non capire, che all'epoca dei fatti Antonio era minorenne e Rugolo ha esercitato su di lui violenze fisiche e psicologiche per oltre quattro anni per ottenere delle prestazioni sessuali. Così come dimentica che Antonio non è stata l'unica vittima del prete, che infatti è stato condannato in primo grado per violenza sessuale continuata su altri due minorenni.
Rugolo non è un caso isolato: lo dice il vescovo Gisana registrato di nascosto da Rugolo, e lo dice in aula anche monsignor Murgano, referente diocesano del Servizio per la tutela dei minori sino a dicembre del 2022, quando, incalzato dall'avvocata di Antonio Messina, Eleanna Parasiliti, ammette di essere al corrente di altri casi di abuso nella diocesi.
«Non soltanto dal processo a Rugolo, ma anche dalle attività difensive che ho svolto in altri procedimenti emerge un chiaro sistema di copertura nella chiesa locale», ribadisce l'avvocata Parasiliti.
Uno di questi è don Vincenzo Iannì, già rinviato a giudizio per violenza sessuale su una ragazzina nel 2019, secondo gli articoli 609 e 61 del codice penale; Iannì nel 2018 era stato promosso da Gisana viceparroco della parrocchia di Santa Lucia a Gela, in uno dei quartieri più disagiati della città. Un altro caso riguarda un catechista di Gela, rinviato a giudizio per abusi su un dodicenne.
È la prima volta in Italia che un vescovo viene indagato per falsa testimonianza in un caso grave come l'abuso sessuale su minori. Un precedente simile riguarda monsignor Alfredo Magarotto, vescovo emerito di Vittorio Veneto, che nel 2019 è stato condannato a un anno e quattro mesi per falsa testimonianza per aver favorito un nipote in una causa per l'eredità.
Monsignor Gisana e don Murgano hanno ora un mese di tempo per depositare memorie difensive o chiedere di essere interrogati.
Sostieni la nuova inchiesta
Nei mesi scorsi con Giorgio Meletti e Federica Tourn abbiamo realizzato un podcast che ha avuto grande successo e impatto, La Confessione: un'inchiesta sugli abusi nella Chiesa italiana partendo da un processo a Enna.
Una storia che - grazie agli audio dei preti e del vescovo coinvolti - ci ha permesso di capire come pensano i preti abusatori e come funziona l’istituzione che li protegge.
Già in quella vicenda, all’apparenza laterale, una delle tante di abusi in Italia, si partiva da Enna e si arrivava direttamente a papa Francesco: il sommo Pontefice si era speso, a processo in corso, per difendere il vescovo che rivendicava - intercettato - di aver “insabbiato questa storia”.
Oltre otto mesi dopo una sentenza del tribunale di Enna che ha condannato la Curia guidata da monsignor Rosario Gisana a rispondere sul piano economico in solido con il prete abusatore, don Giuseppe Rugolo, papa Francesco non ha mai trovato tempo, modo o voglia di intervenire su quel vescovo.
Come è possibile che un papa a parole tanto severo contro gli abusatori poi tolleri omertà e insabbiamenti nella Chiesa che dirige da monarca assoluto?
Questa domanda è rimasta in sospeso al termine de La Confessione, e per questo abbiamo continuato a lavorare. Federica e Giorgio in questi mesi hanno raccolto documenti, parlato con preti, cardinali, vittime.
Abbiamo deciso di costruire un nuovo podcast, che cerchi di rispondere, partendo dalla vicenda di più alto profilo che riguarda il papa: quella del potentissimo artista-teologo Marko Rupnik, che per decenni ha abusato delle donne che raccoglieva intorno a sé nelle sue esperienze di comunità spirituali.
Rupnik è stato vicino agli ultimi tre papi, ma a Francesco in particolare. E proprio Francesco ha dovuto gestire il caso quando, tra 2021 e 2022, la portata degli abusi di Rupnik è arrivata sui giornali, grazie soprattutto a Federica Tourn che ha dato voce alle vittime e ha rivelato i dettagli di comportamenti continuati per decenni.
A un certo punto, nel 2020, Rupnik risultava anche scomunicato in automatico, perché aveva usato il sacramento della confessione per cercare di coprire i suoi abusi (confessando una delle donne coinvolte), ma poi qualcuno ha deciso che quella scomunica andava rimessa. Solo una persona poteva prendere una decisione simile: papa Francesco in persona.
Il pontefice inoltre ha deciso prima di lasciare che la prescrizione bloccasse il processo a Rupnik, poi ha cambiato idea e l’ha fatto ripartire.
Ecco perché è urgente lavorare al podcast La Scomunica, che sarà pronto nei prossimi mesi.
Come la Confessione, anche La Scomunica sarà sostenuta da Appunti e dalle somme raccolte con gli abbonamenti.
C’è però una novità importante: durante il percorso della Confessione molti ci hanno chiesto come sostenere le nostre inchieste anche con bonifici o altro, e usare soltanto Appunti era un po’ limitante. Per questo abbiamo deciso di lanciare un crowdfunding dedicato sulla piattaforma GoFundMe, lo trovate qui sotto:
Attenzione, dopo aver indicato la somma, la piattaforma chiede in automatico se aggiungere una “mancia” del 10 per cento per la piattaforma stessa. Non siete assolutamente obbligati, potete mettere zero.
Grazie,
Stefano Feltri