La violenza sulle donne non è un hashtag
La grande attenzione di media e social alle storie degli stupri di gruppo rivela quanto è ancora diffusa la tendenza a incolpare le vittime e deresponsabilizzare i colpevoli
Nell’Italia di oggi può succedere che per un giudice una molestia non costituisca reato se dura soltanto 10 secondi, che un tribunale di Firenze assolva dei ragazzi accusati di violenza sessuale ai danni di una 18enne perché «condizionati da un’inammissibile concezione pornografica delle relazioni con le donne», che a Palermo avvenga uno stupro di gruppo
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