La sadica burocrazia anti-migranti
Il click day e il decreto Flussi servono a rendere irregolari anche molti migranti che entrano in modo in teoria regolare, a beneficio di criminali italiani. Ed è una scelta politica
Il problema dell’immigrazione irregolare non è causato dai migranti, ma dai politici italiani che dalla immigrazione sono ossessionati e dagli elettori che si fanno contagiare da quella ossessione e continuano a votarli
Mentre il governo Meloni si avvita in versioni contraddittorie sulla gestione del caso Almasri, il torturatore libico rilasciato probabilmente per non compromettere i rapporti con la Libia nella gestione dell’immigrazione, succedono altre cose. Cose importanti e proprio sul fronte dell’immigrazione.
In questi giorni si consumano due eventi rilevanti. Il primo è il click day, cioè la procedura assurda - vedremo perché - con la quale i datori di lavoro italiani possono richiedere l’accesso di lavoratori stranieri, il canale dell’immigrazione regolare a scopo economico, in pratica.
Il secondo fatto è una indagine in Campania che ha portato a individuare un sistema con il quale politici e criminali vari trasformavano il click day in un modo per lucrare proprio sull’immigrazione regolare, rendendola irregolare ed estremamente costosa per gli immigrati stessi ma profittevole per delinquenti tutti italiani.
La cosa singolare è che l’indagine che ha smascherato i problemi del click day è partita da un esposto della stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del suo sottosegretario a palazzo Chigi Alfredo Mantovano.
Vitalba Azzollini è una giurista, che scrive per il quotidiano Domani e pagella Politica. Come funziona il sistema del click day?
Il click day è un meccanismo che si basa sulla cosiddetta legge Boss-Ffini del 2002 e indica l'atto con cui un datore di lavoro inserisce su un portale la richiesta di un lavoratore straniero che sta nel proprio paese per farlo entrare in Italia e assumerlo regolarmente.
Il click day avviene soltanto in giorni prefissati e nell'ambito di quote predeterminate con il cosiddetto decreto flussi.
Questo meccanismo rappresenta sostanzialmente una finzione, è illogico pensare che qualcuno assuma ad esempio come badante lavoro che richiede un elevato livello di fiducia una persona che non ha mai visto né conosciuto e dunque cosa accade?
Si finge di chiamare da un altro paese qualcuno che già è in Italia e che magari lavora in nero.
Organizzazioni del terzo settore che si occupano di immigrazione rilevano da tempo questa pratica, di conseguenza quando esponenti del governo dicono di aver aumentato il flusso di ingressi regolari nel nostro paese dicono solo formalmente il vero.
In questo sistema ipocrita che crea zone grigie, comunicazioni fasulle, e mette i lavoratori stranieri in una condizione di ricattabilità, si inseriscono i criminali. La scorsa primavera la premier Meloni e il sottosegretario Mantovano vanno dal procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo con una serie di informazioni raccolte dal ministero dell’Interno.
Segnalano una evidente anomalia nel sistema: molte aziende che chiedono di assumere lavoratori stranieri, i quali entrano formalmente in Italia con il click day, poi non formalizzano mai quei contratti. Cosa c’è sotto?
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