La scuola eversiva
L’ideologia del ministro Valditara è un precipitato di razzismo, classismo e cialtroneria; la buona notizia è che Valditara è un ministro debole
Nella visione personalista ogni bambino, ogni studente contiene la predisposizione a una qualche attività lavorativa. L’educazione deve permettere al soggetto di scoprirla e coltivarla fin dai primi anni di scuola
Christian Raimo
Buongiorno a tutte e tutti,
Qualche giorno fa Christian Raimo, docente e scrittore, firma anche di Appunti e agitatore culturale, è stato al centro di una polemica assurda che ci dice qualcosa di come funziona la discussione pubblica, e dunque la democrazia, in questo Paese.
In un dibattito organizzato dall’Alleanza Verdi-Sinistra, nel video che potete vedere qui sotto Raimo ha spiegato perché il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, in quota Lega, è un punto debole dello schieramento di centrodestra che Avs, come tutta l’opposizione, avversa.
Raimo ha usato una metafora che a chiunque sia nato dopo gli anni Settanta dovrebbe suonare familiare, cioè ha detto che Valditara sta alla destra di Giorgia Meloni come la Morte Nera sta all’Impero in Star Wars.
Per chi non sa di cosa stiamo parlando: la Morte Nera è una specie di gigantesco cannone creato dai cattivi del film per distruggere interi pianeti che però ha un piccolo punto debole, basta colpire quel punto preciso per farlo esplodere.
Per questo Raimo chiedeva una manifestazione specifica contro Valditara, non soltanto per difendere la scuola, ma per mettere in crisi la destra.
Ora, con riflesso da cani mal addestrati, politici e opinionisti della destra - e di un pezzo del centrosinistra - si sono messi a denunciare il fatto che Raimo avesse invocato la violenza contro un ministro, e via con analogie con gli anni di piombo, con le Brigate rosse e così via.
Abbiamo un dibattito pubblico così disastroso che se uno sente nella stessa frase “Valditara” e “Morte Nera” capisce che si sta augurando una brutta e violenta fine a un ministro.
Comunque, la polemica è priva di senso ma non di effetti, perché ha completamente oscurato le critiche argomentate di Raimo alle idee e alle politiche di Valditara e lo ha delegittimato come interlocutore.
E allora io gli ho chiesto di spiegare meglio qual è la sua analisi della scuola di Valditara e lo ha fatto in questo pezzo che potete leggere e che, come vedrete, sottolinea sia la pericolosità che la fragilità dell’approccio di Valditara e dunque della destra di governo alla scuola.
Un approccio che però viene poco discusso anche perché questo governo ha adottato l’interessante pratica di assoldare come consulenti le persone che di solito intervengono sui temi della sua attività, in questo caso il professor Ernesto Galli della Loggia, firma del Corriere della Sera che spesso si occupa di scuola invocando ritorni a passati più autoritari (e talvolta immaginari).
Fateci sapere - soprattutto se siete insegnanti o studenti - che cosa ne pensate.
Buona giornata,
Stefano
Vi ricordo anche la novità in arrivo, il podcast-trasmissione Revolution - Il mondo cambia ogni giorno, su Radio3 dal 30 settembre che nasce direttamente dal successo di Appunti:
La scuola eversiva di Valditara
di Christian Raimo
Il progetto ideologico e politico che vuole stravolgere la scuola democratica per come è esistita in Italia nel novecento non è un progetto nuovo né è appannaggio di questo governo. Prova ne siano le molte riforme che si possono accreditare ai vari governi passati – dalla Moratti alla Gelmini alla Buona scuola – che hanno contribuito a smantellare l’impianto di quel modello di scuola che oggi il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara attacca apertamente: la scuola di ispirazione gramsciana e quindi pienamente costituzionale.
Quel che si vuole aggredire è l’ideale dell’emancipazione collettiva, ossia la scuola democratica di massa: quella storia splendente che va dalla riforma della media unica ai decreti delegati all’eliminazione delle classi differenziali alle norme sull’inclusione ai progetti di cooperazione educativa alle indicazioni nazionali, etc…
All’ultimo Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, all’incontro sulla scuola con il ministro Valditara, erano presenti rappresentanti di tutte le forze politiche, da Francesco Filini di Fratelli d’Italia a Stefano Patuanelli del Movimento Cinque stelle a Raffaella Paita di Italia viva a Simona Malpezzi del Partito democratico.
Ed erano tutti essenzialmente convergenti verso l’orizzonte pedagogico e politico di Valditara: una scuola più selettiva, con un tronco comune più breve, più organica al mondo del lavoro, in cui gli studenti stranieri si devono adattare e piatire una cittadinanza…
L’ideologia di Valditara è un precipitato di razzismo, classismo e cialtroneria; la buona notizia potrebbe essere che Valditara è un ministro debole. Dalla scuola che dovrebbe umiliare al liceo made in Italy, le sue gaffe e i suoi flop così numerosi mostrano che questa aggressione all’impianto democratico della scuola è pericolosa, e va analizzata e contrastata. Va presa coscienza di questa viltà culturale e di questa debolezza politica.
Partiamo con l’analizzarla, e prendiamo il documento esemplare, ossia le Nuove linee guida sull’educazione civica, perché dalle nuove linee guida sull’educazione civica si può riconoscere il progetto sbarellato ed eversivo della scuola di Valditara. Si possono leggere per intero qui.
Le linee guida
Si tratta di ventitré pagine fitte, ma le prime due sono paradigmatiche.
Dopo avere brevemente e nebulosamente ricordato il quadro internazionale che dovrebbe essere la cornice di questo genere di linee guida, ma senza dare né riferimenti né bibliografia, anzi evitando esplicitamente di ricordare il contesto in cui oggi si dovrebbe fare educazione alla cittadinanza, si passa a dare una lettura corriva del dettato costituzionale.
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