Non c’è alcun negoziato
La narrazione filorussa dominante in Italia sosteneva che fossero Ucraina e Paesi “bellicisti” a non voler trattare con Putin. Ora abbiamo la conferma che il problema è Mosca
Il flop di Istanbul dimostra che è Putin che non vuole trattare, che da mesi si prende gioco del presidente americano e della comunità internazionale, con annunci di tregue molto limitate subito violate
I negoziati di Istanbul sono falliti prima ancora di cominciare e hanno smontato uno dei pilastri della narrazione filorossua che circola in Italia tra media e politica: che ci sia una fortissima lobby bellicista transatlantica che vuole impedire alla Russia e Vladimir Putin di mettere fine alla guerra.
Ora è evidente senza possibilità di obiezioni che è Mosca a non voler trattare. O meglio, a non trovare conveniente trattare in questo momento.
Il nuovo asse Trump-Zelensky
La sequenza degli eventi recenti non lascia spazio a dubbi. Il 28 febbraio il presidente degli Stati Uniti umilia quello dell’Ucraina Volodymir Zelensky nello Studio Ovale della Casa bianca.
In quella e in una serie di occasioni successive, Trump adotta la narrazione russa della guerra: le colpe sono di Zelensky, che è un “dittatore”, e che continua a far morire senza ragione giovani ucraini in una battaglia senza speranza.
Zelensky, che non aveva e non ha molta scelta, si impegna a ricucire il rapporto, anche per ottenere nuovi aiuti militari dopo che Trump li ha congelati.
In due mesi, Trump e Zelensky ritrovano un dialogo, anche intorno a un accordo per lo sfruttamento americano dei giacimenti di terre rare in Ucraina.
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