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La scelta tra Musk e Trump
Il nemico - Elon Musk e il tecnocapitalismo

La scelta tra Musk e Trump

La destra italiana che finora ha usato Musk per avere buoni rapporti con Trump si trova adesso costretta a decidere su chi scommettere tra i due. La risposta non è ovvia

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Stefano Feltri
lug 08, 2025
∙ A pagamento
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La scelta tra Musk e Trump
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Elon Musk con Andrea Stroppa (a destra) - da X

Un Musk in rotta con Trump potrebbe diventare problematico da gestire per la destra di governo ma allettante per qualcuno che, sempre a destra, vuole costruirsi un suo percorso, per esempio il generale ed europarlamentare leghista Roberto Vannacci

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Negli Stati Uniti Elon Musk è passato all’opposizione di Donald Trump, ha annunciato il lancio dell’America Party che, per ora, ha l’obiettivo di far perdere le elezioni di Midterm ai Repubblicani, in modo che non abbiano più il controllo del Congresso. Poi si vedrà. E in Italia?

Musk è passato all’opposizione anche in Italia? Sì e no. Di sicuro quello che sta succedendo negli Stati Uniti ha implicazioni anche qui, come è sempre stato, e in particolare negli ultimi mesi, quando il governo Meloni ha usato Elon Musk per accreditarsi verso l’amministrazione Trump.

Stiamo quindi assistendo a un singolare esperimento politico: Musk ha dimostrato di poter dare un contributo decisivo o quantomeno prezioso per far vincere le elezioni. Lo ha fatto negli Stati Uniti, con 290 milioni di dollari di contributi elettorali a Trump, lo ha fatto in Germania con il sostegno ad Alternative fur Deutschland, ha provato a farlo in Romania con l’appoggio all’ultradestra.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrà presto scegliere tra Trump e Musk: ha ben chiari i vantaggi di avere un forte sostegno, almeno verbale, da parte del presidente degli Stati Uniti, potrebbe trovarsi presto a scoprire quali sono le implicazioni di perdere l’appoggio dell’uomo più ricco del mondo che finora è stato così utile.

Basti ricordare che Musk si è attivato perfino per il principale successo diplomatico del governo Meloni, cioè la liberazione a gennaio scorso della giornalista Cecilia Sala detenuta in Iran.

Le manovre di Andrea Stroppa

Insomma, cosa vuole Musk dall’Italia? C’è questo strano personaggio che si aggira per i palazzi romani e ora perfino per le televisioni, i giornali e i festival culturali che si chiama Andrea Stroppa. Non è ben chiaro che ruolo abbia nella galassia di Musk, se sia dipendente di una qualche sua azienda, se sia un consulente, o un simpatizzante.

Di sicuro parla sempre a nome di Musk e delle sue aziende, quasi un anno fa, a ottobre 2024, è stato indagato e perquisito dalla procura di Roma per i suoi rapporti con un ufficiale della Marina che gli avrebbe passato documentazione riservata del ministero degli Esteri relativa proprio al possibile impiego della tecnologia di SpaceX, l’azienda spaziale di Elon Musk.

Negli ultimi mesi, Stroppa ha parlato un po’ ovunque: non è il primo e non sarà l’ultimo di questi personaggi che cercano di trasformare in opportunità di business la vicinanza alla fazione politica dominante.

Certo, Stroppa è piuttosto esplicito nelle sue richieste, che non sono solo tecnologiche: intervistato dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti a un festival alla Versiliana, Stroppa ha suggerito alla premier Meloni di licenziare i ministri inadeguati.

Il bersaglio di Stroppa è soprattutto Adolfo Urso, ministro per le Imprese e il made in Italy che non ha aderito alla narrazione della necessità assoluta di ricorrere ai satelliti Starlink prodotti da SpaceX e si è opposto a ogni contratto con Musk.

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