L'arte dell'abuso - Inchiesta su Rupnik parte 1
Oggi in Brasile nella più grande basilica mariana del mondo si inaugurano i nuovi mosaici del prete-artista amico di Papa Francesco ma espulso dai gesuiti per le accuse di violenze da venti donne
Le opere realizzate da padre Rupnik e dall'atelier del Centro Aletti, da lui fondato, sono presenti in oltre 230 chiese e istituzioni religiose in tutto il mondo. Ma, in seguito allo scandalo suscitato dalle rivelazioni delle vittime del sacerdote, si è cominciato a valutare l'opportunità di rimuoverle. Non in Brasile
Federica Tourn
Buongiorno a tutte e tutti,
vi scrivo da Torino, dove oggi presenterò il mio libro con Letizia Pezzali, al Salone del Libro, sotto trovate le indicazioni.
Il podcast La Confessione è di nuovo in cima alle classifiche di Spotify grazie al sostegno di Camihawke, ed è quindi un buon momento per mantenere una promessa fatta a voi nelle scorse settimane: continuare con il lavoro di inchiesta sugli abusi nella Chiesa.
In tanti ci avete scritto e detto agli incontri che bisogna insistere, che qualcosa si sta muovendo. E allora insistiamo, sempre nella logica di indicare la dimensione sistemica del problema, e le responsabilità nel coprire, giustificare, proteggere e addirittura valorizzare gli abusatori.
Responsabilità che arrivano fino a papa Francesco, non soltanto per il suo ruolo, ma per azioni e scelte dirette.
Oggi su Appunti c’è la prima parte di un'inchiesta in due parti di Federica Tourn, che già conoscete come autrice con me e Giorgio Meletti del podcast La Confessione. Federica è una che non molla, che ha iniziato a seguire il tema degli abusi nella Chiesa da qualche anno e che con tenacia rimane attaccata a una storia fino a quando è necessario.
Federica ha dato un contributo decisivo a far emergere lo scandalo di padre Marko Rupnik, gesuita, amico di papa Francesco, e soprattutto il più grande artista della Chiesa contemporanea, autore di opere che valgono (o almeno costano) milioni di euro, e che non sono soltanto decorative ma sono la declinazione di una teologia delle icone che ha reso il prete sloveno una delle figure più carismatiche e affascinanti degli ultimi decenni.
Poi si è scoperto - anche grazie a Federica - che Rupnik era anche un abusatore seriale, stando alle denunce di diverse donne, che hanno raccontato nei dettagli le violenze e gli abusi spirituali durati decenni.
Torneremo a occuparci di Rupnik, intanto oggi (e domani) Federica racconta una vicenda incredibile, emblematica dell’approccio della Chiesa di papa Francesco agli abusi: anche dopo che Rupnik è stato espulso dai gesuiti.
I mosaici di un personaggio di questo genere vengono inaugurati oggi sulla facciata della più grande basilica mariana del mondo. E questo ci dice qualcosa dell’atteggiamento della Chiesa rispetto agli abusi almeno quanto il fatto che monsignor Rosario Gisana sia ancora vescovo di Piazza Armerina, nonostante tutto quello che potete sentire nel podcast La Confessione.
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Buon sabato,
Stefano
L’arte dell’abuso: il giorno del Brasile
di Federica Tourn
Al Santuario nazionale di Nostra Signora di Aparecida, nello stato di San Paolo in Brasile, la più grande basilica mariana del mondo, è arrivato il giorno dell’inaugurazione della facciata sud.
Come la facciata nord, anche il grande ingresso meridionale è ora ricoperto dei mosaici del gesuita Marko Rupnik, non un personaggio qualsiasi. Il famoso teologo artista è accusato di abusi da oltre venti donne.
Ma la Chiesa brasiliana non se ne dà per intesa e continua a menare vanto dell'impresa di Aparecida, un lavoro imponente, che ha coinvolto 41 artisti professionisti e 500 operai nel montaggio di oltre tremila metri quadri di mosaico sulla facciata e 650 metri quadri sulla colonnata con scene della Pasqua di Gesù.
Si tratta della tappa più impegnativa della “Jornada biblica”, il progetto artistico e pastorale della Congregazione del Santissimo Redentore che amministra il santuario e che intende trasformarlo «nella più grande Bibbia a cielo aperto del mondo».
Le opere realizzate da Rupnik e dall'atelier del Centro Aletti, da lui fondato, sono presenti in oltre 230 chiese e istituzioni religiose in tutto il mondo. Ma, in seguito allo scandalo suscitato dalle rivelazioni delle vittime del sacerdote, si è cominciato a valutare l’opportunità di rimuoverle.
Le opere del centro Aletti nel mondo
È successo a Lourdes, dove il mese prossimo il vescovo di Tarbes e Lourdes Jean-Marc Micas deciderà se i mosaici di Rupnik devono essere tolti dalla facciata della Basilica del Rosario; ed è successo anche negli Stati Uniti dove, all'inizio di aprile, l'associazione cattolica Knights of Columbus ha chiesto la rimozione delle opere di Rupnik dalla chiesa Redemptor Hominis e dalla cappella del Santuario nazionale di San Giovanni Paolo II a Washington.
Dato che ad Aparecida è prevista la decorazione di tutte le facciate della basilica con i mosaici del Centro Aletti – già fervono i lavori sulla parete est –, se a Lourdes il vescovo decidesse per la rimozione, potremmo presto trovarci di fronte a un caotico paradosso: in Europa un santuario distrugge le opere del prete abusatore, oltreoceano un altro le monta e le celebra.
Di fatto, due fra i centri religiosi più famosi del mondo assumono atteggiamenti opposti su un tema così delicato come l'abuso sessuale nella chiesa e il rapporto fra l'artista violento e la sua arte.
È stato un anno lungo, per Rupnik, il 2023. Quando sono emerse le denunce di abusi risalenti agli anni '90 e la scomunica ricevuta nel 2020 per aver assolto in confessione una donna con cui aveva avuto un rapporto sessuale (scomunica poi annullata poche settimane dopo), a Rupnik era stato proibito, fra le altre cose, di continuare l'attività artistica.
A luglio, poi, è stato espulso dalla Compagnia di Gesù e a ottobre papa Francesco ha deciso di derogare alla prescrizione con cui si era concluso nel 2022 il processo per i fatti degli anni Novanta: l’ex gesuita dovrà quindi essere giudicato per abusi dal Dicastero per la dottrina della Fede.
Eppure, ad Aparecida, hanno continuato a montare i suoi mosaici come se niente fosse.
A fine agosto 2023, alla domanda su come intendessero comportarsi di fronte all'evoluzione della situazione, i responsabili del Santuario hanno risposto che stavano “monitorando attentamente il caso e attendevano indicazioni dalla Chiesa”.
L’indicazione deve essere stata di procedere, visto che, passati nove mesi, tutto è pronto per inaugurare in pompa magna la seconda fase del grande progetto di rivestimento di tutte le pareti esterne della basilica.
Una decisione, quella del Santuario, che ha un peso politico e simbolico importantissimo, senza contare il guadagno per il prete, oggi sotto inchiesta: si parla di milioni di euro, anche se non conosciamo la cifra esatta perché i padri redentoristi, interpellati in proposito, hanno preferito non rispondere.
Una stima dei costi, però, possiamo azzardarla. «Il prezzo dei mosaici è di circa mille euro al metro quadrato, senza contare i materiali, la manodopera e i lavori di produzione, dai ponteggi all'uso dei macchinari necessari a preparare l'installazione», ha dichiarato Erasmo Freitas de Abreu a Isabel Gnaccarini, collaboratrice della Folha do São Paulo. Freitas è il direttore dell'atelier di architettura e arte sacra Amacom, che lavora con artisti brasiliani, laici e religiosi, e ha partecipato alla posa dei mosaici ad Aparecida sin dall'inizio.
Se si calcola che la superficie della facciata nord è di circa 2.300 metri quadri, mentre la sud supera i tremila, a cui si aggiungono i 650 metri quadri di mosaico sulla colonnata, il conto è presto fatto: i padri redentoristi potrebbero aver pagato una cifra vicina ai sei milioni di euro per i mosaici realizzati finora, a cui vanno aggiunti tutti gli altri costi, compresi quelli dell'inaugurazione di ogni facciata.
Dal Brasile all’Italia
Sul fronte dell'arte liturgica al marchio Rupnik, il legame fra Brasile e Italia è molto più stretto di quanto si immagini.
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