Marine Le Pen si sta trumpizzando?
Dopo la condanna, molti pensano che la leader della destra francese stia abbandonando gli sforzi per vincere al centro e scelga la strada anti-sistema. Ma non è detto che le convenga
Oggi, la volontà di rappresentare il centro dello schieramento politico di un Berlusconi apparirebbe troppo timida, troppo «moderata». Costruire un progetto elettorale sull’illusione che il popolo voglia ordine e giustizia ed equità, significa sempre più destinarsi alla sconfitta
Manlio Graziano
Il 31 marzo 2025, il tribunale penale di Parigi ha condannato Marine Le Pen per appropriazione indebita di fondi pubblici (poco più di due milioni di euro). La sentenza prevede quattro anni di reclusione, di cui due sospesi e gli altri due da scontare con braccialetto elettronico (per evitarle la prigione), più una multa di 100.000 euro e l'ineleggibilità a ogni carica pubblica per cinque anni.
Se la condanna è di carattere giudiziario, la reazione non poteva che essere di carattere politico. Marine Le Pen, ricordiamolo, si è presentata tre volte alle presidenziali in Francia, perdendo con margini progressivamente più ristretti; la sua quarta candidatura, nel 2027, l’avrebbe molto probabilmente portata all’Eliseo.
La condanna di ineleggibilità per cinque anni la priverebbe di quell’ambito traguardo.
Domenica 6 aprile, si sono svolte a Parigi tre manifestazioni distinte intorno a quella sentenza: una del centro macroniano, che è sembrata più che altro una sfilata di candidati alla candidatura a rimpiazzare l’attuale presidente; la seconda dei Verdi e dell’estrema sinistra «in difesa dell’indipendenza della giustizia»; e la terza, naturalmente, del Rassemblement national, guidata dai suoi due primattori – il giovane «capo» del partito, Jordan Bardella, e il vero capo del partito, Marine Le Pen, appunto, per protestare contro l’ingiustizia subita.
Dimentichiamo le prime due, menzionando solo il fatto che – nel 2025 di tutti i pericoli, nazionali (per un debito pubblico da cui sembra impossibile rientrare e per un trend demografico in caduta libera) e internazionali (non occorre farne la lista) – centro e sinistra si preoccupano principalmente di sapere chi correrà (e verosimilmente perderà) alle presidenziali del 2027.
L’etica e le streghe
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