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Avatar di Francesco

Grazie per l’articolo, può sembrare contraddittorio, ma è un bene spiegare il male, perché lo annulla. L’odio è sempre una sconfitta per entrambe le parti, odiato e odiatore, perché è il trionfo di chi, più debole, si crede più forte solo in virtù della perdita delle proprie facoltà migliori, un paradosso di antiumanità che può avere come unico fine se non la fine stessa, il proprio annichilimento, coincidendo l’assenza di ogni relazione con l’autodistruzione. Ecco perché nel quadro di questo tipo di narrazione la parola “pace” stona profondamente. Sarebbe più coerente affermare, da parte di chi odia, che piuttosto di volere la pace, vuole essere lasciato in pace, costi quel che costi, distruggendo, e mai costruendo, annientando dunque qualsiasi presupposto di comunione, dividendo sempre più le parti, allontanandole fino a dissolvere anche la minima possibilità di riconciliazione, trasformando la sopravvivenza in supremazia.

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Avatar di Michele Chiusi

Molto interessante ma mi rimangono in sospeso alcuni punti. Ma cosa genera l odio ? Qui stiamo parlando di odio o di una teatralizzazione dell odio? Se l odio a differenza della rabbia non ha elementi generativi, di ridefinizione dei rapporti, ma solo distruttivi non è per sua natura un attitudine che tende ad autoeliminarsi distruggendo non solo il nemico ma l ambito stesso in cui agisce il rapporto di inimicizia ?

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