Lo stile paranoico della destra
Le sorelle Meloni - tramite Alessandro Sallusti sul Giornale- denunciano una inchiesta su Arianna che è "verosimile". Vittimismo preventivo o una intimidazione ben informata ai magistrati?
Richard Hofstadter, sessant’anni fa, denunciava lo “stile paranoico” di certa politica, non la mentalità: si può usare la paranoia in maniera lucida e pragmatica per raggiungere obiettivi concreti. Come quello di fermare sul nascere un'indagine potenzialmente problematica
Nel suo famoso saggio sullo "stile paranoico nella politica americana” del 1964, lo storico Richard Hofstadter conclude così: “Tutti noi soffriamo per la storia, ma il paranoico soffre due volte perché è afflitto non soltanto dal mondo reale, come il resto di noi, ma anche dalle sue fantasie”.
Tutti i politici rischiano di finire indagati, ma soltanto i politici paranoici denunciano il rischio delle indagini prima ancora che queste si manifestino.
Lo psicodramma che si consuma sui giornali di centrodestra da un paio di giorni si può quindi inserire nel filone della politica paranoica: un lunghissimo retroscena del direttore del Giornale Alessandro Sallusti sul rischio che Arianna Meloni venga indagata da qualche procura per colpire la sorella Giorgia.
Seguno dichiarazioni preoccupate di politici di centrodestra, risposte caute dall’opposizione, meta-retroscena su altri giornali che “retroscenizzano” la reazione ai retroscena.
Tutto questo mentre Giorgia Meloni è in vacanza in una masseria in Puglia, e in teoria si dovrebbe dedicare alla figlia Ginevra o a ricevere il pellegrinaggio del leader della Lega Matteo Salvini (sono già usciti retroscena preventivi su quello che si diranno prima ancora che se lo dicano).
Si potrebbe quindi ridimensionare tutta questa polemichetta a un momento paranoico nel vuoto agostano: Giorgia Meloni è riuscita ad applicare il suo vittimismo aggressivo persino agli auguri di Ferragosto - prima condivide gli auguri di Massimo Boldi, poi si lamenta che qualcuno lo insulta -, figurarsi se resta indifferente di fronte all’ennesimo attacco alla famiglia, dopo aver tanto sofferto per le vignette di Mario Natangelo che proprio su Arianna Meloni e sul di lei marito Francesco Lollobrigida hanno tanto infierito.
Al Giornale dice che trova “verosimile” la prospettiva dell’attacco giudiziario ad Arianna Meloni.
E qui siamo a una nuova categoria del giornalismo e della politica, cioè la discussione di eventi che non sono veri, ma verosimili. Se non soltanto gli attacchi reali legittimano una reazione del potere esecutivo, ma anche quelli verosimili, tutto è lecito: è lo “stile paranoico” individuato da Hofstadter, prima si identifica la minaccia (i comunisti, allora e forse anche oggi), poi si denuncia la loro infiltrazione nell’apparato dello Stato (in questo caso la magistratura) e il grande complotto, poi si promette l’epurazione o la risposta ferma e decisa (“avanti a testa alta”, dice Meloni).
Vale la pena però considerare anche un’altra ipotesi. Cioè che questo teatrino non sia una dimostrazione di mentalità paranoica ma qualcosa di diverso. Proviamo a ipotizzare che Alessandro Sallusti abbia scritto una cosa fondata.
E se fosse vero?
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