L’operazione più spericolata
COSE LETTE, VISTE E SENTITE - Un mese fa, a sorpresa, l’Ucraina ha lanciato una contro-invasione della Russia e ha conquistato la regione di Kursk. Oggi Zelensky rimpasta il governo. Che succede?
Con l'offensiva di Kursk, gli ucraini hanno preso spunto da Israele, intraprendendo un'azione militare che non è stata approvata da Washington
Gideon Rachman
Buongiorno a tutte e tutti,
Come promesso, lasciamo per un attimo al suo destino il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e occupiamoci di cose più serie come la guerra in Ucraina.
Il 6 agosto iniziava la più sorprendente operazione dell’esercito ucraino dall’inizio del conflitto, cioè dall’invasione del Paese da parte della Russia il 24 febbraio 2022. Un attacco in territorio russo che ha portato, nel giro di pochi giorni, a conquistare oltre 1000 chilometri quadrati nella regione di Kursk.
Un mese dopo è tempo di bilanci. E ci sono due certezze. Primo: la Russia non è riuscita a recuperare il territorio detenuto dagli ucraini, anche se ha reagito con pesanti attacchi su Kiev e in altre zone del Paese.
Secondo: la situazione politica interna all’Ucraina è complicata, se nel pieno di una manovra così spericolata il presidente Volodomyr Zelensky cambia gran parte del suo governo e delle figure chiave dell’amministrazione, incluso il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba che è stato uno degli uomini chiave del dialogo con gli alleati in questi mesi.
L’opposizione ha denunciato un eccesso di accentramento di potere nelle mani di Zelensky, che già ha sospeso le elezioni, governa il Paese con la legge marziale e ha messo fuorilegge i partiti filorussi. Tutte scelte comprensibili in una situazione di emergenza, ma difficili da reggere quando l’emergenza dura anni.
Il ministro degli Esteri Kuleba era anche il raccordo con gli Stati Uniti e in particolare con il segretario di Stato Anthony Blinken. E tra gli aspetti significativi della operazione a Kursk c’è il fatto che - pare - Washington non fosse informata.
Se si vuole essere ottimisti, il rimpasto di governo e la contro-invasione della Russia si possono leggere come l’inizio di una nuova fase che cambia il contesto e crea le premesse per quello che l’Ucraina ha sempre auspicato: negoziati da una posizione salda, non di Paese sconfitto e umiliato.
I pessimisti possono vedere in entrambe le scelte una difficoltà di Zelensky che è costretto a mosse sempre più spericolate per conservare il potere anche al prezzo di esporre il Paese a rischi maggiori.
L’esito della operazione di Kursk, qualunque sia il suo vero obiettivo, sarà decisivo, per questo va analizzata nel dettaglio.
La contro-invasione della Russia è legale?
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