L'uso politico del disagio
Visto che su Instagram certi temi tirano, il Pd presenta una legge sui disturbi alimentari che è solo uno spot, la destra inventa l'emergenza Fentanyl. E il bonus psicologo serve a qualcosa? Forse no
Non è il peggiore sciacallaggio politico possibile cercare consenso tra chi sta male, con qualche annuncio e qualche milione speso a caso, senza preoccuparsi di fare la cosa giusta per alleviare la sofferenza?
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Uno dei danni dei social alla nostra vita pubblica, in particolare di Instagram, è aver convinto la politica che su certi temi importanti sia sufficiente prendere posizione, schierarsi. Anche se poi non succede niente.
Tre vicende diverse ci indicano che i politici ormai si comportano come qualunque influencer: vogliono intercettare il trend, non risolvere il problema. E niente garantisce attenzione social come parlare del disagio, in particolare del disagio psicologico.
Da gIANMARIA a Fedez, a Sangiovanni, non si contano i personaggi - specie se under 30 - che creano empatia con le community condividendo le proprie fragilità, con il messaggio (positivo, per carità) che imparare a chiedere aiuto è importante.
Ma non aspettatevelo dalla politica, quell’aiuto.
Prendiamo il caso della proposta di legge del Partito democratico in materia di disturbi alimentari, prime firmatarie la senatrice Ylenia Zambito e la capogruppo in commissione Sanità Sandra Zampa.
Presentazione in grande stile, con la segretaria del Pd Elly Schlein, vari esperti, la vicedirettrice del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini, giusto in tempo per la Giornata Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.
Il nulla del Pd sui disturbi alimentari
Iniziativa lodevole e applaudita, soprattutto da chi non ha letto il disegno di legge. Che è il vuoto pneumatico.
Articolo uno: le definizioni dei problemi da affrontare (anoressia, bulimia, ortoressia, cioè l’ossessione del mangiare sano e così via…)
Poi l’elenco dei desideri tipo avere interventi nazionali e regionali nell’ambito dei piani sanitari dedicati a “effettuare la diagnosi precoce mediante la formazione specifica dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e delle agenzie educative”; “migliorare le modalità di cura dei soggetti affetti dalle malattie di cui all'articolo 1, comma 1”.
La lista continua, e include praticamente tutto: prevenzione, attività scolastiche, educazione sanitaria per la popolazione, perfino “predisporre gli strumenti di ricerca opportuni”
E poi ancora terapie psicoeducative di prevenzione e trattamento delle complicanze mediche, e altre idee ancora più ambiziose tipo “organizzare i servizi sanitari rivolti a pazienti fino al compimento del venticinquesimo anno d'età in un'unità funzionale di salute mentale per l'infanzia e l'adolescenza (UFSMIA)”.
Poi l’articolo che certifica la presa in giro: quello sulle risorse.
“Il Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione è incrementato di 10 milioni di euro, di cui all'articolo 1, comma 688, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, è incrementato di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2024”. Milioni, non miliardi, recuperati con un taglio alle agevolazioni fiscali per le partite Iva.
Questa proposta di legge offende l’intelletto di qualunque persona di buon senso e probabilmente la sensibilità di chi sperimenta davvero un disturbo alimentare e avrebbe bisogno di un supporto.
Per due ragioni: primo, gli articoli del disegno di legge che indicano le azioni necessarie sono così vaghi che tanto valeva scrivessero “bisognerebbe fare qualcosa contro i disturbi alimentari”. Avrebbero perso meno tempo, il grado di precisione e concretezza sarebbe stato lo stesso. Cosa vuol dire “migliorare le modalità di cura”. Ci mancherebbe altro che per legge si prescrivesse di peggiorarle, ma migliorarle come? Boh.
La seconda ragione per cui questo disegno di legge è una presa in giro è che con 10 milioni non ci stampano neanche i volantini per l’educazione nelle scuole. Quella stima delle risorse necessarie indica che non è una proposta di legge seria.
Ora, il Pd è all’opposizione, nessuno pensa che le sue proposte di legge possano essere approvate. Ma, a maggior ragione, non costa niente scriverle in maniera più seria e ambiziosa.
Con questa brillante operazione il Pd ha certificato che su un problema che considera importante - i disturbi alimentari - non ha alcuna proposta concreta, ma solo un generico desiderio di intervenire, peraltro senza neppure la capacità di ipotizzare risorse all’altezza delle ambizioni.
Con proposte come questa, perché mai gli elettori dovrebbero smettere di votare Giorgia Meloni?
L’unica risposta potrebbe essere che la destra al potere non è da meno in quanto a propensione a sfruttare il disagio a scopi di mero posizionamento politico.
La destra e l’emergenza Fentanyl
Nei giorni scorsi il governo ha presentato un piano per gestire l’emergenza Fentanyl, un oppioide che negli Stati Uniti sta facendo una strage da anni, per effetto di un abuso da parte soprattutto di uomini bianchi a basso reddito e bassa istruzione.
Anche in quel caso conferenza stampa, annunci di piani, coordinamenti, tavoli… potenziare i controlli contro gli abusi e così via.
Il governo si considera all’avanguardia nella lotta al Fentanyl. Così all’avanguardia di aver elaborato un piano in assenza del problema.
Lo deve ammettere perfino il promotore, cioè il sottosegretario a palazzo Chigi Alfredo Mantovano:
“Quello del Fentanyl non è un traffico limitato agli Usa. In Ue ci sono segnali in Portogallo e Gran Bretagna. La nostra intelligence segnala un interessamento della 'ndrangheta anche se stanno testando il mercato per verificare la convenienza del suo inserimento sul mercato”.
Ci sono “segnali”. Ma non c’è il problema. Sapete quanti sono i morti da Fentanyl in Italia: zero.
Lo dice la versione integrale dello stesso piano anti-Fentanyl
“Con decreto del 30 giugno 2020, in vigore dal 28 luglio 2020, i derivati del fentanyl sono stati inseriti nella tabella I delle sostanze stupefacenti e psicotrope di cui al Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza (DPR 309/90), analogamente al Fentanyl che era già stato precedentemente tabellato.
Dal mese di giugno 2016 a oggi, il Sistema nazionale di allerta rapida del Dipartimento per le Politiche Antidroga ha diffuso a tutto il network dei Centri Collaborativi e delle Istituzioni di pertinenza presenti sul territorio nazionale 2 comunicazioni per decessi (uno nel 2018 e uno nel 2019), 5 comunicazioni riguardanti intossicazioni non letali associate all’uso di fentanyl e 2 segnalazioni relative al consumo di fentanyl riscontrato dall’analisi di campioni biologici di altrettante persone in trattamento presso i Serd”.
E questo è lo stesso governo che si oppone al limite dei 30 chilometri all’ora a Bologna perché il diritto ad andare a 50 vale pure qualche morto all’anno, ma per reagire al dramma di due morti cinque e sei anni fa elabora oggi un piano anti-Fentanyl.
La logica è la stessa del Pd con la proposta sui disturbi alimentari, prendere posizione, guadagnare qualche titolo con meri annunci.
Con la differenza che la destra vuole dimostrarsi molto efficace a sconfiggere un’emergenza inesistente mentre il Pd - per ragioni che mi sfuggono - vuole dimostrarsi incapace di gestirne una vera.
Ma so perfettamente che tutte queste osservazioni sono inutili, perché nella politica filtrata da Instagram conta solo prendere posizione, dare un segnale. Come è stato per il bonus psicologo, rinnovato e che si può richiedere dal 18 al 31 marzo.
Guai a parlarne male: ci sono schiere di influencer - e persone normali - pronte a difenderlo. Non è forse vero che la pandemia ha fatto emergere, o aggravato, un disagio diffuso soprattutto nei più giovani? Sicuramente, ma a maggior ragione bisognerebbe dare una risposta coerente con il problema, non una risposta a caso.
Quando ho la febbre, voglio prendere una Tachipirina, non una pillola bianca a caso giusto per fare qualcosa.
Il bonus psicologo serve a qualcosa?
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