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Lo slittamento di Giorgia Meloni sull’Ucraina

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DE FACTO - La premier ha molto gradualmente cambiato la posizione sulla guerra, dal convinto sostegno a Kiev all’allineamento con Trump per la pace a ogni costo. Ecco l’analisi dei discorsi

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Maurizio Mascitti
mar 24, 2025
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Lo slittamento di Giorgia Meloni sull’Ucraina
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Se nel 2022 e 2023 dipingeva l’Ucraina come bastione della democrazia e la Russia come minaccia esistenziale, dal 2024 nei discorsi di Meloni inizia a emergere un cauto riposizionamento. La vera svolta arriva però nel 2025, quando Trump e il suo progressivo disimpegno dall’Ucraina obbligano Meloni a un cambio di registro

Maurizio Mascitti

Martedì Giorgia Meloni è intervenuta al Senato per annunciare le posizioni che l’Italia intende adottare nell’imminente Consiglio europeo. Come atteso, la Presidente del Consiglio ha parlato del piano ReArm Europe, di energia e soprattutto di guerra in Ucraina.

Su quest’ultimo tema, Giorgia Meloni si trova di fronte a una scelta tra due posizioni inconciliabili: da un lato, il pieno sostegno militare all’Ucraina; dall’altro, il tentativo di propiziare il nuovo inquilino della Casa Bianca, che sembra ormai pronto al disimpegno totale nel conflitto.

Per uscire da questo impasse, Giorgia Meloni ha deciso di adattare la propria posizione nei confronti della guerra in Ucraina.

In realtà, si tratta di uno scivolamento retorico quasi impercettibile, costruito nel tempo, e modellato in base alle nuove congiunture internazionali.

Le certezze del 2022

L’ultimo discorso tenuto al Senato è quindi solo un tassello all’interno di una tendenza di più lungo respiro che può essere tracciata a partire da febbraio del 2022, quando ebbe inizio l’invasione russa.

All’epoca Giorgia Meloni, ancora all’opposizione del governo Draghi, si presenta come una delle voci più forti e nette in Italia a favore dell’Ucraina.

Nei suoi discorsi costruisce la sua posizione sulla guerra in Ucraina su basi ideologiche forti, marcatamente atlantiste e identitarie, enfatizzando il concetto di libertà e autodeterminazione contro l’aggressione russa.

Il tono è assertivo, militante e privo di ambiguità: la Russia è l’aggressore, l’Ucraina la vittima, e il dovere dell’Occidente è quello di sostenere Kiev con ogni mezzo. Questo approccio è particolarmente evidente se si analizzano due fonti: il discorso alla Camera del 1° marzo 2022 e il programma elettorale di Fratelli d’Italia per le elezioni di settembre.
Nel primo testo, intervenendo dai banchi dell’opposizione, il tono di Meloni è carico di emotività e determinazione:

“È il tempo di una risposta compatta ad una aggressione militare che noi non possiamo accettare. È il tempo di dare il massimo sostegno al popolo ucraino che sta insegnando al mondo cosa sia dignità , cosa sia amore per la propria terra.”

In questa fase il concetto di compromesso è completamente escluso: il conflitto viene visto come un bivio tra libertà e oppressione, senza spazio per trattative.
Nel discorso alla Camera del 13 dicembre 2022 – il primo in vista di un Consiglio europeo dopo il suo insediamento come Presidente del Consiglio – il tono è più istituzionale rispetto ai mesi precedenti, ma non meno deciso: il sostegno a Kiev viene ribadito senza condizioni.

È in questo contesto che inizia a emergere il concetto di “pace giusta”, inteso per ora in senso forte: la pace non può significare una resa ucraina, ma deve essere raggiunta garantendo che la Russia non ottenga alcun vantaggio dalla sua aggressione:

“Le condizioni possibili per cessare le ostilità, in questi contesti, sono da sempre solo due: che uno dei due perisca, o si arrenda, e nel caso in cui si trattasse dell’Ucraina noi non ci troveremmo di fronte a una pace, ma a una invasione.

Oppure, che vi sia tra le forze in campo un sostanziale equilibrio, e dunque uno stallo nel conflitto che costringa chi ha mosso invasione a desistere dai suoi intenti e addivenire a più miti consigli. Per questo, per perseguire la pace, sì, ma una pace giusta, l’Italia deve continuare a fare la sua parte.”

2023: Il primo slittamento

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Maurizio Mascitti
Sono dottorando in filosofia all’università Vita-Salute San Raffaele. Mi occupo di fake news e disinformazione. Coltivo la passione per la scrittura collaborando con testate e blog, tra cui Corriere della Sera e Valigia Blu
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