Per quale partito votare alle elezioni europee?
L'impatto sugli equilibri europei, gli effetti nazionali, le posizioni sui temi cruciali (guerra, clima, diritti). Analisi partito per partito e - alla fine - la mia scelta
Come sempre, la prima scelta da fare è se andare a votare o no. Alle elezioni per il Parlamento europeo, il tasso di partecipazione ha un segnale diverso rispetto a tutte le altre
Buongiorno a tutti,
le elezioni per il Parlamento europeo sono ormai arrivate e, credo, molti di voi si staranno chiedendo: per chi voto? La legge elettorale proporzionale dovrebbe aiutare, perché in teoria si può scegliere senza troppi compromessi: niente alleati difficili da digerire, ci sono pure le preferenze per indicare direttamente i nomi preferiti.
E invece la scelta è un cubo di Rubik difficile da comporre, almeno per me, perché vanno considerate le seguenti variabili:
l’impatto del voto sugli equilibri europei
l’impatto sugli equilibri italiani, all’interno delle diverse aree (centrodestra e centrosinistra) e tra maggioranza e opposizione
i candidati che vengono eletti davvero, al di là di quelli che risulteranno i più votati (per effetto delle candidature civetta dei leader di partito)
il posizionamento dei partiti sulle questioni cruciali (tipo Ucraina e transizione ecologica)
Vi sembra troppo complicato?
Ora analizziamo tutte le opzioni possibili e le implicazioni della scelta di ciascun partito e vi renderete conto che non è ovvio scegliere. Dipende da quanto peso ciascuno di voi dà alle diverse variabili in gioco.
Se avrete la pazienza di arrivare in fondo all’articolo, spiego anche come io ho risolto il mio personale cubo di Rubik e che decisione ho preso.
Qui intanto le previsioni di Europe Elects sul prossimo Parlamento europeo
ASTENSIONE. Come sempre, la prima scelta da fare è se andare a votare o no. Alle elezioni per il Parlamento europeo, il tasso di partecipazione ha un segnale diverso rispetto a tutte le altre.
Perché si vota per un organismo sovranazionale che ha costante bisogno di rilegittimarsi: il Parlamento europeo ha potere soltanto in alcune aree, per esempio non ha in teoria voce in capitolo su politica estera e di difesa o sulle tasse.
In questi anni, però, si è conquistato un ruolo significativo anche in quegli ambiti: sia con risoluzioni (non vincolanti ma approfondite al punto che il Qatar pagava per corrompere i relatori, secondo le accuse) sia come spazio dove i leader, dal presidente della Commissione all’Alto rappresentante per la Politica estera, devono giustificare le loro azioni e rispondere alle domande.
Votare, insomma, significa legittimare il Parlamento e in generale la dimensione comunitaria della politica europea in un momento nel quale i governi nazionali cercano di recuperare spazio. A complicare le cose, però, c’è il fatto che prenderanno molti voti partiti che vogliono usare il Parlamento per ridimensionare l’influenza e le competenze dell’Europa.
Quindi, chi non si riconosce nelle posizioni populiste-sovraniste dovrebbe avere molte ragioni per andare alle urne.
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