La violenza di Stato legale
Dalla morte di Ramy Elgaml, inseguito dai carabinieri, allo scudo penale che il governo sta preparando per le forze dell’ordine che saranno al di sopra della legge
Ramy non guidava neppure lo scooter, era il passeggero dell’amico Fares Bouzidi. Quindi non aveva alcuna responsabilità diretta nella scelta di non fermarsi al posto di blocco. Ma la presenza di un innocente a rischio di farsi molto male non ha condizionato i carabinieri
C’è un video della morte di Rami Elgaml che si può vedere ormai ovunque in rete, è stato diffuso nei giorni scorsi e rilanciato da tutte le testate: c’è un’auto dei carabinieri che cerca di fermare due ragazzini su uno scooter che non si è fermato per un controllo la notte del 24 novembre a Milano, zona Corvetto.
I carabinieri partono all’inseguimento, cercano di far cadere i ragazzi in scooter, lo dicono gli stessi carabinieri nel video. E già questo equivale a metterne a rischio la vita: chiunque abbia mai guidato un motorino sa che anche a basse velocità ci si può fare veramente male cadendo, se poi si cade mentre si scappa e speronati da un’auto è quasi una sentenza di morte.
Non solo, i carabinieri dopo aver provato a speronare lo scooter lo inseguono all’angolo di una strada, si vedono le immagini dello scooter spinto verso il muro. Ramy Elgaml, 19 anni, muore schiacciato, ci sono le foto di ciuffi del colletto di pelo della sua giacca impigliati nella targa della vettura dei carabinieri.
Ramy non guidava neppure lo scooter, era il passeggero dell’amico Fares Bouzidi. Quindi non aveva alcuna responsabilità diretta nella scelta di non fermarsi al posto di blocco. Ma la presenza di un innocente a rischio di farsi molto male o morire non sembra aver condizionato i carabinieri.
Che lo speronamento ci sia stato, come dicono i legali della famiglia della vittima, oppure no, come sostengono i carabinieri, conta poco: l’inseguimento di per sé esponeva Ramy a un serio pericolo. Comunque, per la cronaca, sia il conducente dello scooter che un testimone hanno parlato del contatto fatale con l’auto.
I carabinieri hanno chiesto al testimone di cancellare il video dal telefono e sono indagati per falso.
L’indicibile ovvio
L’ex capo della Polizia Franco Gabrielli, che è stato anche a capo dei servizi segreti e sottosegretario nel governo Draghi, ha detto a Radio24 una cosa ovvia che però gli ha attirato molte polemiche.
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